L’uomo ha sempre avuto accanto questa presenza invisibile, al punto da chiedersi se il maligno abbia una realtà e vita autonoma oppure sia una diretta filiazione dell’uomo, comparsa, inevitabilmente fin dalle età più lontane. Senza entrare nella teologia più rigorosa e in ambito religioso, molto lascerebbe propendere a favore della realtà e presenza del coNNuto fra noi. Ma tutto NON sarebbe così chiaro… il diavolo appare spesso, in modo inequivocabile, come una variante dell’archetipo dell’ombra, cioè dell’aspetto pericoloso e dell’oscura e irriconosciuta metà dell’uomo.
Ma perchè questo diavolo, quest’OMBRA, sono dentro di noi? La risposta più ovvia potrebbe essere quella che fa leva sui limiti stessi della natura umana e sulla non perfezione della stessa. Potrebbe essere anche così, nel senso che la cultura cristiana, fin dalle origini, ha provocato, in occidente, l’accentuazione di questo stato di cose, il giudizio di molti TdG, in questo senso, ne sono l’emblema.
Infatti, nel mondo occidentale, la cultura religiosa imperniata sulla figura di YHWH ha fatto slittare il significato approdando ad un Dio totalmente buono e simbolo di luce, confinando tutto il male nel diavolo. Non solo, il cristianesimo, allarmato dal dualismo manicheo, nel tentativo di preservare il monoteismo come caratteristica principale e, nell’impossibilità di negare le tenebre e il male, ha trovato nell’uomo l’unico responsabile, costringendolo a introiettare la figura del diavolo. A questo punto era logico che ne conseguisse omne bonum a Deo, omne malum ab homine… 😈
Un saluto
La risposta più ovvia per appagamento…peccato che questa risposta barcolli, non tiene perfettamente, ne più ne meno del sostenere l’ imperfezione umana…ovvero non se ne può prendere atto in nessun modo universalmente consolidato che l’ uomo sia una creatura imperfetta. Dove andiamo a pescare un modello da seguire in modo conforme? Ecco, il diavolo scende in scena quando quello che è perfetto o meno è giudicato dalla fittizia nonché arbitraria intelligenza umana…a coltivare questa ombra e a farla propria è l’ uomo stesso col suo senno. Domandiamoci se il diavolo possa persistere, oltre a quello umano, anche in altri regni terrestri…
La risposta più ovvia per appagamento…peccato che questa risposta barcolli, non tiene perfettamente, ne più ne meno del sostenere l’ imperfezione umana…ovvero non se ne può prendere atto in nessun modo universalmente consolidato che l’ uomo sia una creatura imperfetta. Dove andiamo a pescare un modello da seguire in modo conforme? Ecco, il diavolo scende in scena quando quello che è perfetto o meno è giudicato dalla fittizia nonché arbitraria intelligenza umana…a coltivare questa ombra e a farla propria è l’ uomo stesso col suo senno. Domandiamoci se il diavolo possa persistere, oltre a quello umano, anche in altri regni terrestri…
Tema che può espandersi all’infinito, così come è infinta la dualità bene-male. Se guardiamo il problema del male, quello più importante è quello della sua origine e della sua giustificazione, dai punti di vista metafisico ed etico. Si può addirittura dire che se il male, che certamente esiste nel mondo, fa parte dell’ordine cosmico di Dio, allora (a questa stregua) sarebbe un bene, perchè Dio è bene assoluto e non può aver creato il male. Ciò risponderebbe anche se imperfettamente, agli interrogativi sul male fisico e metafisico, ma rimane sempre quello drammatico sul male dal punto di vista morale. Ed è su questo che a volte cadono le… braccia.
Ed è da qui, da questo punto che bisognerebbe percorrere tutta la storia del pensiero umano da 3.000 anni a questa parte per cercare invano una risposta al quesito: perchè l’uomo commette il male? Y entonces? Tutti addosso al “povero” diavolo”… 😈 la cui presenza si fa sentire nei recessi della psiche umana dove si annidano gli ancestrali timori, che hanno da sempre nutrito le ansie profonde dell’essere umano. In fondo i posseduti sono più di quanti manifestano “segni strani e paranormali”. Sono coloro che portano divisione nelle famiglie, nelle comunità, nei posti di lavoro, che calunniano, che scoraggiano, che impediscono le opere buone.
