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Premonizione….di un’animale.

  • Questo topic ha 30 risposte, 6 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 5 anni, 2 mesi fa da Anonimo.
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  • #23258
    Anonimo
    Inattivo

    Domenica 1° dicembre 1991. Ma cosa hai oggi Leo? mi sembri strano, mi guardi strano… e perché non mi lasci un attimo da solo? mi stai seguendo per tutta la casa sembri la mia ombra….miao. Leo è un gattone di razza maine coon di quasi 7 kg, e quella mattina già dal risveglio riscontrai una stranezza: il gatto non aveva mai dormito ai miei piedi, mai in 2 anni che che stava con noi, cresciuto con noi da piccolissimo, preferiva dormire o in cucina o al massimo in periodi particolarmente freddi ai piedi di mio fratello che lui prediligeva come componente della famiglia. Il gatto in questione era di per se già un po’ atipico, cioè era quasi come se non appartenesse ai felini tanto era pacato, mai visto giocare con palline o oggetti in movimento, poco agile e di indole docilissima…troppo per un gatto. Quel giorno di tanti anni fa Leo mostrava già da prima mattina segni di irrequietezza quando poi di solito se ne restava per l’ intera giornata a poltrire su qualche sedia o divano… ma nessuno ci diede peso visto che godeva di ottima salute. Ore 19:00, esco con la moto per andare ad una festa di compleanno alla quale non volevo neanche partecipare, ma sotto insistenza del mio amico(la festa era di suo fratello sposato) decidetti di fare almeno una comparsa di cortesia, quindi passo a casa di un’ altro mio amico in comune e lo porto con me per compagnia. Dopo un’ oretta decidemmo che era il caso di passare a ben altre conclusioni per la serata e andammo via. 10 km percorsi con la moto 120/130, strada deserta e un freddo scostumato… e poi….l’ impatto. Mi risvegliai in ospedale con mille fili attacati addosso e flebo, medici ed infermiere attorno e di lato a me il mio amico rimasto indenne dall’incidente. Una macchina, con al volante una persona non proprio sobria, mi aveva preso in pieno ad alta velocità sbucando come un missile da una traversa dal lato opposto della strada. Non perdemmo la vita chi sa per quale intervento divino, di solito questi sono incidenti mortali, e alla fine me la cavai con un femore rotto e vari traumi di scarsa entità. Torniamo al gatto….a detta dei miei genitori, verso le 20:00 (ora dell’incidente) l’ irrequietezza inusuale che Leo aveva manifestato per l’ intera giornata culminò in pazzia: miagolava di continuo, un miagolio come un lamento umano di disperazione, graffiava le porte per tutta la casa ed in particolare quella principale come se volesse uscire….ma era strano, lui aveva il terrore di uscire di casa, non aveva mai accennato a volerci neanche solo tentare, e poi si mise a saltare per tutti i mobili della cucina iniziando a rompere gli oggetti. I miei iniziarono ad aver paura e a credere che forse un terremoto era imminente quando poi….squillò il telefono che li avvisò dell’ accaduto. Quando tornai dall’ ospedale, dopo alcune settimane, il gatto non mi fece una calorosa accoglienza anzi sembrava indifferente come sempre ma ..quello che mi colpì fu quando nel pomeriggio mi misi a riposare nel mio letto e lui mi raggiunse, mi saltò in petto e mi fissò per qualche secondo a mo di ammonizione che, tradotto in termini umani, percepii come un “te lo avevo detto”

    #67366
    Anonimo
    Inattivo

    Ciao Gemini
    faccio copia e incolla di un articolo in cui uno scienziato sostiene la particolare sensitivita’ dei gatti.
    “Che fossero animali a dir poco sorprendenti, dotati di una personalità ricca di sfumature e di una sensibilità spiccata ce n’eravamo accorti da tempo. Che avessero un’intelligenza fuori dal comune, paragonabile a quella umana,per i gattofili non è un argomento nuovo. Che sappiano consolarci nei momenti più tristi e riescano a percepire le nostre emozioni lo si sapeva.
    Ma che addirittura potessero avere dei poteri paranormali questo no, non ce l’aspettavamo!

    Non si tratta dell’ultima trovata del web, di una pubblicità o del “fanatismo” del primo “gattaro” di turno. Questa tesi è stata dimostrata da Rupert Sheldrake, un biologo della Cambridge University secondo cui gatti e cani avrebbero dei poteri di chiaroveggenza e
    Secondo lo scienziato cani e gatti riuscirebbero anche a percepire il momento in cui al proprio padrone succede qualcosa di particolarmente brutto, come ad esempio un incidente o addirittura la morte.

