Home Page › Forum › ESPERIENZE PERSONALI › Sogni › La vostra opinione su brutti sogni ricorrenti
Uno degli ultimi sogni è questo: mi trovo nel giardinetto della casa di campagna che i miei possedevano quando ero piccola e alla quale sono legati i miei ricordi d’infanzia più cari. Il sogno è in bianco e nero e inoltre il cielo è nuvoloso.
Con me c’è mia madre che, come in quasi tutti i miei sogni, non parla ed ha un’espressione che raramente le ho visto in vita e che è davvero difficile da descrivere; ci provo: è uno sguardo “grave”, tra il nostalgico e il trasognato ed è, vagamente, “distante”. E’ presente ma è lontano al tempo stesso. Io ho nelle mani un’arancia ed una cipolla e mi avvicino per offrirgliele ma, mentre sto per farlo, le guardo e scopro che sono completamente marcite; ne resto affranta. Il sogno è stato incredibilmente vivido, le “sensazioni” forti, l’atmosfera assai triste. La sensazione predominante era di “lontananza”.
Premetto che io non sogno mai i defunti, ad eccezione di lei. Al riguardo faccio dei sogni ricorrenti talmente brutti e tristi che la maggior parte non possono essere raccontati ad anima viva. Diciamo che quello che vi ho raccontato, al confronto, è nulla. L’angoscia che mi provocano è indicibile e, al risveglio, se è notte non riesco più a chiudere occhio, se è mattina, la tristezza mi accompagna inesorabilmente per tutta la giornata, come oggi. E, più che sognare una determinata situazione, è come se io “sognassi quello stato d’animo” che vedo nei suoi occhi, come se “lo vivessi” io stessa. Non so se mi sto facendo capire ma è difficile spiegarlo a parole. Non comprendo perché continuo a sognarla così (triste, muta, come se volesse dirmi o farmi capire qualcosa ma non potesse) se invece oramai ho imparato a pensare a lei nei momenti felici che abbiamo vissuto insieme e non più agli anni bui della malattia. La maggior parte delle volte, almeno.
Secondo voi questi sogni possono significare qualcosa?
Concludo dicendo che questi sogni si “scontrano” completamente con mie esperienze piacevoli (vissute da sveglia) che naturalmente non so se siano reali o solo frutto della mia mente. L’ultimo e il più recente: rincaso dal lavoro ed il mio salotto è letteralmente “immerso” in un intensissimo profumo di fiori. Tutte le finestre erano chiuse perciò escludo che il profumo provenisse dall’esterno. Il profumo era così forte che sembrava di stare in un negozio di fiori. Ero convinta che mio marito mi avesse comprato dei fiori ma, ispezionata la casa velocemente, sono rimasta davvero stupita quando ho constatato che non era così. Il profumo, che si concentrava in salotto, dove sono immediatamente tornata e dove tengo una sua foto, è “rimasto” per un’altra ventina di secondi (circa) e poi è svanito di colpo. Naturalmente, mi piace pensare che sia stata lei.
E’ soprattutto a quanti di voi credono nella vita dopo la morte, concetto sul quale purtroppo io continuo nonostante tutto a nutrire i miei dubbi, che vorrei chiedere cosa ne pensano.
Grazie e un saluto
Cara Dany,
i sogni di questo tipo significano sempre qualcosa, specialmente se ricorrenti. Non siamo nell’ambito di quei sogni di “defrag” del cervello che tira fuori scene di vita quotidiana.
Qui siamo di fronte a simbolismi, messaggi, anche solo da parte del tuo inconscio, che da spiegare non sono però sempre facili. Anche perché contrariamente a ciò che credono in molti, i simboli non sono universali e “traducibili” con una sorta di manuale del codice dei sogni. Bisogna capire un certo oggetto che cosa simboleggia per te, e non per altri.
A volte è abbastanza chiaro dal contesto e dal fatto che il simbolismo è più o meno culturale, altre volte invece è esclusivamente personale.
Venendo al sogno descritto, si parte con un sogno in bianco e nero, e già qui parrebbe che l’elemento si accordi con immagini del passato (i vecchi film sono in bianco e nero).
Ci sono anche diversi elementi che sottolineano la separazione e l’impossibilità del contatto vero. Tua mamma ha uno sguardo presente ma allo stesso tempo è distante (perché è distante, infatti, sia nel tempo che nello spazio).
