Ciao a tutti,
vi propongo un articolo che getta delle ombre davvero brutte sulla figura di Padre Pio.
Prendete con le dovute cautele ciò che leggete (come sempre), i fatti che sono esposti nell’articolo derivano da testimonianze, e come tali potrebbero essere genuine oppure no. La chiesa le prese molto sul serio, mandando degli uomini ad indagare Padre Pio, il quale, pare, si sottrasse anche ad alcuni controlli.
Acido fenico, ordinato sottobanco, sostanza capace di procurare piaghe sulla pelle.
Per chi è devoto al frate di Pietrelcina: il mio intento non è offendere voi o Padre Pio. Non so se il personaggio in questione fosse davvero un santo oppure un impostore. Ma tutte le campane meritano d’essere ascoltate, e questo articolo è davvero preoccupante.
Eccovi il link:
http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_24/luzzatto.shtml
Io sul fenomeno legato a Padre Pio mi son sempre chiesto una cosa, magari dettata da ignoranza ma a questo punto chiedo a voi quanto ne sapete a riguardo. E’ una cosa che ho sempre tralasciato con un “bah”, sia perché la figura di Padre Pio non mi interessa particolarmente, sia perché mi son detto “possibile che nessuno ci ha mai pensato? Di sicuro sto sbagliando qualcosa”. Ma ora ve la propongo.
Stimmate… sul palmo della mano. Perché? Se non sbaglio (e qui chiedo conferma), le persone che venivano crocefisse non venivano inchiodate sui palmi della mano: non avrebbero retto il peso. Il chiodo veniva inserito a livello dei polsi. Quindi l’imprecisione del racconto (o della traduzione) e l’iconografia classica ci suggeriscono un aspetto visivo non veritiero. Va da se che se questa tesi è corretta, stiamo parlando di segni legati “alla storia” e non “alla realtà”: se fossero state vere, sarebbero apparse sui polsi e non sui palmi.
Sono più incline a considerare Padre Pio come un grande sensitivo, la religione in sé è irrilevante ai suoi sviluppi carismatici.
Se non erro, prima di morire, le stigmate sono scomparse. Qualcuno conferma?
bilocazione, lettura del pensiero, conoscenza di fatti che non poteva assolutamente conoscere, stimmate , lotta fisica con entità maligne
I misteri sono tanti….io ci credo, esistono uomini così “carismatici”. Non solo nel clero…esistono uomini che devono portarci messaggi e avvicinarci alla spiritualità. Le persone si giudicano dai frutti…Padre Pio portava verso Dio, verso il Bene ? Allora era tutto vero
condivido pienamente il pensiero sia di Quandosioscuralaluna che di lechateau,Padre Pio come altri ….. religione a parte quindi.. in quanto considero Dio , come ho detto al di là delle religioni..,, tutte sicuramente con basi di Verità ma fuorviate da “manovre”(passatemi il termine ) per così dire umane e quindi comprensibilmente e senza giudizio alcuno, limitate…..
Non concordo con l’affermazione per cui un “fenomeno” che porti verso la religione sia da considerarsi genuino.
Per quanto ne sappiamo, potrebbe anche non essere stato genuino, ma aver trascinato comunque tanti fedeli e curiosi. Poi trascinato verso che cosa?
Verso la fede? Avrei qualche dubbio. Spesso, infatti, personaggi come Padre Pio generano clamore attorno a se stessi, più che attirare verso la fede vera.
Siete mai stati a San Giovanni Rotondo? Io sì. Bancarelle, negozietti, chioschetti, perfino i bar, vendono le statuette di Padre Pio.
Oltre ad un vero e proprio culto della persona di Padre Pio, c’è tutto un commercio che mi fa venire in mente l’episodio di Gesù quando rovesciò i banchi dei commercianti presso il tempio, dicendo che ne avevano fatto una spelonca di ladri.
