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Le Catacombe dei Cappuccini di Palermo.

  • Questo topic ha 10 risposte, 5 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 10 anni, 7 mesi fa da Anonimo.
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  • #20139
    Anonimo
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    Le Catacombe dei Cappuccini di Palermo – Ovvero Il Cimitero Sotterraneo dei Cappuccini di Palermo.
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    Il Convento dei Cappuccini a Palermo, nel quartiere Cuba, è annesso alla Chiesa di Santa Maria della Pace. Chiesa e convento risalgono al XVI secolo, benché edificati su strutture precedenti. Il Convento è conosciuto in tutto il mondo per la presenza nei suoi sotterranei di un vasto cimitero, che attira la curiosità di numerosi turisti, e fin dai secoli scorsi tappa obbligata del Grand Tour (visitato anche da Guy de Maupassant). Lo spettacolo macabro degli innumerevoli cadaveri esposti, è spunto di riflessione sulla caducità della vita, sulle vanità terrene, e sull’inutilità dell’attaccamento degli uomini alle loro fattezze esteriori. Le gallerie furono scavate alla fine del ‘500 e formano un ampio cimitero di forma rettangolare. Non sono mai state inventariate le salme ivi presenti, ma si è calcolato che debbono raggiungere la cifra di circa se non più di 8.000. Le mummie, in piedi o coricate, vestite di tutto punto, sono divise per sesso e categoria sociale, anche se la maggior parte di esse appartengono ai ceti alti, poiché il processo di imbalsamazione era costoso. Nei vari settori si riconoscono: i prelati; commercianti e borghesi nei loro vestiti “della domenica”; ufficiali dell’esercito in uniforme di gala; giovani donne vergini, decedute prima di potersi maritare, vestite col loro abito da sposa; gruppi famigliari disposti in piedi su alte mensole, delimitate da sottili ringhiere simili a balconate; bambini; ecc. Il metodo di imbalsamazione prevedeva prima di tutto di far “scolare” la salma per circa un anno, dopo averle tolti gli organi interni. Quindi il corpo più o meno rinsecchito, veniva lavato con aceto, riempito di paglia, e rivestito con i suoi abiti. Altri metodi, utilizzati specialmente in periodi di epidemie, prevedevano un bagno di arsenico o di acqua di calce.

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    La Sala dei Supplizi. Il rispetto avuto ai trapassati di ogni nazione, il desiderio di allontanare dal corpo degli avi le conseguenze della morte, il desiderio di mantenere incorrotte le care spoglie dei congiunti hanno suggerito in ogni tempo artefici atti a raggiungere tale scopo. Ma il prodigarsi con l’uno o con l’altro mezzo, non ha avuto il successo che la natura da sola, o con pochi aiuti, raggiunse per bloccare il processo putrefattivo.

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    Corridoio di Accesso L’esempio tangibile di tale processo è il Cimitero sotterraneo dei Cappuccini impropriamente chiamato “Catacombe“. Si trova al di fuori della cinta muraria della città e la sua costruzione risale presumibilmente intorno al 1599 per opera dei Cappuccini i quali sin dal loro sorgere, hanno avuto come apostolato gli ospedali, l’assistenza ai moribondi, e spesso erano chiamati per assistere gli eserciti sui campi di battaglia. Tale apostolato quindi, dava loro la possibilità di trovarsi a contatto con persone povere, senza legami familiari, la maggior parte morivano negli ospedali o nelle strade e spessissimo rimanevano insepolti. I Cappuccini , in special modo, ebbero cura di questi miserabili, provvedendo ad assisterli nella malattia, nel seppellirli nel momento della loro morte e nel suffragare le loro anime con la preghiera.

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    Corridoio Principale del Reparto Uomini Mummificati.
    Vennero a Palermo intorno al 1533 ed ottennero una piccola chiesetta, dedicata a S. Maria della Pace, fuori le mura della città, edificata a ricordo della pace che fecero i due fratelli normanni, Ruggero e Boemondo, per motivi di guerra; da allora i Cappuccini non hanno mai cambiato sito. La prima sepoltura fu costruita nel lato meridionale della chiesa e consisteva semplicemente di una fossa; ben presto la fossa divenne insufficiente quindi iniziarono lo scavo di una seconda fossa dietro l’altare maggiore, si dice, utilizzando l’esistenza di antiche grotte.