    Il dottor Sheldrake, a supporto della sua teoria, ha raccolto una serie di storie e testimonianze. Una in particolare narra di una sua vicina di casa, vedova, con un figlio marinaio. Il giovane aveva l’abitudine di tornare a casa senza avvisare, per non fare preoccupare la madre in caso di eventuali ritardi. Il loro gatto, molto affezionato al suo giovane padrone, riusciva a prevedere il suo arrivo e già un paio d’ore prima che facesse la sua comparsa, il gatto se ne stava seduto sullo zerbino ed iniziava a miagolare. Secondo quanto raccontato dallo studioso, il gatto non ha mai sbagliato nelle previsioni e sistematicamente dopo un paio d’ore la massimo il suo padroncino faceva ritorno a casa e suonava il campanello.
    “Questa fantastica dote potrebbe aiutare l’uomo a prevedere e quindi prevenire delle catastrofi naturali quali terremoti e tsunami” ha dichiarato lo scienziato.

    #67372
    Anonimo
    Inattivo

    Ciao lunablu, anche all’ epoca sapevo di questa peculiarità dei gatti e pensavo fossero solo leggende, ma da quella volta in poi ho iniziato a crederci sul serio. Da quel giorno il mio gatto non ebbe mai più crisi del genere fino a che è rimasto tra noi. Ti dico pure che da quell’ evento in poi non vado più d’accordo con questi animali o, per meglio dire, io non piaccio a loro… si può star sicuri che dove sto io non ci sono loro e non so perché nonostante a me piacciono molto. Cosa diversa è per i cani, che mi tiro appresso ovunque io vada, randagi e non. Ho constatato che su questi ultimi ho come un potere calmante e rassicurante. Non molto tempo fa lavoravo per una ditta che si occupava di ossigenoterapia ed io ero addetto alle consegne a domicilio di bombole alle persone affette da BPCO quindi entravo in decine di case al giorno dove in molte vi erano animali domestici…ma in particolare una volta, in Costiera Amalfitana, andai a fare una nuova attivazione di un paziente, in una villona dove nel giardino c’ era un’ enorme maremmano molto aggressivo, e a detta dei padroni non tollerava nessuno al di fuori dei membri della famiglia. A me mi ha sempre tollerato però, fin dal primo momento destando la meraviglia dei padroni a riguardo, al punto che ormai quando andavo a fare le consegne periodiche non lo legavano più.

    #67367
    Anonimo
    Inattivo
    Gemini wrote:
    Domenica 1° dicembre 1991. Ma cosa hai oggi Leo? mi sembri strano, mi guardi strano… e perché non mi lasci un attimo da solo? mi stai seguendo per tutta la casa sembri la mia ombra….miao. Leo è un gattone di razza maine coon di quasi 7 kg, e quella mattina già dal risveglio riscontrai una stranezza: il gatto non aveva mai dormito ai miei piedi, mai in 2 anni che che stava con noi, cresciuto con noi da piccolissimo, preferiva dormire o in cucina o al massimo in periodi particolarmente freddi ai piedi di mio fratello che lui prediligeva come componente della famiglia. Il gatto in questione era di per se già un po’ atipico, cioè era quasi come se non appartenesse ai felini tanto era pacato, mai visto giocare con palline o oggetti in movimento, poco agile e di indole docilissima…troppo per un gatto. Quel giorno di tanti anni fa Leo mostrava già da prima mattina segni di irrequietezza quando poi di solito se ne restava per l’ intera giornata a poltrire su qualche sedia o divano… ma nessuno ci diede peso visto che godeva di ottima salute. Ore 19:00, esco con la moto per andare ad una festa di compleanno alla quale non volevo neanche partecipare, ma sotto insistenza del mio amico(la festa era di suo fratello sposato) decidetti di fare almeno una comparsa di cortesia, quindi passo a casa di un’ altro mio amico in comune e lo porto con me per compagnia. Dopo un’ oretta decidemmo che era il caso di passare a ben altre conclusioni per la serata e andammo via. 10 km percorsi con la moto 120/130, strada deserta e un freddo scostumato… e poi….l’ impatto. Mi risvegliai in ospedale con mille fili attacati addosso e flebo, medici ed infermiere attorno e di lato a me il mio amico rimasto indenne dall’incidente. Una macchina, con al volante una persona non proprio sobria, mi aveva preso in pieno ad alta velocità sbucando come un missile da una traversa dal lato opposto della strada. Non perdemmo la vita chi sa per quale intervento divino, di solito questi sono incidenti mortali, e alla fine me la cavai con un femore rotto e vari traumi di scarsa entità. Torniamo al gatto….a detta dei miei genitori, verso le 20:00 (ora dell’incidente) l’ irrequietezza inusuale che Leo aveva manifestato per l’ intera giornata culminò in pazzia: miagolava di continuo, un miagolio come un lamento umano di disperazione, graffiava le porte per tutta la casa ed in particolare quella principale come se volesse uscire….ma era strano, lui aveva il terrore di uscire di casa, non aveva mai accennato a volerci neanche solo tentare, e poi si mise a saltare per tutti i mobili della cucina iniziando a rompere gli oggetti. I miei iniziarono ad aver paura e a credere che forse un terremoto era imminente quando poi….squillò il telefono che li avvisò dell’ accaduto. Quando tornai dall’ ospedale, dopo alcune settimane, il gatto non mi fece una calorosa accoglienza anzi sembrava indifferente come sempre ma ..quello che mi colpì fu quando nel pomeriggio mi misi a riposare nel mio letto e lui mi raggiunse, mi saltò in petto e mi fissò per qualche secondo a mo di ammonizione che, tradotto in termini umani, percepii come un “te lo avevo detto”