Volendo aderire allo spirito delle sacre scritture, dovremmo pensare che Dio voglia attirare le persone a sè, non verso il culto dell’uomo.
Quello intorno a Padre Pio è un fenomeno controverso anche da un punto di vista religioso: è culto dell’immagine, culto della persona, culto del fenomeno. Tutte cose che la Bibbia condanna.
È vero, Valle.
Infatti bisogna distinguere Padre Pio, il frate, dalla religione con tutte le sue sfaccettature ed idolatrie.
Il mio pensiero è che Dio esista ma non ha niente a che fare con stigmate, madonne che piangono sangue o lacrime… Della serie, la spiritualità è decisamente ben altra cosa.
Padre Pio può essere stato un grande carismatico influenzato dagli ambienti cattolici. Un po’ come Natuzza Evolo…
asslutamente si, Valle, è ovvio che i mercatini ,inutili rituali , ipocrisie e idiolatrie varie legate agli ambienti religiosi, allontanano dalla vera ricerca spirituale e da Dio… troppo spesso le persone guardano in superfice , vedono il fenomeno e si fermano lì senza capire che dietro al fenomeno (quando è reale) c’è molto di più e c’è più naturalezza di quello che pensiamo….forse è ciò che ad oggi l’umanità nel suo complesso riesce a fare e quindi non i sento di giudicare ma certamente persone come Natuzza e molte altre, non solo nella nostra religione, sono un faro di luce nella nebbia … 😉
Eterea,
io capisco ciò che intendi. Ma forse nel mio discorso non ho sottolineato abbastanza un punto: ovvero, se Dio conosce la nostra natura di uomini, e la nostra propensione a creare dei “miti” intorno a persone come altre, per quanto giuste e pie… non dovrebbe fornire il pretesto per alimentare tali culti.
Con questo non sto dicendo ciò che Dio debba o non debba fare: al contrario, l’idea mi fa concludere che è forse contro lo spirito della Bibbia e di una religione che dovrebbe essere monoteista, quello di produrre dei fenomeni da baraccone.
Senza andare fuori tema, ciò che tali fenomenologie creano, è di fatto una sorta di politeismo, in qualche caso addirittura monoteismo che gira intorno ad un santo o alla Madonna invece che a Dio.
Chi portano in processione i fedeli nei vari paesi italiani? Le statue delle Madonne (ognuno una Madonna diversa), ognuno un Santo diverso, che è il santo speciale per quel paese. Finiscono per adorare i santi e le statue, un po’ come il popolo d’Israele fece con il vitello d’oro, e che provocò la rabbia di Mosè.
Questa si chiama idolatria.
A Dio piace l’idolatria? Stando alle scritture no. E se non gli piace, non l’alimenterebbe certamente.
Questo mi porta a pensare che tali fenomeni non vengano da Dio. Potrebbero essere fasulli, o potrebbero venire da altre entità.
@ valle
Dio,se esiste,non c’entra nulla e non gli importa nulla del comportamento “idolatra”delle persone.
Quel Dio che descrivi è il Dio di Mosè,che ammoniva di non avere altro Dio che lui,ma che nel frattempo indicava al suo popolo “eletto”come massacrare chi li ostacolava ( vedi Gerico… ) o metteva alla prova un padre ,procurandogli,penso un infarto anticipato,di ammazzare,anzi sgozzare suo figlio per dimostrargli fedeltà…Ma dai,mi sembra strano che tu ti fermi a queste considerazioni…
La realtà è che << la Religione è l'oppio dei poveri >> ed è vero,la storia lo dimostra.Processioni contro la peste,la grandine,il terremoto,le alluvioni ,le grazie ecc.ecc.E per finire ,dopo una vita da crapuloni,pentirsi per salvarsi così l’Anima ( che dubito molti sappiano cosa sia… ) ;ed anche oggi va avanti nello stesso modo : l’uomo comune ha bisogno di queste cose.