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    Accesso al Colatoio. Cadavere esposto ancora nel Colatoio.
    Negli annali si legge che quando i frati traslarono i corpi dei loro confratelli seppelliti nella prima fossa, per portarli nella nuova sepoltura, furono trovati interi nonostante che furono inumati sovrapponendoli gli uni agli altri senza cassa avvolti soltanto da un lenzuolo. Ovviamente tale fatto suscitò scalpore tra i frati i quali non seppero dare una spiegazione a tale fenomeno; è interessante riportare ciò che si scrisse al tempo del ritrovamento:

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    Frate Silvestro da Gubbio: Il Primo Frate Francescano sepolto quì.
    “…… nel 1599, si fece la traslazione dei corpi dalla vecchia sepoltura alla nuova. All’apertura della fossa per recuperare le ossa, non si sentì nessun odore cattivo, si ritrovarono 45 corpi di frati tutti sani ed interi a tal punto di essere riconosciuti, alcuni in particolare avevano i capelli e la barba, a guardarli sembravano che dormissero e non che erano morti da tanto tempo. Tale fatto fu così travolgente che il sagrestano dato che in quei giorni doveva venire il frate provinciale in visita; ritenne opportuno staccare la testa di uno di questi frati per porla in un vassoio per fargliela vedere……..”

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    Mummia del Vice Console degli Stati Uniti Paterniti Giovanni imbalsamato l’01.05.1911.
    Dal 1601, dato il gran numero di cadaveri che vi giungevano e soprattutto per le molte richieste di nobili che chiedevano ed ottenevano di essere sepolti in quel luogo, spinsero i frati ad ingrandire la sepoltura . I primi nobili ad avere il permesso di essere accolti nel cimitero furono Don Carlo Firmatura con autorizzazione del 30 luglio 1634, e il 24 giugno 1636 Don Carlo Agliata, la moglie Giuseppina e il loro figlio Don Bernardino, il 16 novembre 1636 ottenne il permesso Don Scipione Cottone; fu questo l’inizio che portò l’apertura del cimitero agli estranei. Non poche furono le ispezioni da parte delle autorità competenti volte a salvaguardare la salute pubblica e in tutte le relazioni si legge che ai Cappuccini il metodo adottato soprattutto per la conservazione era il più valido e ciò diede ai Cappuccini il privilegio di continuare a seppellire i cadaveri ciononostante il decreto regio del 1710 e successivi che ordinavano di seppellire i cadaveri ad un miglio di distanza dall’ambito urbano e non più dentro le chiese. In trecento anni, tra frati, preti, tra donne uomini e bambini, tra poveri e ricchi, tra giusti e peccatori, queste mura ospitarono innumerevoli cadaveri, molti ignoti, altrettanti importanti, raccontarne la storia di ognuno è impossibile, di certo è che non tutti i cadaveri, dopo che venivano purgati prosciugati e rivestiti, si esponevano nelle nicchie ma solo quelli di una certa importanza. E’ doveroso ricordare la visita avvenuta il 2 novembre del 1779 da parte del Pindemonte che rimase così colpito da immortalare il cimitero nel suo carme imperituro “ I Sepolcri”; e la città grata e riconoscente all’illustre poeta, chiamò la strada che porta alla Chiesa e quindi al cimitero Via Pindemonte.

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    Antonio Prestigiacomo (detto “U Fimminaru” in Dialetto Palermitano, poichè aveva sempre la mania di abbordare giovani donzelle, giovani femmine. Ancora oggi sembra quasi che ci provi gusto nell’osservare Le Turiste che a Lui lo sguardo rivolgono), Imbalsamato con il Metodo del Bagno in Arsenico.
    Quello che più colpisce il visitatore è il metodo utilizzato dai frati per la conservazione dei cadaveri. Essendo tale metodo, a quei tempi così usuale che nessuno degli autori che nel passato si sono occupati del cimitero ha ritenuto opportuno riportarlo nei loro scritti. Il primo a parlarne fu Gastone Carlo, nella sua opera “ Viaggio in Sicilia” del 1828. Egli descrive sommariamente il metodo riportando nei suoi scritti che i cadaveri venivano posti in una stanza, distesi o seduti e serrata la porta per non uscirne la puzza vi rimanevano per un periodo di circa un anno, quindi all’apertura si ritrovavano interi ed intatti. In seguito in un verbale redatto dopo un’ispezione del Senatore della città di Palermo, Federico Lancia di Brolo si rileva che i cadaveri non più di 8 – 10 venivano introdotti in una stanza, distesi sopra una grata fatta di tubi di terracotta e chiuse ermeticamente le porte, vi restavano per un periodo di circa otto mesi un anno. In seguito venivano trasportati in un luogo ventilato coperto con tettoia, dove, venivano lavati e ripuliti con acqua ed aceto, quindi rivestiti e collocati nella casse di legno o nelle nicchie lungo i corridoi. Rimanevano li solo se i parenti andavano a trovarli e portavano loro la cera per tre anni consecutivi altrimenti venivano rimossi così come prevedeva l’articolo 41 del regolamento emanato dal municipio di Palermo nel 1868.