Un saluto
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Il problema è che “bene” e “male” non sono concetti assoluti, ma relativi, che dipendono dal contesto, dalla religione, ideologia, filosofia, scuola di pensiero, epoca storica, salute mentale, condizioni socio-economiche, etc. etc. etc. Banalizzo: per un edonista è “bene” perseguire il proprio piacere personale, per una suora di clausura è “male” anche andare a un concerto di musica pop. Per un gerarca nazista era “bene” andare a caccia di ebrei. Per un rabbino è “bene” riposare al sabato. Per la Chiesa Cattolica era “bene” mettere al rogo gli eretici. Per un imprenditore senza scrupoli è “bene” sconfiggere i rivali con ogni mezzo, anche quelli meno “ortodossi”.
Definite quindi “bene” e “male”…
Definite quindi “bene” e “male”…
Si, d’accordo. Ogni cosa, anche definire il bene ed il male rientra necessariamente nei ristretti parametri della logica-non-logica umana. Comunque sia l’etica umana propria, presa in dote chissà da chi… non è da sottovalutare, il discernimento fa parte di noi, siamo consapevoli delle valutazioni, cosa comportano e dove conducono, poi, si sa, le nostre ristrettezze e i nostri limiti permangono.
Dicevano gli eretici Catari che il MALE è uno stato fisico. I piaceri, come il malessere, ne sono la manifestazione mescolati in una proporzione inestricabile che avvolge tutto il mondo sottraendolo al regno di Dio per innalzare quello del diavolo e di suo cugino… satana… E’ con questo concetto che 800 anni fa gli eretici Catari salivano sui roghi affidando alle fiamme i loro corpi la cui materia, dicevano, come tutte le cose del Creato, era la manifestazione della lotta di due principi: “il bene ed il male”.
Se poi vogliamo andare nello specifico, alle origini, se per Diavolo si intende un Dio negativo, un essere che induce al male per “impadronirsi” dell’anima del peccatore e trascinarla all’inferno, luogo di pena e di tormento senza età e senza tempo, ebbene, questo “DIAVOLO” fu, nel Mondo Antico, del tutto sconosciuto. Non esiste religione o mitologia che accenni ad un tale “personaggio”, il cui avvento è strettamente correlato a quello del Cristianesimo. Non che gli antichi Greci o gli Iranici o gli Etruschi si ritenessero immuni da colpe, ma se una punizione doveva venir loro inflitta, era in questo mondo che sapevano di dover scontare la pena, umana o divina che fosse.
La figura del diavolo nacque nel giudaismo, quando questo, attorno all’epoca Cristiana, andava strutturando i dati ereditati dalla tradizione antecedente in una teologia che aveva intuito l’esistenza di un Dio unico. Prima dell’esilio gli Ebrei erano politeisti e/o monolatrici; questo significa che non avevano difficoltà ad ammettere lotte e contraddizioni nel mondo del divino.
Un saluto
In pratica, riconoscendo (senza andare troppo nei dettagli) che il male (oppure un non meglio definito “lato oscuro”) esiste nel mondo, ci si chiede se questo ha una causa senziente (cioè il diavolo) o se è insito nell’uomo?
Mah! Per alcuni il male significa diavolo, la prima immagine che sorge alla mente, alla parola “diavolo”, è quella di un essere funesco, mezzo umano e mezzo caprone, con una lunga coda mobile e … prensile, con una testa bicornuta, dal volto affilato, che termina in un pizzo sottile e arricciato all’insù, dall’espressione sardonica e malvagia. E’ l’immagine, cioè, che l’agiografia cristiana ci ha tramandato del diavolo, il tentatore, che si adopera, nemico invisibile per la perdizione dell’uomo. La superstizione nei secoli scorsi ha dato largo credito a tali credenze e l’essere umano si è sempre sentito facile preda di queste forze oscure e sconosciute, e ancor oggi permangono le tracce di questi antichi terrori.
