Spesso abbiamo spesso affrontato un dilemma cruciale: come si distingue un caso di Infestazione (legato al luogo) da un Poltergeist (che la parapsicologia definisce come RSPK, o Psicocinesi Spontanea Ricorrente, legato a un “agente” umano)?
Non è solo una questione di etichette; a volte il confine è così sottile da offuscare la vera natura del fenomeno.
Ebbene, un recente e fondamentale lavoro di ricerca ci offre una nuova prospettiva per superare questo annoso problema.
Il Dr. James Houran, psicologo e ricercatore di spicco, ha presentato i risultati di un ambizioso progetto che mira a un’analisi di “prossima generazione” sui cosiddetti “episodi spettrali” (o ghostly episodes).
L’obiettivo? Capire la vera natura di queste manifestazioni, partendo dalle basi: come facciamo a sapere di essere in una casa infestata o in presenza di un fantasma?
Per anni, abbiamo classificato i fenomeni in base a due “scatole”: infestazione (di solito a lungo termine e legata a un luogo) e poltergeist (spesso a breve termine e legato a una persona, l’agente RSPK, spesso in uno stato di forte stress o tensione emotiva).
Il team di Houran ha messo in discussione proprio questa dicotomia. Dopo aver analizzato centinaia di casi, hanno identificato 32 segni o sintomi coerenti che si manifestano indipendentemente dal fatto che l’episodio sia storico o moderno, avvenuto in Europa o negli Stati Uniti.
Ma la scoperta più rivoluzionaria arriva dall’applicazione di un particolare metodo matematico, il Rash Scaling. Invece di trovare due distinte categorie di esperienza (come ci si aspetterebbe da infestazione e poltergeist), i ricercatori hanno scoperto che tutti i fenomeni spettrali rientrano in una singola dimensione, ovvero in un continuum di esperienza.
In pratica, non ci sono due tipi diversi di fenomeni: c’è un’unica vasta gamma di manifestazioni che vanno dalle più lievi alle più intense, dove la differenza non è qualitativa, ma di grado. Questo getta una nuova luce su come dovremmo interpretare i fenomeni ibridi o a cavallo tra le due categorie.
L’Agente RSPK e la Nuova Psicologia
Se l’ipotesi RSPK è corretta, e il fenomeno è centrato sull’uomo (l’Agente), la psicologia gioca un ruolo chiave. Abbiamo già visto l’importanza del fattore psicologico e dello stress, ad esempio, nel caso dei “Fenomeni Ricorrenti di Apporto di Monete in Messico“.
Il Dr. Houran ha approfondito quindi il concetto di “Transliminalità”. Una persona ad alta transliminalità è un individuo con una particolare sensibilità, un’apertura e permeabilità tra la mente conscia e inconscia.
Questo tratto spiega perché i cosiddetti “sensitivi” o medium che entrano in un ambiente “infestato” e percepiscono “vibrazioni” sono spesso individui ad alta transliminalità. La loro esperienza non deriva semplicemente dall’ambiente, ma è data da come l’ambiente stimola in loro memorie, associazioni e stati d’animo interiori.
In un certo senso, la sensibilità del soggetto (la transliminalità) si combina con la tensione emotiva per fungere da catalizzatore dei fenomeni.
La parte più importante, che si allinea perfettamente con la nostra filosofia, è l’appello alla rigorosa metodologia scientifica.
Houran sottolinea che, prima di etichettare un evento come “paranormale,” è necessario misurare con attenzione e controllare tutte le variabili convenzionali:
- Socio-culturali
- Psicologiche (come la transliminalità, i desideri inconsci o lo stress)
- Fisiche (e ambientali)
Solo dopo aver “sottratto i contaminanti” e le spiegazioni più ovvie, possiamo isolare ciò che resta: il cosiddetto “baseline” paranormale.
Il Dr. Houran è convinto che un nucleo residuo esista, e che sia proprio questo il punto in cui la vera ricerca parapsicologica deve concentrarsi.
Come nuovo editore del Journal of Scientific Exploration (JSE), James Houran sta spingendo affinché la ricerca si basi su un approccio multidisciplinare che incroci metodi innovativi per sviluppare teorie che parlino sia dell’esperienza ordinaria che di quella straordinaria.
Questo è un invito a tutti noi a non smettere mai di cercare.
Puoi guardare l’intervento completo del Dr. James Houran qui: A Next Gen Study of Ghostly Episodes by James Houran
Riferimenti
Enzo Barone
«Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio.» - Fright Night, 1985