Home Page › Forum › ESPERIENZE PERSONALI › Altro › Una storia davvero molto strana.
Salve a tutti. Innanzitutto grazie in anticipo per il tempo che perderete per leggere la mia storia, ma è davvero importante per me, ricevere qualche consiglio o in ogni caso, ho bisogno di qualche estraneo che in un certo senso mi aiuti a chiarirmi le idee.
La storia che vi sto per raccontare è accaduta nell’arco di circa 6 anni e riguarda un ragazzo. Iniziò tutto quando avevo 13 anni circa, ora ne ho 19.
Da diverso tempo, nella mia mente si era venuta a creare un’immagine molto particolare. Non so esattamente da cosa fosse nata, ma sin da bambina, ho constata di avere diversi talenti e doti innate, molte delle quali devo ancora scoprirle oggi. Ma quello dell’arte è sempre stato per me un talento molto importante, sin da quando ero bambina. Nella mia mente, come dicevo, si era venuto a creare un volto, com’era successo tantissime volte. Questo volto però era particolare, cioè, non aveva nulla di particolare in sé, era un volto anche piuttosto comune, seppure a me piacesse incredibilmente. Mi affrettai a stendere su carta bianca quanto stava ossessionando i miei pensieri da giorni. Disegnai un ragazzo dai capelli neri, folti, pelle chiara, mascella pronunciata, sorriso molto particolare, intrigante e occhi sottili e di un azzurro molto profondo di circa 17 anni, pensai. Passa del tempo, io continuo a disegnare questo ragazzo, naturalmente più cresco più la mia dote si affina, più particolari rendo a questo volto, particolari che sento di dover dare. Non so come spiegare questo sentire, mi capita molto spesso quando disegno di sentire quello che devo disegnare. Ancora più spesso mi capita di sognare quello che poi porto su carta. A me è sempre sembrata l’ispirazione di una giovane artista. Intanto arrivano i 14 anni e insieme a loro la decisione per il futuro liceo. Sono molto indecisa tra due licei: Artistico o linguistico? Non sapevo assolutamente quale prendere. Certo non erano solo quelli i licei nelle mie possibilità, a sentire i miei professori potevo prendere qualsiasi cosa. Ma guardando quei disegni decisi, che l’arte sarebbe diventata la mia strada, per ora. Passa l’estate, con i miei amici, con la mia famiglia. Faccio quello che fa una semplice ragazzina di 14 anni, quasi 15. Continuo a disegnare, molto spesso quel volto, con un’insistenza quasi inquietante.
A settembre arriva il primo giorno di scuola, di liceo. Socializzo, mi faccio nuovi amici, mi abituo ai nuovi ritmi, vivo la giornata come ho sempre fatto. Faccio la normale vita di una ragazza appena adolescente.
Verso la metà di novembre, un venerdì, me lo ricordo benissimo.
Aspettavo il bus insieme ad un mia nuova amica. Eravamo insieme, lontane dal ciglio della strada e c’era molto traffico. Molte macchine suonavano ed era un fastidioso putiferio. Ma noi non ci badavamo. Un auto suona il clacson, una delle tante che stava suonando il clacson in quel momento maledetto, e io mi volto per guardare e invece che l’auto, il mio sguardo incontra il volto di un ragazzo fermo sul ciglio del marciapiede, a parlare con dei suoi amici. L’osservo inizialmente e mi accorgo che ha un aspetto familiare. Quando si volta del tutto verso di me, mi si gela il sangue. Provai un tremendo senso di paura quando mi guardò con i suoi occhi ambra, perché era identico, credetemi, identico al ragazzo che avevo disegnato per tutti quegli anni, seppure avesse un colore di occhi diverso da quello del ragazzo che avevo disegnato. Ci guardammo un paio di secondi, poi lui distolse lo sguardo perché doveva andar via. Avevo il cuore che stava cercando di sfondare il petto e la mia amica disse che ero diventata bianca come un cadavere. Io non sono una ragazza timida, né tanto meno timorosa, non lo sono mai stata. Ma in quel momento sentii un vortice che mi si apriva nel petto. Non posso mai dimenticare quelle