So bene che la teologia cattolica lo identifica (il Diavolo) con Satana e ne afferma con vigore l’esistenza e, qui, mi ricollego allo spunto iniziale: la tradizione popolare ne ha fatto una figura, o meglio, una serie di figure che simboleggiano, con il loro orribile aspetto, tutti i mali fisici e morali di cui l’uomo ha paura. Credo si fosse capito, era almeno mia intenzione affermare che troppo spesso l’uomo per cavarsela ruba la CRUSCA al diavolo… Le troppo spesso decantate “possessioni diaboliche” vanno valutate di volta in volta non perdendo mai di vista aspetti esteriori a messer satan, sottintendo cioè il punto di vista sia teologico, psichiatrico e parapsicologico, altrimenti la nostra intelligenza potrebbe offendersi…
Ribadisco infine che PRIMA dell’avvento del Cristianesimo NON si parlava del Diavolo (Satana è tutt’altra questione), ma solo di demoni malvagi che tormentavano l’umanità originando malattie, producendo catastrofi o, semplicemente facendo morire di spavento chi aveva la sventura d’incontrarli. Molto simili alla mitologia Shintoista giapponese con i suoi esseri mostruosi, alati, con tre occhi, tre corni e tre artigli ad ogni piede, ed erano apportatori di malattie e sciagure. Da tutto questo, e fino a giungere al Diavolo la strada fu piuttosto lunga, di questo ho rimarcato il senso e l’approccio uomo-diavolo. Certo, la confusione ha volte ha il sopravvento…
Un saluto
Aldilà della relatività giustamente evidenziata da Raenset di bene e male, io credo che il male universale, cioè considerato tale praticamente da ogni cultura al mondo, sia il provocare del dolore agli altri senza avere la capacità di immedesimarsi nello stato di sofferenza dell’altro. O, peggio, trarre piacere dalla sofferenza altrui.
In entrambi i casi penso che alla base di questa condizione ci sia un problema, un disturbo, una patologia, che impedisce alla persona di autolimitare il proprio istinto distruttivo. Che abbiamo tutti, attenzione. Tutti abbiamo in noi stessi una forza aggressiva, distruttiva (etero ed autodistruttiva) che è un istinto che hanno sia gli umani che gli animali e che deriva dalla competizione e dalla volontà di sopravvivere. Quando però questa distruttività viene sfogata senza mediazione, senza controllo, senza “ragione” e senza capacità di immedesimarsi nell’altro, direi che ci sia stato un problema nella crescita dell’individuo che gli ha impedito di armonizzare le varie parti di sé.
Parlare del diavolo, a mio avviso, è solo un modo per assolvere l’uomo. L’istinto distruttivo è parte di noi. Dargli forma di un’entità esterna e dotata di una volontà propria è solo un modo per giustificare una bruttura inaccettabile dentro se stessi.
Come qualcuno ha accennato sopra, il tutto è ovviamente collegato con la questione dell’imperfezione, non solo dell’uomo, ma del mondo. L’aggressione e la distruzione sono una conseguenza della condizione di vulnerabilità di tutti gli esseri (anche animali) di questo mondo. Se vivessimo in un mondo in cui la vita fosse eterna, tutti gli esseri fossero immortali, non esistessero malattie, disgrazie, sofferenze, paure, ecc… probabilmente nessuno avrebbe motivo di aggredire nessuno perché nessuno si percepirebbe come minacciato e vulnerabile.
secondo me,il male esiste dentro di noi ed è nato come difesa dai pericoli esterni,per necessità di conservazione della specie.
gli altri esseri viventi si limitano ad usare il male,diciamo l’aggressività o violenza o comunque comportamenti che indiscutibilmente minano quello che dovrebbe essere un normale comportamento di vita se non fosse necessario,alla sopravvivenza ed in alcuni casi(rari)hanno anche eccessi,dovuti probabilmente(ccome negli uomini)al fatto che a forza di vivere in un ambiente ostile,possono svilupparsi patologie nel comportamento.