    Peccato Gemini che il tuo rapporto con i gatti si sia incrinato…chissa’ forse ti e’ rimasta una paura inconscia visto che Leo a modo suo ti aveva preannunciato un avvenimento infausto…io li trovo degli animali stupendi gia di per se’ a livello estetico/ caratteriale. Sono una sempre scettica riguardo tutto cio’ che c’e’ di paranormale/soprannaturale ecc. ma devo dire che negli ultimi tempi ho notato nel mio vecchio micio una sensitivita’ particolare riguardo il mio stato d’animo: lui e’ anziano e passa quasi tutto il giorno e la notte a dormire, vuole starsene per i fatti suoi e mal sopporta di essere toccato, accarezzato, coccolato, ma mi e’ capitato in diverse occasioni di essere triste a causa di problemi personali e lui magicamente viene a cercarmi per dormire con me e fare le fusa, quasi come se volesse essere lui a coccolare me…e lo fa solo nei miei momenti no…mi lascia davvero senza parole questo fatto.

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    #67373
    Anonimo
    Inattivo

    Si lunablu è un peccato, ma non è colpa loro come daltronde neanche mia… loro sono puri, ed in fondo io sono solo il vettore di quello che li mette in soggezione e disagio….lo capisco quando ne icrocio uno, che con molta diffidenza mi guarda fisso negli occhi ed annusa l’aria intorno….quegli occhi di gatto che ti penetrano come un laser e che chissà quante e quali cose a noi ignote percepiscono. Qualche volta mi capita pure di riuscire a tenerne uno in braccio, ma la musica dura poco, perché puntualmente si destabilizzano e scappano lontano.

    #67374
    Anonimo
    Inattivo

    Ciao Gemini,

    che storia interessante, la tua!

    Ho anch’io una gatta, che è sempre vissuta con noi perché trovata a pochi giorni di vita e sopravvissuta quasi per miracolo a causa delle difficoltà di occuparsi di un gatto così piccolo senza la mamma.
    Dell’estrema sensibilità di questi animali ci siamo accorti anche noi sin da subito. Una cosa che abbiamo notato, ad esempio, è che quando mia moglie è rimasta incinta, la gatta ha cominciato ad avere una particolare vicinanza con lei. Le stava più vicino, le si sedeva sulle gambe, si sdraiava vicino alla pancia. E questo ancora prima che la gravidanza fosse evidente alle persone. Abbiamo pensato che la gatta abbia avvertito dei cambiamenti chimici-ormonali di mia moglie e istintivamente sapesse di che cosa si trattasse.
    Altro elemento è che è bravissima ad interpretare le “intenzioni”. Capita che mi faccia arrabbiare per qualche pasticcio che combina, tipo rompere un bicchiere, gettare a terra dei soprammobili o altro…. se mi muovo verso di lei arrabbiato, subito scappa. In altre situazioni, invece, anche se avanzo veloce e deciso verso di lei, ma senza essere arrabbiato, non fa una piega e si limita a guardarmi. Certo, è probabile che colleghi il fatto “oggetto rotto” con una reazione non proprio felice da parte mia : cop : però le sue abilità interpretative non si limitano a questo.
    Altro fatto interessante è che quando rincaso (abitiamo al secondo ed ultimo piano) è la prima ad accorgersene sin da quando apro il portone al piano terra. Siccome altre persone abitano nel condominio, nei minuti e nelle ore precedenti altre persone aprono quel portone e salgono le scale, anche fino al nostro pianerottolo, ma lei non fa una piega. Quando sono io, invece, va a posizionarsi davanti alla porta ad aspettarmi. E questo anche ad orari diversi, per cui l’ora non c’entra.
    Ho pensato che sia in grado di riconoscere particolari a noi non noti, come un modo particolare di maneggiare le chiavi, il modo di entrare e lasciare la porta, i primi passi sui gradini ed il loro suono, o cose simili.
    Certamente però sono degli animali incredibili.