sensazioni. Raccontai qualcosa alla mia amica che si mise a ridere ovviamente. Poi le mostrai i disegni e anche lei, ci trovò una discreta somiglianza. Era un volto comune in verità, ma in quel ragazzo che avevo visto, avevo trovato la coincidenza perfetta con il “ricordo” che avevo. Da quel giorno cercavo sempre di incontrarlo, ma non c’era verso di incontrarlo quando lo cercavo. Ogni volta lo vedevo quando meno me lo aspettavo e più tardi, sarei giunta alla conclusione effettiva che tutti i giorni in cui l’avevo incontrato cadevano di venerdì. Non riuscivo a pensare ad altro e sentivo emergere di me, la parte più brutta che potessi immaginare di avere. Niente depressioni o vandalismo, no. Sentivo molta più negatività in me, di quanta ne avessi sentita prima. Era come se quegli occhi mi avessero liberata da un peso. Mi sentivo libera. Ogni volta che ci incontravamo ci guardavamo intensamente, sempre più a lungo. E ogni volta che ci guardavamo, io sentivo di conoscerlo da sempre più tempo, avevo questa sensazione di familiarità pazzesca, sentivo di averlo già conosciuto, mi sentivo legata a lui. Cominciai a fare dei sogni su di lui. erano sogni molto strani, molto ambigui in cui lui era sempre la figura di margine, eppure per me era la più importante. Non mi parlava mai, stava sempre fermo in un punto, ad osservarmi. O almeno, non ricordo i dettagli, ma ricordo di essere triste prorpio perché nei miei sogni lui faceva esattamente quello che faceva nella realtà: mi osservava.
Verso gennaio lo vidi alla fermata del bus, mentre aspettava seduto. Il bus dov’ero io si fermò con la porta proprio davanti a lui. Lui alzò il viso e mi vide. Io inconsapevolmente gli sorrisi e lui fece lo stesso. Mi sentivo così triste. Quando mi voltai verso la mia amica, le dissi, “chissà qual’è il suo nome”.
La notte feci uno strano sogno. Eravamo io e altre ragazze su di un marciapiede, della mia vecchia scuola elementare. Era una giornata nuvolosa, e sul margine del marciapiede c’era una panchina verde su cui lui era seduto. Allora io mi avvicinai e gli chiesi di dirmi il suo nome. Lui si voltò verso di me e me lo dissi e mi chiese quale fosse il mio. Io glielo rivelai. Poi accadde altro , ma onestamente non lo ricordo. Mi ricordo solo quella luce bianca che lo avvolgeva, la luce tipica del cielo bianco e nuvoloso.
Il giorno dopo andai a scuola, come sempre. Le mie amiche insistettero per non entrare però e così, marinammo la scuola. Proposi di andare in villa, un parco comunale che c’è nella mia città. Arrivate la, ci sedemmo a sostare su di una panchina. Vidi una fontana davanti a noi siccome avevo un centesimo in mano, lo lanciai nell’acqua ed espressi un desiderio “Vorrei tanto vederlo” pensai. Era un gesto innocente, nemmeno ci misi impegno. Evidentemente la fontana mi ascoltò, perché quel ragazzo mi passò di lato e ci guardammo entrambi, allibiti. Anche lui aveva marinato la scuola quel giorno e aveva proposto ai suoi amici di andare alla villa. Lo venni a scoprire più tardi quando una mia amica, mi trascinò da lui per presentarmi, lui era seduto su di una panchina verde, al margine di un sentiero, proprio come nel mio sogno. Mi disse il suo nome, che però non corrispondeva a quello del sogno e io gli dissi il mio. Aveva 17 anni, proprio come quel ragazzo del mio disegno. Gli chiesi diverse cose. Dove abitasse ( molto lontano da me) che scuola facesse e le solite cose che si chiedono appena presentati, non ebbi la possibilità di chiedergli altro. So solo che appena andò via, senti di nuovo quel vortice nel petto, mi sentii vuota, come se avessi perso una parte di me. Non so per quale motivo, ma sperai di non rivederlo più. Non so perché ma quell’incontro mi aveva terrorizzata nuovamente. Avevo un brutto presentimento quando lui era nelle mie immediate vicinanze. Anche quello era un venerdì.
Così fu. Non lo rividi più per ben 3 anni.