Il tuo gesto di offrirle un’arancia ed una cipolla, non so bene che cosa possano rappresentare nel simbolismo del tuo inconscio, ma rappresenteranno sicuramente qualcosa. Un frutto, cioè del nutrimento, ma anche una cipolla, che pur essendo un cibo, è qualcosa che “fa piangere”. L’ultima considerazione può sembrare sciocca, ma anche questi parallelismi nel linguaggio dell’inconscio ricorrono spesso. Quindi le porti della gioia ma allo stesso tempo del pianto, del dolore.
Il fatto che tali cibi subito dopo appaiano marci, mi fa pensare che ritorni l’elemento dell’impossibilità del contatto. Li hai appena portati, ma sono già marci perché tu e tua mamma siete inesorabilmente lontane nel tempo. La scena si svolge in un unico momento, ma è come se i frutti avessero avuto tutto il tempo di ammuffire (anni).
Sul perché i sogni che riguardano tua mamma siano spesso pregni di cose spiacevoli, le ragioni vanno probabilmente ricercate in te e nel tuo rapporto con lei. Ci saranno probabilmente anche elementi di proiezione, cioè parti negative che sono tue, non necessariamente nel rapporto che avevi con lei, che poteva essere anche ottimo. Ma contenuti tuoi, di angoscia, di rabbia, di paura, di rimpianto e così via, che vengono proiettati nel sogno, anche sulla figura di tua mamma.
Ciao Dany, devo dirti che mentre descrivevi il sogno e le sensazioni provate ho provato una tristezza che tutt’ora ho. Appena ho letto che l’arancia e la cipolla erano marcite ho associato questo alla lontananza ancor prima di leggere che la tua emozione prevalente era stata proprio quella, non so…non tendo ad arrivare a conclusioni così strane senza un filo di razionalità ma devo ammettere di avere una strana sensazione, penso significhi qualcosa. Leggendo dell’arancia e la cipolla marce ho pensato a un’addio. Come se tu cercassi di avvicinarti a lei in ogni modo (rimanere legata a lei nonostante la sua morte, non so a che punto possa mancarti considerando che non conosco nemmeno l’anno in cui è venuta a mancare) e sembra che lei soffra ma che debba dirti addio, forse deve andare in un posto migliore ma non può perchè è ancora legata a te, sembra però che ci provi creando un distacco, ovvero non parlandoti. Tu invece sembri cercare di instaurare una sorta di legame porgendole quell’arancia e quella cipolla. Provo a rifletterci maggiormente e nel caso ti farò sapere.
Molto più razionale invece sarebbe attribuire un significato psicologico al sogno, magari senti ancora una forte mancanza. Magari inconsciamente ti senti in colpa per qualcosa, quindi l’arancia e la cipolla marce possono essere una metafora a una sorta di senso di colpa, come se tu avessi sbagliato in qualcosa. Dal punto di vista psicologico è molto complicato interpretare il sogno poichè non ti conosco abbastanza. Non voglio fare l’irrazionale di turno ma se devo ragionare con l’intuito penso che il significato vada oltre qualcosa di psicologico.
Si, anche per me questa spiegazione di Haria potrebbe essere plausibile.
Entriamo comunque in un campo storicamente difficile, anche se anticamente il sogno era considerato un mezzo di comunicazione con il mondo degli dei, ma era proprio un contatto con il mondo spirituale? Le “letture” ed i riscontri erano comunque notevoli. Le ipotesi potrebbero essere molto meno di quanto si pensi, forse solo due che magari convergono in una sola… La prima di veri interventi dei defunti che, grazie al particolare stato di sogno del dormiente, con uno stravolgimento degli equilibri psichici e fisici del corpo e che, appunto per questo i defunti trarrebbero facilità nel suscitare immagini ed emozioni.
Per contraltare, come seconda opzione, si potrebbe dare un senso ai sogni per mezzo di una elaborazione dovuta esclusivamente alla psiche del soggetto, di chi dormendo sogna. Questi raccoglierebbe memorie frammentarie di passato e … di futuro, assemblandole ovviamente a livello inconsapevole. Non solo, ma il soggetto potrebbe realizzare scene più o meno complesse, più confacenti ai suoi desideri, ai suoi più intimi bisogni, positivi o negativi che siano. L’altra opzione ci pone appunto davanti alla possibilità che quando dormendo non abbiamo un contatto diretto con la realtà, si può credere (erroneamente) che il sogno sia sorto fuori di noi, comprensivo di contatti con i defunti, mentre in realtà sarebbe tutta farina del nostro sacco.
