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Sono i bambini a scegliere i propri genitori?.

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  • Questo topic ha 7 risposte, 6 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 6 anni, 11 mesi fa da Anonimo.
Stai visualizzando 8 post - dal 1 a 8 (di 8 totali)
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  • #22913
    Anonimo
    Inattivo

    “Prima della nascita, l’anima di ciascuno di noi sceglie un’immagine o disegno che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon, che è unico e tipico nostro. Tuttavia, nel venire al mondo, dimentichiamo tutto questo e crediamo di esserci venuti vuoti. E’ il daimon che ricorda il contenuto della nostra immagine, gli elementi del disegno prescelto. È lui dunque il portatore del nostro destino”

    Secondo Plotino (205-270 d.C.), il maggiore dei filosofi neoplatonici, noi ci siamo scelti il corpo, i genitori, il luogo e la situazione di vita adatti all’anima e corrispondenti, come racconta il mito, alla sua necessità. Come a dire che la mia situazione di vita, compresi il mio corpo e i miei genitori che magari adesso vorrei ripudiare, è stata scelta direttamente dalla mia anima, e se ora la scelta mi sembra incomprensibile, è perché ho dimenticato.”
    (cit. tra virgolette tratte da: “Il Codice dell’anima”, James Hillman, ed. Adelphi)

    A soffermarsi sul tema, fra i molti, lo psicoanalista James Hillman, secondo il quale a contraddistinguere la nostra vita è la ghianda che portiamo dentro, ovvero l’immagine di ciò che siamo davvero, scelta prima di venire al mondo. Ovvero il nostro destino che, rispetto a quanto si crede, è frutto di una scelta consapevole. Il concetto in realtà affonda le radici in un passato remoto, basti pensare al mito di Er de “La Repubblica” di Platone. Anche il filosofo neoplatonico Plotino condivideva la teoria, sostenendo che tutti noi scegliamo il corpo, i genitori, il luogo e la situazione di vita adatti all’anima.

    Il famoso conferenziere Robert Schwartz, autore di “Anime coraggiose”, è uno fra i tanti sostenitori di questa teoria. Egli afferma che tutti noi programmiamo preventivamente le nostre esistenze, sfide comprese, per bilanciare il karma e conoscerci meglio: “La programmazione che facciamo prima di nascere è estesa e dettagliata. Essa include la selezione delle prove della vita ma va ben al di là di essa. Noi scegliamo i nostri genitori (ed essi scelgono noi), dove e quando incarnarci, le scuole che frequenteremo, le case in cui vivremo, la gente che incontreremo e le relazioni che stringeremo.Se qualche volta avete avuto la sensazione di conoscere già una persona appena incontrata, forse eravate nel vero. Quella persona faceva probabilmente parte della vostra programmazione prenatale. Quando un luogo, un nome, un’immagine vi sembrano stranamente familiari la prima volta che li vedete o sentite, si tratta spesso di un vago ricordo di ciò che fu discusso prima dell’incarnazione. In molte sessioni di programmazione usiamo il nome e prendiamo l’aspetto fisico che avremo dopo la nascita. Tali pratiche ci aiutano a riconoscerci l’un l’altro a livello fisico. La sensazione di dèjà vu viene spesso, giustamente, riferita a qualcosa successa in una vita passata, ma molte volte si tratta invece di ricordi delle programmazioni prenatali. Quando entriamo nella dimensione terrestre dimentichiamo tutto e prima di incarnarci sappiamo che subiremo questa amnesia auto indotta. Un dato importante è che la personalità è dotata di libero arbitrio. È dunque possibile resistere o accettare le prove della vita. La Terra è un palco sul quale la personalità realizza o devia dal copione scritto prima della nascita. Noi scegliamo come reagire se con rabbia e amarezza o con amore e compassione. Quando riconosciamo che abbiamo programmato le prove della nostra vita la scelta diventa chiara e molto più facile“.
    In tale ottica i genitori non sono altro che parte del programma scelto prima di venire al mondo. Gli schemi che ereditiamo da loro sono una sorta di allenamento il cui scopo finale è insegnarci a vivere a modo nostro. Figli e genitori, quindi, si aiuterebbero reciprocamente a superare sfide, blocchi, ostacoli che in qualche modo li legano. Il fatto di vivere situazioni familiari devastanti o poco piacevoli è solo apparentemente negativo perché in realtà si tratta di una palestra per l’anima, attraverso le cui lezioni possiamo liberarci degli schemi di cui siamo prigionieri, scoprendo i nostri autentici talenti, i punti deboli e le abilità. Spesso è nelle difficoltà che troviamo la forza per cambiare.