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    Una delle Tantissime Cappelle In Onore a Santa Rosalia. La Patrona di Palermo
    In periodi di gravi epidemie, per la conservazione, si usava immergere i cadaveri in un bagno di arsenico o di latte di calce ed è questo il metodo utilizzato per il cadavere di Antonio Prestigiacomo riconoscibile dal colorito rossastro. Fu pure adottato il metodo a base di farmaci inventato dal dottor Salafia del quale si sconosce il procedimento usato (news qui); tale trattamento fu adoperato per il cadavere della piccola Rosalia Lombardo morta il 6 dicembre 1920. Da diciture verbali si sa che il cadavere fu trasportato nel cimitero perché il dottor Solafia procedesse all’imbalsamazione, per poi essere seppellita altrove. Ma il dottor Solafia iniziato il procedimento non poté portarlo a termine a causa della sua prematura morte e per causali eventi dei familiari della bambina il corpicino è rimasto ai piedi dell’altare oggi dedicato a Santa Rosalia.

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    Imbalsamato in Teca di Vetro.
    Attualmente i frati si occupano della manutenzione e della conservazione del cimitero permettendo la visita agli innumerevoli turisti che da tutto il mondo vengono a visitare questo monumento che sia pur macabro è unico nel suo genere.

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    La Sacra Cappella delle Donne Morte “Vergini”.

    La Mummia della Piccola Rosalia Lombardo – Ovvero La Bella Addormentata di Palermo.
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    La sua salma è oggi visitabile presso le Catacombe dei Cappuccini di Palermo; peraltro è stata una delle ultime ad essere ammessa alla sepoltura nella cripta. Nata a Palermo nel 1918 e ivi morta il 6 dicembre 1920. Si ritiene che il suo decesso sia stato causato da un’infezione bronchiale. A causa di un processo di imbalsamazione scoperto solo nel 2009[1][2], a cura del Prof. Alfredo Salafia (lo stesso che imbalsamò Francesco Crispi), la bambina appare intatta (seppur solo per il volto e non per il resto del corpo) destando l’impressione che stia dormendo, tanto da attribuirle il soprannome di “Bella addormentata”.
    La sua salma, deposta in una piccola bara di cristallo, è visibile nella Cappella di Santa Rosalia in fondo al primo corridoio, sulla sinistra.
    Nella parte opposta del corridoio, entrando a sinistra, vi sono imponenti monumenti sepolcrali, fra cui il più grande è quello di Giuseppe Grimau (morto nel 1755).

    Ciao a Tutti Voi Ragazzi,
    Volevo farvi conoscere un pizzico della Palermo Misteriosa, spero veramente che Vi sia piaciuto questo Tour/Visita Guidata ai Cappuccini della Meravigliosa ed allo stesso tempo Mistica Palermo Rosa & Nera!

    Un Abbraccio di Tutto Cuore e alla Prossima con un altra Entusiasmante Avventura!

    Vostro Nuovo Amico Per Sempre,

    Francesco

    #39362
    Anonimo
    Inattivo

    Grazie avevo sentito qualcosa su Voiager mi sembra… interessante come tutte le nostre città. Di fatti le catacombe son contate in motli paesi italiani ed europei, per motivi politici, religiosi, e di salute pubblica …si costruivbano città sotterranee e si effettuavano sepolture o mummificazioni.,.,,è un discorso ampissimo in realtà dove si deve parlare anche delle varie ramificazioni delle religioni in sotto religioni con all’interno veri e propri organigrammi di posizioni dei credenti e praticanti…