Un saluto
Si, anche per me questa spiegazione di Haria potrebbe essere plausibile.
Entriamo comunque in un campo storicamente difficile, anche se anticamente il sogno era considerato un mezzo di comunicazione con il mondo degli dei, ma era proprio un contatto con il mondo spirituale? Le “letture” ed i riscontri erano comunque notevoli. Le ipotesi potrebbero essere molto meno di quanto si pensi, forse solo due che magari convergono in una sola… La prima di veri interventi dei defunti che, grazie al particolare stato di sogno del dormiente, con uno stravolgimento degli equilibri psichici e fisici del corpo e che, appunto per questo i defunti trarrebbero facilità nel suscitare immagini ed emozioni.
Per contraltare, come seconda opzione, si potrebbe dare un senso ai sogni per mezzo di una elaborazione dovuta esclusivamente alla psiche del soggetto, di chi dormendo sogna. Questi raccoglierebbe memorie frammentarie di passato e … di futuro, assemblandole ovviamente a livello inconsapevole. Non solo, ma il soggetto potrebbe realizzare scene più o meno complesse, più confacenti ai suoi desideri, ai suoi più intimi bisogni, positivi o negativi che siano. L’altra opzione ci pone appunto davanti alla possibilità che quando dormendo non abbiamo un contatto diretto con la realtà, si può credere (erroneamente) che il sogno sia sorto fuori di noi, comprensivo di contatti con i defunti, mentre in realtà sarebbe tutta farina del nostro sacco.
Un saluto
La penso come te Kit, però secondo me è possibile il contatto con i defunti in sogno, raro ma possibile
Ragazzi, grazie. Ho trovato le vostre risposte ricche di spunti di riflessione per me.
Valle, KitCarson, sì, in effetti purtroppo, mescolata a nostalgia e rimpianto, “covo” una certa dose di rabbia, naturalmente non verso di lei ma verso quello che è successo: la malattia, i medici, la morte, addirittura “un destino avverso e ingiusto” ecc. Lo so che è infantile, inutile e controproducente, ma è più forte di me e poi mi sembra che “rassegnandomi” è come se ci allontanassimo ancora di più. Allora cerco di sostituire queste sensazioni con dei bei ricordi. Non lo so cosa potrebbero significare un’arancia ed una cipolla per me ma dopo aver letto i vari post ho pensato che potrebbero anche voler dire che qualsiasi gioia (arancia) e qualsiasi dolore (cipolla) ci siano stati ora non ha più importanza (erano marcite). Ma anche vedendola così non mi è del tutto chiaro se considerarla una mia elaborazione mentale o un “suo messaggio”.
Haria, mi dispiace di averti messo tristezza ieri, scusami. Comunque è successo nel 2017 ma a volte ho ancora delle giornatacce.
Pensavo a quello che mi hai detto sul fatto che potrebbe essere la mia sofferenza a tenerla in un certo senso “legata” qui e mi è venuto in mente che le uniche due volte che “mi ha parlato” in sogno sono state durante i primi mesi dalla sua scomparsa. Mi ha detto:
– La prima volta: Mi trovavo in una piccola stanza con soltanto un letto e uno specchio che sembrava antico. Lei è venuta sulla soglia della porta e mi ha detto abbastanza allegramente: “Ciao Daniè!”… Poi si è girata di spalle e ha cominciato ad allontanarsi, al che io ho iniziato a chiamarla concitatamente dicendole di fermarsi e tornare indietro e lei mi ha risposto un po’ indispettita: “Non posso stare qui, me ne devo andare!”.
– La seconda volta, eravamo nella sua stanza sedute una di fronte all’altra e io, anche se lei era lì, sapevo che in realtà era solo di passaggio, perché era morta; appoggiandomi sulla sua spalla mi disperavo; al che lei, sempre con lo stesso sguardo che ho descritto nel primo post, mi diceva: “Daniè, mo’ la devi finire… Hai capito che la devi finire?”.