l’umanità,forse,proprio perché comprende che le cose potrebbero andare diversamente in un ambiente ideale,costruito,creato da una fonte di perfezione,nonostante i pensieri filosofici,le buone intenzioni ecc,si ritrovano quasi costretti a quello che per loro è un male necessario,tipo nutrirsi(bisogna comunque uccidere o annientare altre forme di vita,che siano animali o vegetali)difendersi da altri esseri che lottano anch’essi per sopravvivere,lottare anche tra loro per la sopravvivenza…questo è stato per milioni di anni ed ha creato il male nell’uomo.
sempre secondo me,è la natura stessa fondata sul male.
quando si parla della natura meravigliosa,incontaminata,ci si dimentica che è un continuo combattimento per la sopravvivenza,con scenari raccapriccianti che nulla hanno di meraviglioso e la vita del singolo,sempre nei confronti della natura,della terra è praticamente di nessun valore,se non quello di essere un sacrificio necessario per la continuazione dellla vita in generale.
siamo una razza turbata.
Valle
ho postato e poi letto il tuo scritto….ha ha…quasi la stessa cosa,solo che io,forse,sono più in cerca di un colpevole che probabilmente non esiste.
Sì, è vero, abbiamo scritto praticamente la stessa cosa. 😉
Di S. Paolo si può dir tutto, ma non che non sapesse girare le FRITTATE… Ad esempio, consapevole della potenza del male, avverte: “Or se faccio ciò che NON voglio, NON sono già io a farlo, ma il peccato che abita in me”… Già … il pelato Ponzio in alcuni frangenti e anche senza sapone fece più proseliti di quanti noi immaginiamo…
Allargherei il discorso, oltre che sulle possessioni diaboliche e sul Diavolo, anche su Dio e del perchè egli consentirebbe al cornuto una consistente autonomia. Io affronterei il senso del male per quanto si può, sul piano logico, senza per questo essere additato da alcuni TdG, che si oppongono a tali disquisizioni, come se si volesse giudicare Dio, non è questa mia intenzione. Dio, nella misura da lui voluta, ci ha concesso la logica (soggettiva) e il discernimento, al quale mi appoggio, ovvero alla singola libertà d’espressione.
Se nella nostra vita, dove appunto, bene e male si sovrappongono, si sostituiscono, si intrecciano in molteplici sfumature, questa non è una visione campata in aria, ne’ tantomeno un problema marginale, discuterne non può essere un’offesa a Dio. Il problema per noi sussiste ed è di carattere religioso, secondo cui esiste Dio e il Diavolo, Satana o Belial o Lucifero o l’Angelo Ribelle. L’inghippo, da sempre dibattuto è che se esiste il Diavolo, esiste il Dio del male. Conseguenza questa dell’accettazione del Diavolo e che porta a tutta una serie di accettazioni gravi.
Accettando Dio come unico “Essere” in grado di creare, si desume che il Diavolo, visto come essenza del male, è stato creato dal Dio del bene, e non può essere diversamente, nel senso che solo Dio, come senso di bene può essere in grado di creare. Su questo si erge l’ipotesi religiosa, per la quale Dio ha creato il bene. Dando però il “Libero Arbitrio” c’è stato un tempo in cui uno Spirito, o cosidetto Angelo, pur perfettissimo, si è ribellato a Dio e, per questo, fu gettato all’Inferno. Ovvio CHIEDERSI: se Dio lo ha sbattuto giù all’Inferno, questo significa che l’Inferno a sua volta, non può essere stato creato che da Dio, perchè nulla esiste se non da Lui voluto.
Questo mi (o ci ?…) porta a pensare che nell’ambito dell’esercizio della libertà, di cui quest’angelo ha usufruito, esisteva ANCHE la possibilità di fare il male, consistente come sappiamo, nella sua ribellione. Ne consegue che il ribelle per antonomasia aveva in sè i germi del male, conseguenza della sua libertà. Dove si vuole arrivare? (il punto è di domanda ..) Se è possibile che Dio, creando questo angelo, gli aveva pure conferito l’ipotesi del male. Se così è, Dio dovrebbe contenere in Sè (anche) il male… Concetti vetusti eppure sempre nuovi NON trovando MAI certezze.