I fedeli fanatici,se potessero,strapperebbero le vesti dei Santi,a guisa di talismano,è vero o no ?
E’ l’uomo,solo l’uomo con la sue croniche fragilità e paure che cerca degli aiuti per vivere questa vita che non comprende ma subisce.
Al massimo,se un Dio c’è,si rammarica che quello che credeva a Sua Immagine e Somiglianza,sia venuto molto male.
Comunque,P.Pio se avesse potuto scegliere,avrebbe fatto l’eremita ( per la cronaca )…
Lo so, Alceste, ti pare strano che io faccia queste considerazioni. E non pensare che io non mi sia fatto le domande che sono oggetto delle tue obiezioni sull’antica testamento.
Ma quello che ho detto ha lo scopo di mostrare che i fenomeni in stile Padre Pio e mariani sono in contrasto con la stessa Bibbia che dovrebbe essere il fondamento del cristianesimo. Dovrebbe…
Per i cristiani il Dio dell’antico testamento, il Dio di Mosè, è lo stesso che manda il figlio Gesù Cristo. Non sono due dei diversi.
Poi, personalmente, le contraddizioni che tu evidenzi, ce le vedo anch’io.
Ma ho fatto un ragionamento calato nella visione cristiana delle cose.
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@ valle
Eh,mi sembrava stano infatti…
C’è da osservare
che sono i “fedeli” ed i “credenti” che vogliono tutto questo…Solamente perchè è scritto ( e tradotto pessimamente ! ) .
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Comunque ho trovato una cosa interessante!
Acido fenico e veratrina
Si è molto parlato della testimonianza resa a monsignor Salvatore Bella, vescovo di Foggia, dalla farmacista Maria De Vito e da suo cugino Valentino Vista nel luglio del 1920, a due anni da quel 20 settembre 1918 in cui Padre Pio aveva ricevuto le stimmate mentre stava pregando nel coro del convento. Un documento conservato nell’Archivio del Sant’Uffizio. Il farmacista Vista denunciò che la cugina, tornando da San Giovanni Rotondo, «mi portò i saluti di Padre Pio e mi chiese a nome di lui e in stretto segreto dell’acido fenico puro, e mi presentò una bottiglietta della capacità di un cento grammi, datale da Padre Pio stesso». Leggiamo immediatamente la deposizione di Maria De Vito, allegata anch’essa al faldone conservato nell’Archivio della Congregazione della Dottrina della fede: «Mi consegnò personalmente una boccettina vuota, richiedendomi che gliela facessi pervenire a mezzo dello chaffeur che prestava servizio nell’autocarro passeggieri da Foggia a S. Giovanni, con entro quattro grammi di acido fenico puro, spiegandomi che l’acido fenico serviva per la disinfezione delle siringhe occorrenti alle iniezioni che egli praticava ai novizii di cui era maestro». Nel fascicolo si trova un biglietto autografo di Padre Pio nel quale è scritto fra l’altro: «Ho bisogno di aver da duecento a trecento grammi di acido fenico puro per sterilizzare».
Emergono immediatamente diverse perplessità, a partire dal motivo per cui Padre Pio diede alla De Vito il biglietto. Luzzatto suggerisce che era per il timore di non poter comunicare a tu per tu: ma se le ha consegnato la boccettina è evidente che le ha potuto parlare. E questo è il primo mistero. Il secondo mistero è relativo alla quantità di acido fenico chiesta dal cappuccino: nel bigliettino di Padre Pio si legge «da duecento a trecento grammi», la dichiarazione giurata della De Vito afferma «quattro grammi», il rapporto del cugino farmacista asserisce che gli è stata presentata «una bottiglietta della capacità di un cento grammi». Non risulta strano che Padre Pio chiede almeno duecento grammi e dà una boccetta che ne contiene appena cento?