Dopo di allora i sogni sono diventati “muti”.
Be’ non so se significhino qualcosa questi due sogni ma comunque mi fanno pensare a quello che mi hai detto. Certo, anche la spiegazione psicologica è plausibile (mi sento, infatti, in colpa per essermi rifiutata di rispettare la sua espressa volontà di smettere di curarsi, durante gli ultimi mesi. Non so come ho fatto a non capire che era finita, ma a volte vediamo quello che vogliamo vedere).
Ad ogni modo, dato che “non si sa mai”, vuol dire che proverò ad impegnarmi di più, almeno adesso, per “lasciarla andare”.
Grazie ancora ragazzi
Esattamente, la nostra testa funziona proprio così. Indipendentemente da ciò che le circostanze esterne ci impongono, noi non vogliamo rassegnarci, a volte non ci permettiamo neanche d’essere felici, quando sembrerebbe che potremmo riuscirci, perché in questo modo temiamo di perdere il legame. Anche se si tratta di dolore, non vogliamo lasciarlo andare.
Esattamente, la nostra testa funziona proprio così. Indipendentemente da ciò che le circostanze esterne ci impongono, noi non vogliamo rassegnarci, a volte non ci permettiamo neanche d’essere felici, quando sembrerebbe che potremmo riuscirci, perché in questo modo temiamo di perdere il legame. Anche se si tratta di dolore, non vogliamo lasciarlo andare.
E’ vero Valle, e certamente è un comportamento errato. Del resto ho sempre pensato che la felicità sia un “dovere” tanto quanto è un “diritto”.
Questi due sogni che mi hai descritto penso potrebbero avere un collegamento con questo sogno. Il fatto che tua madre abbia smesso di parlarti sembra appunto come mettere un muro, dovrebbe andare via ma non riesce a convincerti ad accettarlo e quindi prova in altri modi. Comunque non dispiacerti per l’emozione che il tuo sogno mi ha trasmesso, vuol dire che forse ha davvero un significato più profondo, non saprei, mi fido delle mie sensazioni solitamente. Ora con maggior impegno e consapevolezza potresti magari riuscire a lasciarla andare più facilmente
Certo Haria, nulla vieta a credere che i defunti, in determinate occasioni si interfaccino con il nostro mondo, anzi, io ne sono certo, parlo di molteplici “prove” che in ogni caso rimangono mie, personali, magari non accettate da altri perchè difficilmente spiegabili.
@ Dany. Non so se le varie teorie fin qui dibattute corrispondano o diano spiragli di verità, indirizzi certi. Certo è (almeno per me…) che il corpo fluidifico di un trapassato resta a volte nei luoghi dove ha vissuto, trattenuto da forti legami emotivi o da altrettanti intensi desideri di chi lo amò in vita. Però è sbagliato, non si dovrebbe mai trattenerlo. Certo, facile non è. I primitivi (che poi tali non sono) ne facilitano il distacco finale, permettendogli di seguire il suo nuovo destino, con celebrazioni propiziatorie, non di rado bruciandone il corpo, insomma con delle procedure per farlo partire in pace. Gli usi e costumi di noi occidentali sono invece più “conservativi”, più “terra terra” di altri popoli che riteniamo meno sviluppati. Ma così va il mondo con tutti i pro e i contro, frenesie e insegnamenti propri del paese in cui si nasce e si vive..
Un saluto
@Kit
Ma si può parlare di “luoghi” in cui un trapassato resterebbe se, oltre la materia (e cioè al di fuori del corpo fisico) lo spazio, come anche il tempo, cessano di esistere?
@Kit
Ma si può parlare di “luoghi” in cui un trapassato resterebbe se, oltre la materia (e cioè al di fuori del corpo fisico) lo spazio, come anche il tempo, cessano di esistere?
Ciao dany, ho ragione di credere, sempre per ciò che si è ricavato in anni di sedute, che certe rivelazioni cumulative e dati ricevuti non fossero nè assurdi nè inaccettabili. Fammi aggiungere, se mai l’amico Anathema mi leggesse, che tutto quello che posto è mia convinzione, nulla più, tanto meno desidero fare proseliti. In più non mi piace la polemica esasperata e non costruttiva, mi piacciono i fatti, la logica. Mi piace lo scambio d’idee tese alla ricerca serena e non animosa. Lo scherzo si. Ecco, dopo aver messo il piedone avanti (non si sa mai…) provo a spiegarmi.