    Che possano arrivare a prevedere un evento non ancora accaduto e non dipendente dalle condizioni di salute delle persone, tuttavia, mi pare davvero troppo.
    Nel senso: l’incidente dipende da un concatenarsi di cause e situazioni diverse e non ancora esistenti, se non a livello potenziale, per cui non vedo come il gatto possa prevederlo. Però… non si sa mai!

    Gemini, credo che il tuo rapporto con i gatti si sia incrinato per un tuo timore in seguito all’incidente. Un po’ come se tu non volessi più ricevere cattivi presagi, e i gatti lo sentono, probabilmente interpretandolo come avversione nei loro confronti.

    #67375
    Anonimo
    Inattivo
    valle wrote:
    Che possano arrivare a prevedere un evento non ancora accaduto e non dipendente dalle condizioni di salute delle persone, tuttavia, mi pare davvero troppo.
    Nel senso: l’incidente dipende da un concatenarsi di cause e situazioni diverse e non ancora esistenti, se non a livello potenziale, per cui non vedo come il gatto possa prevederlo. Però… non si sa mai!

    Ciao a te Valle….si capisco, ho afferrato, e ti dico che il bello per me stà proprio li. Ovvio che a seconda della propensione di un individuo le cose da pensare in merito sono diverse…ed io che propendo più nel credere che il gatto ha percepito che quella giornata non si sarebbe chiusa in bellezza, nonostante ragionevolmente non rifiuto la tua affermazione, do più valore a quel “non si sa mai”.

    valle wrote:
    Gemini, credo che il tuo rapporto con i gatti si sia incrinato per un tuo timore in seguito all’incidente. Un po’ come se tu non volessi più ricevere cattivi presagi, e i gatti lo sentono, probabilmente interpretandolo come avversione nei loro confronti.

    Opinione/tesi più che accettabile e vicina alla verosimilità….ma che ne dici di schierare un bel “non si sa mai” anche qui?

    #67376
    Anonimo
    Inattivo

    Che cani e gatti e probabilmente non solo loro hanno una sensibilità molto più elevata tanto da capire anche se una persona sta male o sta per morire per una malattia prima che accada lo do per certo.

    Che abbiano anche poteri di chiaroveggenza eeeeh… li ho indosso due Reebok di piombo ultimo modello, un po’ scomode.

    #67381
    Anonimo
    Inattivo

    Allora…..non avrò di certo io la presunzione di venire su un forum a spiegare che questo, come daltronde gli altri argomenti trattati, per essere presi con il minimo sindcale di considerazione, abbisogna di essere liberi dal full metal jacket in dotazione. Ed è quello che poi semplicemente ho fatto io, negli anni ho ampliato gli orizzonti, e che secondo me è cosa necessaria ed evolutiva. E qui non si tratta che il gatto, oltre a parlare e ad avere gli stivali, sale sull’ oracolo e predige il futuro dell’ umanità….quello che è capitato a me, e forse ad altri, può benissimo non dipendere propriamente dagli animali, ma almeno considerare che in certi casi quesi ultimi, essendo creature senza peccato ne alcuna altra forma di compromissione, possano fare da tramite be’ io non me lo precluderei affatto.

    #67391
    Anonimo
    Inattivo

    Il punto è che se si pensa che possano essere tramite vero quel qualcos’altro si sta supponendo che esista un qualcos’altro. Che sia il piano spirituale, o un “fato” scritto che può essere letto.