    #39454
    Anonimo
    Inattivo

    Io ci sono stato, personalmente forse una eccessiva umidità….
    Di solito, quando vengono a trovarmi parenti lontani, quelli antipatici, li porto lì. Dopo che hanno fatto il giro, se ne vanno un po disgustati e mi parlano poco per il resto della visita parentale. Forse non è il massimo dell’ospitalità, però funziona…

    #39455
    Anonimo
    Inattivo

    hackboy ha scritto:

    Quote:
    Grazie avevo sentito qualcosa su Voiager mi sembra… interessante come tutte le nostre città. Di fatti le catacombe son contate in motli paesi italiani ed europei, per motivi politici, religiosi, e di salute pubblica …si costruivbano città sotterranee e si effettuavano sepolture o mummificazioni.,.,,è un discorso ampissimo in realtà dove si deve parlare anche delle varie ramificazioni delle religioni in sotto religioni con all’interno veri e propri organigrammi di posizioni dei credenti e praticanti…

    Ciao HackBoy! :)
    Queste sono “Le Catacombe” per eccellenza Italiane. Se amate gli spettacoli forti e un poco inquietanti non potete perdervi i circa ottomila scheletri mummificati, posti in piedi o seduti, che alloggiano nei quasi trecento metri di gallerie sotto il convento dei frati Cappuccini di Palermo.
    Vi riposano religiosi, bambini, donne nubili, militari e nobili e ancora oggi si possono osservare per la gran parte rivestiti dei loro indumenti (dell’epoca) che li hanno accompagnati all’ultima dimora. Stabilitisi nel 1534 a Palermo, costruirono fuori le mura la loro chiesa dietro la quale seppellirono i loro morti in una fossa comune finché furono pochi. Verso la fine del cinquecento i morti cominciarono ad aumentare e i frati scavarono altri vani dove assieme alle prime salme della fossa comune, riposero le nuove e cominciarono le mummificazioni, riservate in un primo tempo solo ai confratelli. Le catacombe raggiunsero la dimensione odierna nel 1732.

    In effetti la mummificazione fu un’opera di perfezionamento di uno stato di straordinaria conservazione che l’ambiente ricco particolarmente di tufo aveva mantenuto, consentendo l’essiccazione dei corpi anziché la loro completa decomposizione. Il procedimento utilizzato dai frati era di per se abbastanza semplice ma efficace; dopo la cerimonia funebre, le salme venivano stese su dei colatoi di legno dove essiccavano per circa sette-otto mesi, trascorsi i quali, venivano lavate con aceto e quindi esposte all’aria per diversi giorni. La salma si riduceva così ulteriormente allo stato di scheletro ma, quest’ultimo, ben conservato e più resistente e non di rado rivestito anche da uno strato dell’epidermide originale.La salma veniva poi rivestita e inchiodata a un asse di legno per consentirne la collocazione e la posizione.
    Questa pratica continuo fino al 1885, anno in cui i frati cominciarono a rispettare il divieto delle essicazioni.

    Con una eccezione stupefacente.
    Nel 1920 fu riposta e imbalsamata la salma delle piccola Rosalia Lombardo, figlia di facoltosa famiglia, morta il dicembre di quell’anno. Riposta e mummificata secondo i canoni tradizionali ma imbalsamata dal Dottor Solofia (?) con un procedimento chimico che il dottore non svelò mai sino alla sua morte avvenuta poco dopo! I risultati sono ancor oggi visibili e osservando la piccina pare di vederla solo addormentata grazie alla pienezza dei tratti del viso.

    Ma perché mai i frati conservarono ed esposero tutte quelle salme e in particolare perché quelle non appartenenti a confratelli quest’ultima essendo una pratica abbastanza diffusa presso gli ordini religiosi dell’epoca ?
    La versione ufficiale vuole che così facendo mostrassero a tutti quale opera di livellamento operasse la morte.

    Scheletri di patrizi o di gente comune si assomigliano tutti e sarebbe ben difficile intuirne il ceto d’appartenenza in vita se non fosse per gli abiti che ancora in parte li distinguono quando li indossano.

    Se consideriamo che storicamente i primi non religiosi a fruire di questa “pratica” furono le famiglie patrizie di Palermo, desiderose di avere per se e i loro cari una lunga conservazione in una cornice sacra e riservata, possiamo ipotizzare che esse abbiano elargito ai frati cappuccini sostanziosi compensi e che alle famiglie patrizie seguirono comunque famiglie benestanti e borghesi, Ecco allora una ipotesi alternativa facilmente inquadrabile nell’eterno mercato del caro estinto.