Vivevo la mia vita tranquilla, eppure lui mi era rimasto sempre nella mente e sentivo la sua presenza anche nel mio cuore, in un certo senso mi aveva folgorata, non riuscivo a dimenticarlo e seppure non lo vedessi da tre anni, non sentivo attrazione né amore, per altri ragazzi. Non volevo nessuno con me. Forse non volevo nemmeno lui. Tutt’ora per me è così. Nè donne, né uomini, non sentivo legami con nessuno.
A gennaio di quest’anno faccio un nuovo sogno, onestamente non so se fosse un venerdì o meno. Certo lo avevo sognato altre volte, dove lui compariva sempre di striscio e se non lo vedevo, sentivo che c’era. Sognai di essere ad una festa e sognai che lui era, in quella stessa festa. Ci incontrammo, ci tenemmo d’occhio per un pò. Lui mi sorrise, come fece quella volta. Poi mi svegliai.
Un paio di giorni dopo una mia amica mi passa un profilo su FB: il suo. Ecco che torna a perseguitarmi, indirettamente ovvio. Lui ha sempre fatto tutto indirettamente. Lo aggiungo, controllo se effettivamente è lui, si è lui. Tra gli eventi vedo una festa che risulta essere la stessa a cui dovevo andare con un’amica. Da quel momento ho sempre avuto una forte sensazione di attesa. Non andai alla festa, perché ho avuto altri problemi. Ma in seguito a quella ci furono sempre altre coincidenze. Sono così tante, che starle a scrivere sarebbe un salasso. Lui è sempre stato con me in questi 6 anni, anche se effettivamente non c’è mai stato.
Sono passati pochi mesi da quel gennaio e ancora il suo pensiero è forte in me. Non so cosa pensare e vorrei tanto capire perché tutte queste strane sensazioni quando lo vedo. Questa familiarità, questi sogni e queste coincidenze, seppure io non creda nelle coincidenze.
Mi piacerebbe postare qualche disegno, con qualche sua foto, ma purtroppo non sono a casa mia. Vivo in un’altra città per studiare. Guarda caso, una città molto vicina alla sua che inizialmente non dovevo scegliere. Ma poi qualcosa mi ha portato a scegliere questo posto.
Mi dispiace dobbiate leggervi tutto questo, ma spero che qualcuno, mi dia un parere. Chiedo ancora scusa per la lunghezza >.< spero di non annoiarvi troppo.
Vi ringrazio in ogni caso.
Cris
e se fosse il tipo di persona con qui passerai il resto della tua vita? non ci hai mai pensato? se no perkè hai tutte quelle strane coincidenze?
potrebbe anche essere l errore della sua vita..
Cristina sei di cz?
questo è vero. perchè allora i destino cerca in tutti i modi di farli incontrare fra di loro, se poi può essere un grande sbaglio per loro due?
Ciao inanzitutto:
commenti dicono…”potrebbe essere la persona della tua vita”, o “potrebbe trattarsi di una persona da evitare”…Io so’ solo che potrebbe trattarsi di un’esplosione ormonale che ti sei portata avanti nel tempo ed hai dato un volto ai tuoi disegni…tutto qui e questo volto per qualche circostanza è questo ragazzo che sicuramente ti piace… secondo me…è piu’ un qualcosa sociosentimentale che paranormale…. Saluti
Si potrebbe essere tante cose, ma ancora non ho capito esattamente cosa.
Non è una cosa ormonale, posso assicurartelo perché io non posso clinicamente avere questo tipo di attacchi perché in un certo senso sono “sprovvista” di quel tipo di ormoni. Ma non sono qui per parlare dei miei ormani, certamente. Se fosse stato un esplosione ormonale di 7 anni, io che a stento reggo due minuti con un ormone, tra l’altro, non mio, credo me ne sarei accorta. Non sono stupida.
Non credo nemmeno che sia la persona della mia vita, perché siamo molto diversi. Eppure c’è qualcosa che non è né attrazione né amore che ci “unisce”. Capire questo, mi sarebbe molto d’aiuto.
ORMONI esclusi quindi, allora direi qualche grado di parentela? ? ? o lontani parenti…o qualcosa in comune…prendi carta e penna e traccia le cose in comune da li potrai muovere i tuoi pensieri verso varie direzioni per capirne di piu0’…. saluti!