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Ram Bahadur Bamjon.

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    Anonimo
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    Chi non ha sentito parlare di Ram Bahadur Bamjon, soprannominato da molti Little Buddha (“il piccolo Buddha”)?

    Il 16 maggio del 2005, a Ratnapuri, nel distretto di Bara, in Nepal (a 150 km da Katmandu), un ragazzino di quindici anni (nato il 9 maggio 1989) si è seduto all’interno della cavità di un albero (un ‘pipal’), nella posizione del loto, in meditazione.
    Dopo alcuni mesi in cui Bamjon trascorreva il proprio tempo lì a meditare (di notte veniva tirata una tenda dietro la quale lui restava nascosto fino al mattino successivo), la notizia ha fatto il giro del mondo e presto migliaia di persone sono accorse per vederlo.
    L’opinione pubblica si è subito divisa fra curiosi, devoti, scettici e denigratori. I visitatori, in ogni caso, potevano osservarlo a una distanza di 50 metri (alcune misure precauzionali vennero prese, anche perché pare che qualcuno abbia cercato di molestarlo).

    E dato che di giorno il ragazzo rimaneva immobile in meditazione, senza occuparsi di altro, si è sparsa la voce che non mangiasse né bevesse. Così, tutta la stampa mondiale sembrava interessata unicamente a cercare di capire se veramente egli non si alimentasse. Come se questa fosse l’unica cosa importante!
    Il fatto — incontestabile e realmente degno di interesse — che egli trascorresse gran parte della giornata in meditazione profonda, è passato in second’ordine… stupidità dei mass media! Senza contare il fatto che ha trascorso tutto l’inverno — particolarmente rigido, a quelle altezze himalayane! — all’aperto, ricoperto con una stoffa leggera. Mostrando in tal modo una particolare resistenza al freddo, non sconosciuta presso alcuni eremiti nepalesi, che hanno appreso una serie di pratiche volte a sviluppare — mediante il controllo dell’energia pranica presente nel corpo fisico — un calore interiore che permette loro di sopportare temperature molto basse.

    Sua madre, Maya Devi, ha rilasciato una dichiarazione: «Inizialmente ero preoccupata, ma ora sono felice».

    Bhamjon pare avesse intenzione di restare lì in meditazione per un paio di anni, ma la notte del 10 marzo 2006 — stanco, evidentemente, del circo che gli si stava creando tutt’intorno — si è allontanato in segreto con pochi fedelissimi nel fitto della giungla di Ratampuri, alla ricerca di un luogo più segregato per continuare le proprie pratiche.

    Nove mesi dopo quel 10 marzo del 2006, ovvero il 26 dicembre, alcuni trovarono Ram Bahadur Bamjon nella giungla, con i capelli molto lunghi e una spada al fianco, per difesa personale. Pare si nutra esclusivamente di erbe medicinali. Inoltre, a gennaio del 2007, alcuni abitanti di Piluwa (località situata nello stesso distretto nepalese di Basa, 150 chilometri a est di Katmandu), lo hanno scorto sotto un alberello, intento a meditare. Un giornalista nepalese ha trasmesso all’agenzia Reuter una dichiarazione del ragazzo, esprimente la volontà di osservare un periodo di pratiche meditative e devozionali che avrà la durata complessiva di sei anni. Ovvero, fino al 2011.

    Il 26 marzo 2007 alcuni ispettori di polizia di Ratnapuri (capitanati da Rameshwor Yadav) hanno trovato Bamjon in meditazione dentro una piccola costruzione in cemento. Indra Lama, uo uomo che abita nei paraggi, ha detto che la costruzione è stata realizzata su richiesta dello stesso Bamjon.

    Il 2 agosto 2007, Bamjon ha convocato un raduno e ha parlato (in nepalese) a un vasto pubblico nella giungla di Bara

    Diamo inoltre un estratto del suo discorso:

    «L’assassinio, la violenza, l’avidità, la collera e la malvagità hanno reso il mondo umano un luogo disperante. Sul mondo si è abbattuto un cataclisma che sta portando la terra verso la distruzione. L’unico modo per salvare il mondo è il dharma. […]
    La salvezza umana — la salvezza di tutti gli esseri viventi — e la pace nel mondo sono il mio intento e la mia meta. […]
    Ma in questo mondo caotico, la mia pratica è stata ridotta a mera curiosità. […]
    Per adempiere il mio compito devo trovare anzitutto il vero sentiero della conoscenza, così vi chiedo di non disturbare la mia pratica. […]
    Perciò, finché non vi invierò un segnale, non venite qui e, per favore, spiegatelo anche agli altri. […]
    Diffondete il messaggio della pace del mondo a tutti».

    Il termine dharma utilizzato da Bamjon è stato tradotto da alcuni giornalisti con la parola “religione”, ma occorre precisare che dharma rappresenta la legge profonda, intrinseca a ogni essere vivente. Volutamente noi abbiamo preferito riportarlo in originale, date le molteplici implicazioni che esso contiene.

    È stato realizzato un video che riprende integralmente l’evento e che mette in luce un ragazzo semplice e perfino un poco timido, ma molto determinato, dal volto aperto e dallo sguardo limpido, come mostra la foto qui in basso riprodotta, del 2007, all’età di 18 anni.

    Ci auguriamo, in conclusione, che Bamjon possa ora continuare le sue pratiche indisturbato…

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