    Non è questo il mistero che ci interessa di più nelle catacombe quanto il processo di imbalsamazione della piccola Rosalia Lombardo e la leggenda che vuole che la salma del Conte di Cagliostro il cui fantasma, in barba alle più celebrate tradizioni scozzesi, sembra si aggiri in questi sotterranei dopo essere stata qui riposta e occultata la sua salma.

    E tale fu la risonanza di questa leggenda che persino Napoleone Bonaparte la fece cercare, ma inutilmente.

    Ecco quindi un mistero nel mistero. Perché mai tanto interesse nei confronti di Cagliostro defunto e perché mai occultarne la salma se questa riposa nelle catacombe?

    #39459
    Anonimo
    Inattivo

    yesod ha scritto:

    Quote:
    Io ci sono stato, personalmente forse una eccessiva umidità….
    Di solito, quando vengono a trovarmi parenti lontani, quelli antipatici, li porto lì. Dopo che hanno fatto il giro, se ne vanno un po disgustati e mi parlano poco per il resto della visita parentale. Forse non è il massimo dell’ospitalità, però funziona…

    Ciao Yesod! :)
    Che altro dire quindi? C’è ne sarebbero di tantissime altre cose da dire su queste Catamcombe sotterranee. Pensa che noi Palermitani abbiamo il Primato e Vanto, di avere le Catacombe più Grandi d’Italia! Bè, sicuramente per venirci, devi essere con gente “Giusta”. Non puoi visitarle, solo per il “prio” di farlo! Magari con la fidanzata, si creerebbe quell’atmosfera di paura e timore, che servirebbe ad unirvi più che mai. Fino ed Oltre la Morte! :ok:

    #39463
    Anonimo
    Inattivo

    In realtà c’è molto da dire, basti pensare al concetto di mummificazione. E poi, il culto dei morti, il “libro dei morti”, i culti Egizi ecc.

    #39464
    Anonimo
    Inattivo

    In realtà c’è molto da dire, basti pensare al concetto di mummificazione. E poi, il culto dei morti, il “libro dei morti”, i culti Egizi ecc.

    #39472
    Anonimo
    Inattivo

    Interessante come luogo… vorrei visitarlo. Ne sentì parlare anch’io non so dove. Soprattutto de fatto della bambina rimasto tale e quale. Se capiterò dalle parti di palermo, andrò a vederlo.

    #39480
    Anonimo
    Inattivo

    yesod ha scritto:

    Quote:
    In realtà c’è molto da dire, basti pensare al concetto di mummificazione. E poi, il culto dei morti, il “libro dei morti”, i culti Egizi ecc.

    Ciao Yesod! :)
    Sì, lo so, ci sarebbe un mondo di cui parlare su questo argomento. E francamente il discorso è troppo, ma troppo lungo e per certi versi complesso è ricco di significati nascosti e misteriosi. Piano, piano, arriveremo a discutere di tutto quanto, vedrai! :ok:
    FaCcO ha scritto:

    Quote:
    Interessante come luogo… vorrei visitarlo. Ne sentì parlare anch’io non so dove. Soprattutto de fatto della bambina rimasto tale e quale. Se capiterò dalle parti di palermo, andrò a vederlo.

    Ciao FaCcO! :)
    A Palermo, ma sopratutto in Sicilia, c’è ne sono parecchi posti come questo, perlopiù luoghi misteriosi da visitare. La Sicilia, chiamata anche Trinacria è la Terra della Magia per Eccellenza. Vedi tutti i miti ad essa collegati. Il trisoscele che rappresenta la triplice Dea, i tre angoli dell’intera Isola. Il Simbolo della Regione Siciliana, Medusa la Gorgone, Regina delle Fattucchiere insieme alla Maga Circe. Magari più in la posterò qualcosa sulla Simbologia della Sicilia, così per farvela conoscere e rendervi partecipi, e chissà potreste anche postare qualcosa sulla vostra Regione di appartenenza, qualora si collegasse a dei riferimenti Magici. Se verrai mai a Palermo, ti farò da Cicerone volentieri, e credimi che dopo certe cose che vedrai quì,(comprese le Nostre Fimminazze!) non vorrai mai più andare via! :genio:

    #39481
    Anonimo
    Inattivo

    ci sono stata 3 anni fa, indubbiamente è un luogo unico nel suo genere, di catacombe ce ne sono molte in giro per il mondo, forse questa è la più grande e recente, ma soprattutto “gli abitanti” erano persone laiche e non appartenenti alla chiesa come la maggior parte delle catacombe in Italia, è un po’ macabro ma ne vale la pena visitarla, bellissima la piccola Rosalia Lombardo

    #49713
    Anonimo
    Inattivo
    dani wrote:
    ci sono stata 3 anni fa, indubbiamente è un luogo unico nel suo genere, di catacombe ce ne sono molte in giro per il mondo, forse questa è la più grande e recente, ma soprattutto “gli abitanti” erano persone laiche e non appartenenti alla chiesa come la maggior parte delle catacombe in Italia, è un po’ macabro ma ne vale la pena visitarla, bellissima la piccola Rosalia Lombardo

    Ciao Dani, inoltre come aggiunta al mio articolo, ti posso dire che in fondo alla seicentesca strada d’Alburquerque, oggi via Pindemonte, dove è possibile ammirare una delle più singolari tradizioni di Palermo, il cimitero sotterraneo dei Cappuccini è una vera e propria città dei morti. Articolata in 300 metri di galleria sotterranea, ospita circa 8000 resti umani di frati, sacerdoti, nobili e illustri siciliani, bimbi e vergini. Il luogo inizia la sua storia nel 1534, quando ai frati cappuccini venne affidata la cappella normanna dedicata a S. Maria della Pace, sita fuori le mura di Palermo. Nel 1599 circa, l’esigenza di ampliare le sepolture dei frati portò a scoprire il perfetto stato di conservazione delle salme. Avevano subito un naturale processo di essiccamento dovuto alla particolare natura del terreno e all’ambiente di tufo su in cui i corpi erano deposti. Si dice che l’esposizione di queste mummie da parte dei frati iniziò proprio da quel momento, con l’intendo di mostrare direttamente ai fedeli il concetto “polvere siete, polvere tornerete”. Fin da subito, furono in molti i facoltosi palermitani a voler essere sepolti in quel luogo in cambio di cospicue donazioni. Il processo di mummificazione consisteva nel lasciare il corpo nei colatoi per circa dieci mesi, dopo di ciò veniva bagnato con aceto, arsenico o calce, ricomposto e rivestito con gli abiti che i parenti portavano, ed esposto nelle catacombe. Il corpo veniva visitato regolarmente dai parenti e veniva “curato”. I parenti infatti scendevano nelle catacombe con pettine, ago, filo e tutto l’occorrente per sistemarlo e se era il caso cambiarlo d’abito. Se ciò si verificava per tre anni, allora il cadavere veniva definitivamente lasciato in galleria, altrimenti veniva sistemato nell’ossario comune. Per fortuna il luogo nel corso dei secoli non ha subito grandi cambiamenti. In molti dei cadaveri è possibile vedere ancora l’espressione contratta e persa nel vuoto, assunta nel momento del trapasso. Sembra che scrutino, con le loro orbite vuote ciò che li circonda. Molti di questi personaggi sono divenuti celebri per il loro stato di conservazione e le loro storie. Prima fra tutte la piccola Rosalia Lombardo, figlia di una facoltosa famiglia palermitana, morta nel 1920 all’età di 2 anni. Ancora bella e graziosa in volto, col suo fiocco rosa fra i capelli, sembra proprio che dormi nella sua piccola bara. A causa della sua morte improvvisa, non si seppe mai di preciso cosa usò il medico che praticò l’imbalsamazione. In un luogo così particolare è immancabile la presenza di storie e leggende. Si narra soprattutto di “presenze” che percorrono le catacombe e continuano a visitare i propri cari. Tra queste ci sarebbe lo spirito del conte Cagliostro, che ogni 25 anni si aggirerebbe per i corridoi in cerca delle spoglie della sua amata. E’ un luogo di grande fascino e impatto emotivo, che merita rispetto e serietà. Si tratta comunque di un cimitero a tutti gli effetti, e non un museo dell’horror. Lascio un collegamento dov’è possibile vedere una piccola parte di ciò che si può visitare realmente. Vi avviso che le immagini per la loro particolarità possono turbare, per tanto ne sconsiglio la visione a chi è facilmente impressionabile. Grazie.
    Le Catacombe dei Cappuccini di Palermo

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