    Non sto perculando nessuno, dico solo che ammesso che esista un “qualcos’altro” sono più propenso a credere alla possibilità che esista un piano spiritico (e quindi l’animale possa coglierlo con la sua maggior sensibilità), piuttosto che un qualcosa di “scritto” su cui è possibile fare preveggenza. Affronto sempre le cose con un approccio molto razionale e scettico, ciò non significa che non gli dia le sue possibilità o non sarei qui. Però tra tutte le possibilità, quella della preveggenza e del “fato” è forse quello che sta in fondo alla lista.

    #67392
    Anonimo
    Inattivo
    ParanormalStudio Emiliano wrote:
    Affronto sempre le cose con un approccio molto razionale e scettico, ciò non significa che non gli dia le sue possibilità o non sarei qui. Però tra tutte le possibilità, quella della preveggenza e del “fato” è forse quello che sta in fondo alla lista.

    Queste parole la dicono lunga….si evince che non sei scettico per natura, ma più per una autoimposizione e per mettere alla prova gli eventi.. il che non è di per se una cosa negativa ma spesso potrebbe mettere in una posizione di svantaggio. Ce chi sostiene che lo scetticismo sia un handicap. Forse non è il tuo caso, e si vede da quell’ annoverare nella lista. Se io decido di fare un pasto completo, in piatto unico, faccio una lista degli alimenti che mi servono per costituirlo….e so bene che se anche uno dei suddetti manca, mangeri lo stesso si, ma il piatto non sarebbe più completo.

    #67393
    Anonimo
    Inattivo

    Ciao Gemini,

    purtroppo gran parte delle discussioni finiscono per impantanarsi nelle stesse sabbie mobili, da cui non si esce più. Chissà quanti thread di questo forum hanno lasciato il loro scheletro là in fondo.
    Ogni volta che qualcuno dice che per comprendere certi fenomeni, o per farne esperienza, bisogna liberarsi delle costrizioni del pensiero analitico, scientifico, sperimentale, in pratica bisogna rinunciare alla “prova”, alla dimostrazione che ciò che si pensa sia vero, allora io dico:
    come si fa a discernere le (auto)illusioni, le reminiscenze di imposizioni arrivate dall’esterno, dalla religione, dalla cultura popolare, le “verità” rivelate che non possono essere comprese ma accettare per vere e basta, da ciò che invece può essere verificato e quindi avere una validità obiettiva per tutti?

    Perché, vedi, rinunciando a questo, entriamo in quell’ambito in cui chiunque può dire qualunque cosa in quanto l’ha vista con gli occhi dello spirito, e ciò che è vissuto a livello spirituale non può essere messo in discussione. E’ valido di per sé. Ma a me questo discorso sta bene fino ad un certo punto. Credo che il valore delle esperienze fatte su un piano spirituale sia tale per l’individuo, a prescindere dalla sua condivisibilità con altri.
    Ma quando io ed altri in questo forum ci chiediamo se una cosa sia vera oppure no, ci domandiamo un’altra cosa, ovvero: quel fatto che si è osservato, è esistente anche al di fuori del mondo esperienziale di chi lo osserva? O, detto in altri termini, esiste solo nella sua testa?

    Torniamo all’esempio del tuo gatto, per restare in tema: è molto suggestivo il momento in cui il gatto, mentre sei sdraiato a casa e dopo la brutta avventura dell’incidente, ti salta sul petto e ti fissa negli occhi come a dire “Te l’avevo detto!”.
    E’ anche molto romantico pensare che sia così.
    Ma esiste un meccanismo, che tutti mettiamo in atto, e che la psicologia definisce “proiezione”, ovvero trasferire su altri (persone, animali, o perfino oggetti) dei sentimenti e pensieri che sono invece nostri. Nella scena in questione, è molto probabile che sia stato tu a pensare “il gatto aveva voluto avvertirmi ed io non sono stato capace di ascoltarlo”, e nel suo sguardo hai quindi proiettato il monito “Te l’avevo detto!”.
    Mentre il gatto, magari, aveva solo fiutato qualcosa nell’aria intorno a te, o aveva visto un tuo comportamento particolare, o chissà che cosa, e ti è saltato sul petto.

    Tornando quindi al quadro “filosofico” più generale che hai aperto, quando dici che bisogna “liberarsi” di certi modi di analizzare la realtà, significa che devo andare dietro a qualunque mio moto interiore, convincendomene, e credendoci, senza valutare obiettivamente altre spiegazioni?
    Io lo trovo estremamente pericoloso. O meglio, forse per il singolo può essere rincuorante, può essere romantico, ma non serve ad indagare il reale.