Ancora un nuovo mistero: nel bigliettino non c’è alcun riferimento alla segretezza della richiesta, asserita dalla De Vito e dal cugino. Ma Padre Pio, per la consegna “in segreto” della sostanza, dice nel suo biglietto di far riferimento allo chaffeur del servizio automobilistico Foggia-San Giovanni Rotondo. Con tutto il rispetto per l’autista, non sembrerebbe la persona più adatta a svolgere una qualsiasi attività “segreta”, visto che su quell’autobus passavano e chiacchieravano tutti i sangiovannesi.
Procediamo con l’analisi della provocazione lanciata da Luzzatto: «Se davvero Padre Pio necessitava di acido fenico per disinfettare le siringhe con cui faceva iniezioni ai novizi, perché mai procedeva in maniera così obliqua, rinunciando a chiedere una semplice ricetta al medico dei cappuccini, trasmettendo l’ordine in segreto alla cugina di un farmacista amico, e coinvolgendo nell’affaire l’autista del servizio pullman tra Foggia e San Giovanni Rotondo?».
Non è occorso troppo sforzo per trovare alcune possibili risposte. Innanzitutto in quei mesi anche a San Giovanni Rotondo si continuava a vivere nel clima di paura per l’epidemia influenzale spagnola, che rendeva necessaria una accurata disinfezione delle siringhe. Si può dunque ragionevolmente ipotizzare che episodicamente sostanze antisettiche come l’acido fenico mancassero nel paese e fosse perciò necessario dirigersi verso il capoluogo. Ce lo documenta la testimonianza di padre Ignazio da Jelsi a riguardo dell’intervento chirurgico che Padre Pio subì nel 1925 all’ernia: nonostante si fosse in anni ormai meno disagiati rispetto a quelli dell’immediato dopoguerra, la sera precedente l’operazione mancava la novocaina e si dovette andare a Foggia per procurarla. Un’altra ipotesi realistica è il desiderio di Padre Pio di non gravare sulle casse della comunità, in quanto, chiedendolo alla De Vito, egli sapeva che il materiale gli sarebbe giunto gratuitamente.
È opportuno aggiungere che mai, in ogni caso, l’acido fenico avrebbe potuto causare e mantenere le profonde lesioni del frate, che i medici Luigi Romanelli e Giorgio Festa avevano potuto osservare accuratamente, riscontrandone la profondità, come un foro che attraversava mani e piedi, ricoperto soltanto da una membrana di pelle e di croste sanguigne. A riprova, leggiamo qualche autorevole testo dei nostri giorni: il vademecum Martindale attesta che «severo o fatale avvelenamento può verificarsi per l’assorbimento di fenolo attraverso la pelle o le ferite [e] soluzioni contenenti fenolo non devono essere applicate su vaste aree della pelle o ampie ferite poiché può essere assorbito sufficiente fenolo da dare luogo a sintomi tossici», mentre il prontuario Effetti indesiderati da farmaci chiarisce che l’acido fenico «a livello cutaneo può provocare necrosi coagulativa superficiale», ossia non favorisce ma blocca l’emorragia sanguigna. Nessun dubbio: l’uso continuato dell’acido fenico sulla pelle, anche soltanto per qualche mese, avrebbe causato danni irreparabili ed evidentissimi (figuriamoci per un cinquantennio!).
Passiamo alla seconda presunta “bomba” tirata fuori da Luzzatto nel suo libro su Padre Pio, sempre attraverso la citazione del rapporto del farmacista Valentino Vista: «Dopo poco tempo dalla richiesta dell’acido fenico venne una seconda richiesta. […] Appena la lessi mi venne il sospetto che i 4 gr. di veratrina richiesti da P. Pio servissero al medesimo per procurarsi o rendere più appariscenti le stigmate alle mani». Considerate tali esplicite accuse, il visitatore apostolico Carlo Raffaello Rossi – inviato a San Giovanni Rotondo dal Sant’Uffizio – mise alle strette il cappuccino nell’interrogatorio del 15 giugno 1921:
«Interr. Se abbia richiesto in passato la veratrina, e per quale scopo. Risp. Sì, lo ricordo benissimo. La richiesi, senza conoscerne neppur l’effetto, perché il P. Ignazio Segretario del Convento, una volta mi dette una piccola quantità di detta polvere per metterla nel tabacco e allora io la ricercai più che altro per una ricreazione, per offrire ai Confratelli tabacco che con piccola dose di questa polvere diviene tale da eccitare subito a starnutire».
