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La presunta possessione e l’omicidio di Anneliese Michel.

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  • Questo topic ha 2 risposte, 2 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 7 anni, 1 mese fa da Anonimo.
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  • #22791
    Anonimo
    Inattivo

    Ho cercato qui nel forum il caso ‘Anneliese Michel’, la ragazza tedesca posseduta, ma non ho trovato nulla in merito e spero di non aver aperto ulteriore topic esistente.

    Traggo da Wikipedia i contenuti essenziali della sua storia:

    Anneliese Michel (Leiblfing, 21 settembre 1952 – Klingenberg am Main, 1º luglio 1976) è stata una giovane donna tedesca che si riteneva posseduta e si sottopose a riti di esorcismo, dopo che la Psychiatric Clinic Würzburg di Würzburg le diagnosticò una depressione seguita da attacchi di epilessia, da trattare con dei farmaci.

    Cresciuta in una piccola città della Baviera, in una famiglia cattolica di ceto medio-basso e tradizionalista, nel 1968 Anneliese iniziò a soffrire di convulsioni che la tormentarono durante gli anni della scuola superiore. All’inizio si sottopose a visite mediche e le fu diagnosticata una forma di epilessia; le furono prescritti medicinali per curare entrambe le sintomatologie.

    Tra i primi problemi accusati dalla giovane c’erano paralisi degli arti, uno smisurato accrescimento del torace, rigidità improvvisa del corpo e l’impossibilità di parlare[1]. Fu tuttavia in grado di riprendere gli studi e conseguire il diploma, e nel settembre 1973 si iscrisse all’università di Würzburg per realizzare il suo sogno di diventare insegnante elementare.

    I genitori di Anneliese si rivolsero alla Chiesa, convinti che loro figlia fosse posseduta dal maligno. In un primo tempo non le venne praticato direttamente un rituale di esorcismo, e la ragazza fu semplicemente invitata a diventare più devota.[1] Convintasi che ciò che le accadeva fosse colpa dei suoi peccati e di quelli che le stavano vicino, Anneliese decise di mettere in atto pratiche di penitenza come dormire su un pavimento di pietra. Venne ricoverata in ospedale, dove i continui attacchi che subiva convinsero i medici a somministrarle tranquillanti e sottoporla ad alimentazione forzata[2].

    Dopo cinque anni di lotta contro questi fenomeni durante i quali la ragazza continuava le cure, i genitori iniziarono la ricerca di qualche religioso che potesse praticarle un esorcismo. Perché l’esorcismo potesse esser ordinato, la Chiesa aveva bisogno di dichiarare la ragazza come realmente posseduta. Ciò avvenne nel settembre 1975 ed il vescovo Josef Stangl scelse come esorcisti il parroco Ernst Alt e padre Arnold Renz. Secondo i due esorcisti si sarebbero manifestati sette demoni tra cui Lucifero, Giuda, Legione e Belial[1].

    L’esorcismo proseguì per quasi 10 mesi, dal settembre 1975 al giugno 1976. Durante le varie sedute furono scattate numerose foto e venne registrato un nastro di circa un’ora e mezza di durata in cui si sentirebbe Anneliese parlare con voce “demoniaca” in più lingue (oltre il tedesco, lingua madre, avrebbe parlato in latino, greco, aramaico e altre lingue antiche), molte volte sdoppiando la voce in due distinte[senza fonte]. Durante questo periodo la donna perse molto peso perché si rifiutava di mangiare e bere a causa dei “demoni che glielo impedivano”; questo portò ad un indebolimento ed alla debilitazione del suo corpo, martoriato dalle lesioni autoinflitte.

    Nei momenti di lucidità Anneliese non faceva altro che pregare e le continue genuflessioni le causarono la rottura di entrambe le ginocchia. Durante il rito di esorcismo Anneliese mostrava una forza impressionante, tanto che, in alcune sedute, per tenerla ferma ci vollero alcuni uomini. Il rito avveniva generalmente tre volte a settimana.[3]. Gli esorcismi, come riportato dal film estremamente documentato Requiem, furono 12 in totale.

    Film:

    La visione del film The Exorcism of Emily Rose, di Scott Derrickson, può essere fuorviante nella comprensione degli avvenimenti, per il fatto di contenere un’interpretazione di questi ultimi.

    Infatti nel film Anneliese scrisse delle lettere ai suoi esorcisti, chiedendo la fine del rito ed asserendo di aver avuto un incontro con la Vergine Maria che l’avrebbe messa davanti ad una scelta: esser liberata dai demoni e trovare la pace eterna subito, o continuare a subire la possessione e tutto il potere dei demoni per poter salvare il mondo e le anime di tutti. Anne scelse di rimanere posseduta per la salvezza del mondo, interrompendo la pratica di esorcismo.