    Per proseguire nella lettura:
    http://www.eticamente.net/49483/sono-i-bambini-a-scegliere-i-propri-genitori.html?refresh_ce

    Non mi convince molto questa ipotesi perché dovremmo scomodare migliaia di bambini abortiti anche a mesi di gestazione avanzata…

    La vostra opinione qual è?

    [attachment=1101]anime_luce.jpg[/attachment]

    #64480
    Anonimo
    Inattivo

    Non credo a questa teoria, ma almeno una volta per puro gioco di pensiero ho pensato a qualcosa del genere, del tipo “e se avessi scelto io cosa vivere?” oppure ancora “ammettendo che esista la reincarnazione, potrei essere io a scegliere cosa vivere in futuro?”.

    La mia risposta? Sarò monotono, ma credo che se potessi scegliere di rivivere la vita vissuto, la ripeterei. Perché? Sono tradizionalista, nonostante tutte le cose negativi accadute e che accadranno, l’affetto delle persone che ho accanto non ha prezzo e varrebbe essere rivissuto.

    #64489
    Anonimo
    Inattivo

    Chi ha sviluppato questa teoria deve essersi ispirato un po’ alla filosofia esoterica, visto che riprende alcuni termini, come il karma. Altri li ha rinominati… la “ghianda” di cui parla, per esempio, mi ha ricordato moltissimo il concetto di “atomo permanente”.
    Il “daimon” invece mi ha ricordato il film del La bussola d’oro. :scratch:

    Quando si dice che “l’anima sceglie”, è diverso dal dire “io avrei scelto”. Basandosi su queste filosofie l’anima ha facoltà di ricordare e decidere, ma in modo diverso da come è consono fare il cervello. Così dicendo, si trova una giustificazione al fatto che non siamo in grado di ricordare vite precedenti – ammesso e concesso che esistano.

    Riguardo il fatto che i bambini possano scegliere la famiglia in cui nascere, sono un po’ perplessa. Alla lunga il concetto mi fa pensare al fatto che l’anima sappia riconoscere il luogo adatto in cui poter vivere certe esperienze… però, mi chiedo… perché non si parla mai del fatto che un’anima, prima incarnata in un essere umano, abbia poi bisogno di fare esperienza nascendo in una famiglia di animali? Da dove parte questa idea di evoluzione come una strada che va sempre in salita? Voglio dire, possibile che l’anima ad un certo punto non si trovi nel bisogno di dover sperimentare una condizione di vita non-umana?

    Ma forse sono andata un po’ fuori dal discorso principale…

    #64493
    Anonimo
    Inattivo

    @Nyma
    Mi riallaccio alle tue ultime considerazioni.

    Certamente l’Anima ha precedentemente sperimentato l’esistenza in corpi non umani…Dal minerale al vegetale,dall'”animale” all’umano…

    E’ per questo che l’Anima Realizzata può affermare <<: io sono il tutto>>.

    Diverso discorso per l’Induismo,dove purtroppo è considerata la Metempsicosi,che in realtà è involutiva,poichè nell’Induismo ci si può reincarnare in forme animali dopo aver vissuto in una forma umana.Questo concetto,la Metempsicosi,mi ripeto,è considerato involutivo.

    #64494
    Anonimo
    Inattivo

    Ho sbagliato a postare…
    Questo post si accolla al post Siddharta…

    #64481
    Anonimo
    Inattivo

    Mi sembra un po’ assurda la teoria dell’ incarnarsi in piante ed animali partendo dal presupposto che l’anima quando ritorna in sede si scontra con il Tutto e non necessiterà più di ulteriori prove e battaglie dal momento che le ha già intraprese e dal momento che l’incontro con il divino è definitivo essendo tutto.

    Posso al massimo credere che viene data una seconda possibilità, come nelle nde.

    #64498
    Anonimo
    Inattivo

    Invece io penso che teorie come questa siano molto importanti.

    Perché credo che siano vere?
    Al contrario. Perché credo che più teorie si inventano circa i misteri dell’universo, e più si dimostra come CHIUNQUE possa svegliarsi al mattino e decidere di fare un’affermazione strampalata senza avere uno straccio di prova. 😎

    #64889
    Anonimo
    Inattivo

    Non vedo neppure io perchè questa teoria dell’aver scelto noi la situazione in cui viviamo dovrebbe essere più vera di quella secondo cui siamo capitati qui per caso…secondo quali prove? perchè l’ha affermato un filosofo? per me filosofi, psicanalisti, conferenzieri e quant’altro mettono in piedi teorie sulla base delle propie convinzioni e ragionamenti, ma nessun dato di fatto oggettivo, quindi non mi impressionano più di tanto. Poi che a qualcuno piaccia e magari si consoli anche con l’idea che ci troviamo qui per una scelta personale ,che forse rende il tutto più sopportabile posso capirlo…ma io non sono fra questi.

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