    #67395
    Anonimo
    Inattivo

    @Valle
    Di solito non amo essere troppo prolisso nelle discussioni o nelle risposte che do. Ne sono un teologo/filosofo.
    A quello che hai scritto potrebbe scaturire un discorso che farebbe annoiare la maggior parte degli utenti.
    Ma siamo qui per discutere e confrontarci, e questo non vuol dire per forza spendere tante parole e concetti
    che poi inevitabilmente sfocerebbero in diatribe dove ognuno ha il suo punto di vista. Avere un punto di vista
    è importante, ma indicativo per poter canalizzare le proprie correnti sui concetti… averne più di uno è universalmente
    più produttivo. Arrivare ad un punto che per parcondicio mette d’accordo tutti (non senza dubbi però) è impresa ancor più ardua,
    specie in questi temi. Considerare il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto non mette in disaccordo i pensieri, anzi li unisce ancor
    meglio…basta accettare che le parti mancanti sono complementari e non mancanti, al di fuori dell’ indottrinamento propinato dal piano sociale, dalla religione
    o da qualsiasi massone di turno. Detto questo, torno anche io al gatto… che, se per opera madiatica, divina, chimica o biologica che si voglia, ha manifestato
    sensazioni/azioni che avrebbe potuto manifestare anche fuori da quel contesto, non ha MAI PIU’ manifestato in vita sua, allora qualche evasione da tutti i concetti preconfezionati io me la concedo.

    #67396
    Anonimo
    Inattivo

    Capisco, ma è pur vero che probabilmente (e per fortuna) non hai vissuto momenti così drammatici o critici prima o dopo quell’incidente. E’ possibile che in quel momento che il gatto ti è saltato addosso tu avessi per la testa pensieri come “cavoli, a quest’ora avrei potuto non esserci più”, “potevo lasciarci le penne quella sera…”, “forse non avrei visto più casa e nemmeno te, gatto”… Sto facendo degli esempi.
    Be’, forse lo hai fatto. Io lo avrei fatto di sicuro, al posto tuo, sono uno piuttosto sensibile e tendente al rimuginare sui “se” e sui “ma”, e non è sempre un bene. Il gatto forse li sente questi pensieri, non in termini di parole e concetti, ma in termini di emozioni. Se esiste qualcosa come l’odore della paura, o della tristezza, o le reazioni chimico-fisiche ad esse associate, il gatto lo può sentire.
    E se prima o dopo di allora non ti sei trovato più in condizioni così estreme, questo spiegherebbe perché il gatto non si è più comportato così.

    Comunque fai bene a lasciarti aperta quella strada delle ipotesi alternative. Sappi che io non sono contrario per principio, anzi mi affascinano e mi piacerebbe scoprire che esistono piani misteriosi, nuovi (per me) da indagare.

    #67397
    Anonimo
    Inattivo
    valle wrote:
    Comunque fai bene a lasciarti aperta quella strada delle ipotesi alternative. Sappi che io non sono contrario per principio, anzi mi affascinano e mi piacerebbe scoprire che esistono piani misteriosi, nuovi (per me) da indagare.

    Ecco il punto! Valle…io sento il dovere di riservarmi ipotesi alternative, che poi la parola alternativa andrebbe rivalutata secondo il mio pensiero.
    Se ci si pensa passiamo un’ intera esistenza a cercare spiegazioni razionali e compatibili alla papabile realtà, cerchiamo verità in schemi ben definiti
    da un’ assurdo conformismo, e a tutti i costi che gli avvenimenti, anche quelli inspiegabili(per molti ma non per tutti) combacino con qusesti schemi debilitanti di
    piccole creature quali noi uomini siamo. la verità, quella quotidiana, è a portata di tutti, ce l’ abbiamo sotto al naso è non cè niente di più semplice da apprendere
    come nel dire che un gatto ha avvertito con largo anticipo la sventura del suo padrone! Vedi? non cè niente di male, e nussuno può darmi del credulone: sono un
    credente universale non un bigotto. Poi concludo col dire che prima e dopo quell’ incidente ho avuto stati d’ animo simili, se non peggiori e non sto qua a raccontare per cosa, e come sappiamo l’ empatia di questi animali è grande, ma mai sia venuto una sola volta a consolarmi. Per me questo avvalora
    quel che è la mia verità semplice e senza corruzzioni.

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