Io penso che ci siano molti elementi in parapsicologia (specie aneddotica e spontanea) per ammettere che esista lo “spirito” e che questo possa sopravvivere. E. Osty diceva che noi potremo dire che una cosa è impossibile per l’uomo solo quando conosceremo i limiti delle sue possibilità, fisiche e spirituali.
Staccarsi dopo il trapasso da questo mondo, è anche questione di etica (non più di tempismo) e di equilibrio, oltre che di libertà. Quando l’amore di un congiunto diventa un rimpianto malinconico, per lo spirito che desidera allontanarsi verso un mondo a lui sconosciuto, trovandosi in uno stato di semi-libertà, viene automaticamente “zavorrato”, trattenuto, come ancorato nel luogo in cui visse. Questo è stato detto in registrazioni metafoniche, ma non solo, ancor più in sedute medianiche. Questo accade per un lasso di tempo (il nostro) in cui lo spirito del defunto, ancora grezzo e “carico” di emozioni terrene, non riesce, per le inquietudini dei famigliari a scrollarsi di dosso la rimanente pesantezza astrale (e andarsene), ben diversa dalla leggerezza spirituale. In sostanza, di norma, più lo spirito sente su di sè la disperazione dei congiunti che lo piangono, e più rimane “impigliato” dalla cappa e dalla rete terrestre, composta di desideri: dal rimpianto di chi visse con lui e che lo pensa tanto.
Ho scritto un pò in fretta, scusami, da sportivo ora seguo la partita, potremo magari riprendere…
Un saluto
Per una decina di anni ho sempre fatto lo stesso sogno, o meglio lo stesso incubo.
A parte il senso di angoscia che provavo al mio risveglio, mi faceva diventare matta non riuscire a trovare un significato alle cose che la mia mente produceva. Era molto frustrante.
Sono riuscita ad andare oltre, lasciandomi alle spalle questi brutti sogni, solo dopo un lungo percorso e lavoro su me stessa, capendo che dietro quelle immagini forti e disturbanti c’erano delle ferite emotive e psicologiche- nel mio caso, quelle relative al bullismo.
Quando sono riuscita a superare la cosa, ho archiviato i brutti sogni.
Con ciò non voglio dire, naturalmente, che chi fa sogni ricorrenti abbia per forza brutte storie alle spalle o oscuri segreti, ma che è difficile per altre persone attribuire ai sogni un significato, perchè non esiste un dizionario universale e nessuno meglio di noi può riconoscere ciò che la nostra stessa mente vuole suggerire.
Io la vedo così ^^
Nel caso specifico, sognavo di essere in uno scantinato, o in una cantina, o in vecchio bagno pubblico, e di cercare (qualcuno o qualcosa) fra la sporcizia, il buio e il degrado, costretta a toccare o passare vicino a vasche e cumuli pieni di cose disgustose.
Pesante questa descrizione Carta, sono contento che tu sia riuscita a superarlo… Immagino la sensazione di frustrazione.
Condivido che molto spesso, quando si vivono queste situazioni, spesso sia necessario lavorare su e stessi, anche se nel tuo caso un bel lavoro lo dovrebbe fare chi ti avevano bullizzato.
In bocca al lupo per tutto 😉
Grazie ^^
io ho realizzato che tutto ciò che avevo sepolto al fondo del cuore e della mente, rifiutando di denunciare o anche solo verbalizzare ciò che mi accadeva, si è trasformato nel putridume che vedevo nei sogni. Come se tutte le cose che avevo nascosto perchè brutte o che mi facevano vergognare non potessero essere più evitate. Quando ho iniziato a “lavorarci su”, parlandone a distanza di anni, ragionandoci, lasciando esplodere la rabbia e poi, pian piano, distaccarmi per tornare ad essere la persona cordiale che sono, ho notato che i sogni si facevano sempre più rari, meno impressionanti.
Sinceramente, anche io sono sempre stata convinta che i sogni avessero un significato preciso. Chiaramente mi riferisco a sogni simbolici e non ai sogni in cui la mente “rielabora” le paure, le ansie, gli eventi della giornata. Significati precisi, consultabili. E mi sono dovuta ricredere.