    In realtà, come scrive Gabriele Amorth in una sua pubblicazione,[4] “Annalisa aveva dichiarato che Gesù e la Madonna le avevano detto che lei soffriva ed espiava per gli altri, per salvarli”.

    Tomba di Anneliese Michel:

    La mezzanotte del 1º luglio 1976 Anneliese, come aveva predetto nelle sue lettere, morì a soli 24 anni. Prima di morire chiese al prete di pregare per lei; le ultime parole andarono alla madre alla quale chiese scusa.

    L’autopsia rilevò come causa della morte la forte debilitazione, causata da malnutrizione e disidratazione (al momento della morte pesava solo 30 kg). Secondo gli agenti che svolsero le indagini e i medici che passarono al vaglio il caso, un’alimentazione forzata (tramite flebo) avrebbe potuto salvare la vita della giovane. I genitori, il parroco e l’altro prete furono indagati per omicidio colposo. Il processo iniziò a marzo 1978 e si concluse con la condanna dei due chierici e dei genitori a 6 mesi di reclusione (con la condizionale) per negligenza[non chiaro] e omicidio colposo.[1][3]

    Una commissione di vescovi chiese espressamente alla Santa Sede di abolire il rito romano dell’esorcismo, che fu invece mantenuto ed al quale la Chiesa, nel 1998, accostò un nuovo rito: il De exorcismis et supplicationibus quibusdam[3].

    Prima dell’inizio del processo i genitori chiesero di riesumare il corpo della figlia, sepolto in un cimitero dove sono sepolti figli illegittimi, vittime di suicidi e persone colpite da scomunica. La riesumazione venne chiesta soprattutto in seguito a una lettera che una suora carmelitana mandò ai genitori, parlando loro di una visione nella quale il corpo della figlia, a distanza di quasi due anni dalla morte, non si era deteriorato (è da considerare che in quel periodo non tutti potevano permettersi bare con interno zincato[senza fonte] dove il deterioramento avveniva più lentamente). Nonostante la salma sia stata riesumata non esiste nessuna foto pubblica del corpo, che venne definito “decomposto come qualsiasi altro corpo”.[1]

    In seguito la tomba di Anneliese venne spostata vicino alla sua casa natale ed è continua meta di pellegrinaggio. La Chiesa cattolica dopo la morte istituì una commissione di inchiesta che definì la ragazza non posseduta, ma attualmente la posizione ufficiale è favorevole all’ipotesi della possessione[senza fonte].

    Mi chiedo. È mai possibile che non abbiano sbattuto in galera i genitori e i preti?
    Da notare il ‘senza fonte’ continui…
    È una storia inventata?
    Ma la cosa che più mi lascia perplessa è la foto: quella donna che tiene la ragazza sarebbe…la madre? :confused:
    [attachment=1047]emily1.jpg[/attachment]

    Per come la vedo io… è stato un omicidio a sfondo fanatico religioso.

    :thumbdown:

    #63504
    Anonimo
    Inattivo

    La storia di Anneliese è davvero controversa e molto triste. Da un lato la possibilità che fosse davvero posseduta, dall’altra l’eventualità, molto più probabile, che l’intera famiglia fosse permeata da una religiosità talmente deviata e morbosa da creare seri problemi mentali e comportamentali alla ragazza, sino ad interpretare una malattia grave (l’epilessia) come un caso di possessione e preferire la morte piuttosto che tentare altre strade (diverse dall’esorcismo). Inoltre non conosciamo in realtà cosa la famiglia abbia veramente fatto per aiutarla, perchè le fonti non sono poi così precise e dettagliate.
    Da considerare che ben tre delle sorelle del padre di Anneliese erano suore e lo stesso padre in gioventù voleva farsi prete.
    Anneliese era molto praticante, recitava sempre il rosario e si impartiva punizioni corporali per autocastigarsi, sin da ragazzina.Sembra che il gruppo di rosario da lei frequentato, invece di indirizzarla da un medico, l’abbia fatta incontrare subito con un esorcista.
    In un clima del genere, credo che, chiunque, all’epoca (anche se non è poi così lontano nel tempo), potesse cominciare a pensare di essere davvero posseduto e magari a convincersene.
    Fatto sta che l’epilogo è il più tragico possibile e a posteriori c’è solo da domandarsi se fosse davvero così inevitabile.

    Purtroppo non ci sono fonti autorevoli a supportare la storia di Anneliese e spesso le ricostruzioni derivano da un pescare a destra e a manca sulla rete. Quello che è certo è che è stato un caso increscioso e mal gestito, e il pensare a cosa deve aver passato questa ragazza è davvero penoso.

    #63505
    Anonimo
    Inattivo

    In effetti è un caso veramente triste e come hai osservato tu stessa sono poche le informazioni in possesso.

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