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Tratto da”Mass media e paranormale ” a cura di Piero Angela,giornalista e ricercatore.
Mass media e paranormale
Il ruolo dell’informazione è determinante nel creare (e alimentare) credenze irrazionali tra il pubblico. Ognuno di noi, leggendo il giornale abituale, sa naturalmente che non deve prendere come oro colato ogni riga di ogni articolo; ma sa anche che, al di là di possibili imprecisioni, interpretazioni, o magari distorsioni di parte, quello che legge non è inventato o inesistente. Se lo fosse il giornale perderebbe rapidamente di credibilità. Così il telegiornale: se presentasse come reali fatti inventati o inesistenti, andrebbe subito sotto inchiesta e dovrebbe rispondere alla Commissione Parlamentare di Vigilanza.
Per le notizie sul paranormale, invece, le cose vanno diversamente.
Qui ognuno può dire o stampare quello che vuole, impunemente.
È una zona franca, dove non esiste controllo. Per il semplice fatto che non esistono controllori. E non c’è neppure una “parte lesa” che possa reagire. L’unica “parte lesa” è l’intelligenza, o anche soltanto il buon senso. Ma non si costituiscono parti civili, e quindi la porta è aperta per lasciar passare qualsiasi abuso della credulità popolare.
Ma perché i giornali pubblicano notizie che creano nel pubblico la sensazione (o la certezza) che questi fenomeni paranormali esistano?
Per varie ragioni.
1) C’è un mercato. È pieno di gente che è contenta di sentirsi raccontare queste cose misteriose ed eccitanti.
2) Si possono fare bei titoli.
3) Gli stessi giornalisti e direttori di giornali sono mediamente convinti che “ci sia qualcosa”, anche se per i casi più paradossali avanzano qualche dubbio, accompagnato magari da un pizzico d’ironia.
4) Non esiste alcun controllo. Mentre per tutte le altre notizie esiste un sistema di controllo (attendibilità della fonte, verifiche incrociate, eventualmente indagini con l’aiuto di esperti, ecc.), per le notizie sul paranormale non esiste alcunché del genere.
5) Spesso queste notizie sono gestite dagli stessi sostenitori della parapsicologia. Infatti, quando in redazione arriva una notizia sindacale viene portata a un redattore che si occupa di sindacati, una notizia sportiva a un redattore sportivo, una economica a un redattore economico, e così via. Una notizia “paranormale” viene portata a un “esperto” in parapsicologia, cioè un credente. A volte un vero attivista che gestirà al meglio la notizia (in ogni giornale c’è sempre almeno uno di questi personaggi). E che naturalmente si guarderà bene dall’indagare o riportare versioni distruttive. O, magari, di riferire una successiva smentita.
Quello delle smentite è un vecchio problema per i giornali: c’è una comprensibile difficoltà psicologica, in generale, ad ammettere di avere dato una notizia sbagliata. Nel caso delle notizie “paranormali” non esiste neppure questo imbarazzo: perché nessuno protesterà. Nessuno neppure se ne accorgerà. E poi perché togliere un’illusione al lettore? E così i giornali, settimanali, telegiornali possono dare notizie impunemente false senza che nessuno reagisca. Se ciò accadesse per notizie economiche, sindacali o sportive succederebbe il finimondo.
Così, informazione dopo informazione, strato dopo strato, si forma nel cervello del lettore un orientamento a senso unico (“se si verificano così tanti fenomeni, qualcosa di vero dovrà pur esserci”). E in questa marmellata cadono non solo persone in perfetta buona fede, ma a volte persino scienziati (poiché anch’essi fanno parte del pubblico generale di fruitori di mass-media).
Senza intento di polemica da parte mia…
Non c’è alcun dubbio che affidarsi ciecamente a chi parla di eventi paranormali è pericoloso e stupido…per questo esiste “la voce di dentro”. Che mi può far pensare che sia vero che a Fatima nel 1917 migliaia di persone hanno visto roteare il sole e altre cose, o mi possono far pensare che un monaco tibetano viaggi fuori dal corpo, che un defunto abbia contattato un vivo etc etc
Il problema è che le associazioni scientifiche bocciano “le voci di dentro”, sempre e comunque.
Lechateau, io non credo che lo scopo sia quello di “bocciare le voci interiori”, ma quello di offrire un punto di riferimento che sia valido per tutti.
RIcordate che quando ho aperto la discussione dal titolo “che cosa significa PARANORMALE alcuni non hanno capito il senso della discussione stessa?
E qui il senso ritorna nuovamente.
Per te la voce interiore dice una cosa, su Fatima, o sui monaci tibetani che viaggiano “fuori dal corpo”. A Piero Angela o a me la voce interiore può dire qualcosa di diverso. E allora come si esce da questo inghippo?
Per te se ne esce soltanto rimanendo ognuno in ascolto di se stessi, perché non c’è altra via.
Per me c’è invece il fatto che se un monaco tibetano non racconta di un’illuminazione, di un pensiero, di un isnegnamento, ecc… ma racconta di essere uscito con il corpo “immateriale” fuori dalle mura del tempio per andare a visitare il villaggio vicino, questa è un’affermazione che riguarda il mondo delle cose verificabilli.
E finché il monaco non da’ prove del tipo descrivere per filo e per segno ciò che non può vedere o sentire, o qualche esperimento oggettivo, io non gli credo.
Posso al limite credere che si tratti di un’esperienza illusoria della sua mente, simile al sogno.
E bada bene che non sono determinato sempre e comunque a smentire. Se il tibetano da’ prova di essere capace realmente di farlo in situazione controllata… tanto di cappello. Anzi, sarei davvero contento di scoprire che è possibile.
Avendo conosciuto di persona Piero Angela, psso dirti che probabilmente sarebbe felice anche lui. Da persona curiosa, affascinata dalla natura e dall’universo, scoprirebbe una meraviglia in più.