La vicenda
Immaginate di trovarvi in un’officina meccanica moderna, un luogo dove la razionalità dei macchinari dovrebbe regnare sovrana. Ora immaginate di assistere a una scena degna di un film: un trasformatore pesante che si sposta inspiegabilmente o un telefono cellulare che vola per aria e si schianta contro un macchinario.
Questo non è l’inizio di una storia di fantasia, ma il contesto reale di uno dei casi più strani e controversi che abbia raccontato su Cronache dall’Altro Mondo: le anomalie di un’officina meccanica a Cagliari, avvenute tra il 2008 e il 2010.
Ho voluto dedicare un episodio a questa vicenda perché rappresenta un enigma in cui scienza e mistero si intrecciano in modo unico. Gli eventi si verificarono in un’officina ben attrezzata, situata in un edificio commerciale isolato. La lista dei fenomeni è impressionante: cavi elettrici che si sfilavano dalle morsettiere, oggetti metallici che si deformavano o si spostavano senza motivo apparente, e apparecchiature elettroniche che si danneggiavano inspiegabilmente. Non si trattava di episodi isolati, ma di una serie di manifestazioni ripetute e documentate per quasi due anni.
“Quel giorno vidi il mobiletto dell’anticamera, sul quale era posto il telefono, muoversi. Veniva avanti «angolarmente», staccandosi dalla parete dalla parte opposta a quella sulla quale si trovava il telefono.”
― ESTRATTO DA UNA DELLE TESTIMONIANZE
Inizialmente, i fenomeni non fecero che creare stupore e preoccupazione. Le testimonianze raccolte, e persino alcuni video girati sul luogo, lasciavano poco spazio ai dubbi: gli oggetti si muovevano realmente, senza l’intervento di una mano visibile. Spiegare come o perché ciò accadesse si rivelò un’impresa complicata. Le prime indagini condotte da esperti di ENEL e da tecnici specializzati esclusero anomalie convenzionali nella rete elettrica, mentre le ipotesi di sabotaggio crollarono di fronte alla ripetitività e all’assenza di dolo.
Qui interviene la scienza. Nel 2010, il professor Guido Pegna, docente di fisica all’Università di Cagliari, fu incaricato dal Tribunale di condurre un’indagine approfondita. Il suo obiettivo era trasformare il “caso paranormale” in dati fisici verificabili.
Le osservazioni del professor Pegna confermarono che i fenomeni erano autentici e non riconducibili ad artefatti. Utilizzando strumenti avanzati, come videocamere schermate in scatole di ferro e una gabbia di Faraday, Pegna rilevò segnali elettrici anomali compatibili con un fenomeno raro e poco compreso: la ferrorisonanza.
La ferrorisonanza è un evento elettromagnetico che si verifica in particolari condizioni legate ai trasformatori e ai cavi ad alta tensione. Pegna ipotizzò che questa anomalia elettromagnetica fosse la causa principale dei cinetismi osservati.
Tuttavia, il mistero, come spesso accade nella nostra ricerca, non si è risolto con una semplice equazione fisica.
Poco dopo la presentazione della relazione del professor Pegna in tribunale, gli eventi cessarono improvvisamente. Questa tempistica solleva ulteriori e intriganti interrogativi. Se la causa era la ferrorisonanza, un intervento tecnico non documentato potrebbe aver risolto il problema. Ma noi, nel campo della parapsicologia, non possiamo ignorare l’altra ipotesi: c’era forse un elemento RSPK in gioco, un agente umano le cui tensioni si manifestavano attraverso un fenomeno elettromagnetico già latente?
Il caso di Cagliari è affascinante perché ci ricorda come fenomeni straordinari possano sfidare le nostre certezze. Non solo solleva domande sulle possibili cause fisiche o psichiche di questi eventi, ma mette in luce la difficoltà di affrontare il mistero con un approccio rigoroso.
È una storia che potrebbe far riflettere anche i più scettici. Se siete curiosi di conoscere tutti i dettagli di questa indagine unica e di scoprire le ipotesi avanzate per spiegare questi eventi inspiegabili, ti ad ascoltare l’episodio completo.
Note e bibliografia
Enzo Barone
«Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio.» - Fright Night, 1985