Qual è stato il commento dello storico Luzzatto a tale riguardo? Nel suo libro ha sostenuto «la scarsa verosimiglianza di giustificazioni come queste», mentre in televisione ha affermato con tono sarcastico che «le spiegazioni che lui dava erano delle volte sorprendenti». Era sufficiente invece recarsi in biblioteca e consultare il volume Medicamenta. Guida teorico-pratica per sanitari, una specie di “bibbia” per i farmacisti, che già nell’edizione del 1914 propone folgoranti parole che tramortiscono le irrisioni di Luzzatto: «La veratrina del commercio è una polvere […] assai irritante per le mucose e starnutatoria. […] Polvere bianca, leggera, che irrita la congiuntiva ed eccita violentemente lo starnuto. […] Fiutata provoca sternuti, lacrimazione e catarro nasale, spesso anche tosse».
Insomma, Padre Pio aveva pienamente ragione: in sostanza era qualcosa di simile a quelle polverine che prudevano e facevano starnutire, utilizzate ancora dai ragazzi degli anni Settanta a Carnevale! E che lo storico abbia “annusato” la verità ma abbia fatto finta di nulla ce lo documenta la colpevole assenza nel suo libro della testimonianza sotto giuramento di padre Ignazio da Jelsi, sempre dinanzi al vescovo Rossi, visitatore apostolico vaticano: «La veratrina ce l’ho. In un altro Convento avevamo farmacia per la Comunità, numerosissima. Un farmacista me ne dette un grammo e ne conservo. Una sera scherzando coi confratelli feci provare che effetto produce avvicinandola al naso. Ne prese anche P. Pio e bisognò che andasse in cella perché non cessava dallo starnutire». Questa dichiarazione è importantissima: attesta che davvero la veratrina venne usata per uno scherzo e soprattutto conferma le parole che Padre Pio, dopo aver giurato sul Vangelo, disse al visitatore apostolico Rossi. Perché Luzzatto ha omesso questa testimonianza, presente e consultabile nel fascicolo del Sant’Uffizio? Perché non se ne trova traccia nel suo libro? Forse perché citandola si sarebbe smontato il «sospetto» di un Padre Pio impostore, o «piccolo chimico» (come Luzzatto lo definisce), che gioca con gli acidi per procurarsi i segni della passione di Cristo? Spiace notarlo, ma la scelta di omettere del tutto questa dichiarazione giurata di un confratello di Padre Pio, in grado di avvalorare la spiegazione che lo stesso frate stimmatizzato aveva sinceramente fornito, mostra a nostro avviso la parzialità del volume dello storico.
http://www.totustuus.it/modules.php?name=News&file=print&sid=3368
Sulla vicenda della veratrina mi pare tutto sommato veramente infantile e superfluo un P.Pio che se l’è procurata per fare uno scherzo ai confratelli.
La mia impressione è che si tratti di un’arrampicata sugli specchi pur di difenfere l’indifendibile.
Con ciò però non escludo dei possibili carismi da parte di questo frate.
Sapevate per esempio che il corpo esposto nella teca d’oro è tutto silicone?
La testa è per certo in silicone. Realizzata nel regno unito dagli stessi artisti delle cere di Madame Tussauds. Ovviamente cercano di non dirlo troppo in giro. Il resto del corpo ha alcune parti di resti originali ma molto meno di ciò che la tradizione racconta.
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