Un saluto
Allargherei il discorso, oltre che sulle possessioni diaboliche e sul Diavolo, anche su Dio e del perchè egli consentirebbe al cornuto una consistente autonomia. Io affronterei il senso del male per quanto si può, sul piano logico, senza per questo essere additato da alcuni TdG, che si oppongono a tali disquisizioni, come se si volesse giudicare Dio, non è questa mia intenzione. Dio, nella misura da lui voluta, ci ha concesso la logica (soggettiva) e il discernimento, al quale mi appoggio, ovvero alla singola libertà d’espressione.
Se nella nostra vita, dove appunto, bene e male si sovrappongono, si sostituiscono, si intrecciano in molteplici sfumature, questa non è una visione campata in aria, ne’ tantomeno un problema marginale, discuterne non può essere un’offesa a Dio. Il problema per noi sussiste ed è di carattere religioso, secondo cui esiste Dio e il Diavolo, Satana o Belial o Lucifero o l’Angelo Ribelle. L’inghippo, da sempre dibattuto è che se esiste il Diavolo, esiste il Dio del male. Conseguenza questa dell’accettazione del Diavolo e che porta a tutta una serie di accettazioni gravi.
Accettando Dio come unico “Essere” in grado di creare, si desume che il Diavolo, visto come essenza del male, è stato creato dal Dio del bene, e non può essere diversamente, nel senso che solo Dio, come senso di bene può essere in grado di creare. Su questo si erge l’ipotesi religiosa, per la quale Dio ha creato il bene. Dando però il “Libero Arbitrio” c’è stato un tempo in cui uno Spirito, o cosidetto Angelo, pur perfettissimo, si è ribellato a Dio e, per questo, fu gettato all’Inferno. Ovvio CHIEDERSI: se Dio lo ha sbattuto giù all’Inferno, questo significa che l’Inferno a sua volta, non può essere stato creato che da Dio, perchè nulla esiste se non da Lui voluto.
Questo mi (o ci ?…) porta a pensare che nell’ambito dell’esercizio della libertà, di cui quest’angelo ha usufruito, esisteva ANCHE la possibilità di fare il male, consistente come sappiamo, nella sua ribellione. Ne consegue che il ribelle per antonomasia aveva in sè i germi del male, conseguenza della sua libertà. Dove si vuole arrivare? (il punto è di domanda ..) Se è possibile che Dio, creando questo angelo, gli aveva pure conferito l’ipotesi del male. Se così è, Dio dovrebbe contenere in Sè (anche) il male… Concetti vetusti eppure sempre nuovi NON trovando MAI certezze.
Un saluto
prendendo in considerazione l’ipotesi di un creatore senziente,le ipotesi potrebbero essere molte:
il creatore non è perfetto ed è simile ad un umano,almeno per quanto riguarda la personalità ed è solo un essere più evoluto scientificamente.
il creatore è perfetto,lo è quindi anche la sua creazione ma non siamo in grado di comprenderla,anche perchè probabilmente non ci appartiene come esseri in questa condizione.
il creatore non è solo,altri creatori suoi pari intervengono per interessi loro,interessi di natura superiore alle nostre capacità di comprensione.
il creatore è l’essere umano stesso che si è”dimenticato”di esserlo,non è perfetto ma sa di avere più potenzialità di quelle che appaiono,in pratica è”caduto”in un livello più basso rispetto a quello che era ed inconsciamente aspetta il risveglio.
se così fosse,i poteri di azione che aveva prima gli sono rimasti,non si ricorda più di come si fa ad usarli e magari ogni tanto emergono casualmente.
inoltre,senza rendersene conto,l’essere umano,essendo in realtà il creatore,può magari influenzare anche la propria vita(intendo un essere,un’entità che si manifesta come umanità nel globale)creando destini e arrivando anche a rischiare di autodistruggersi prima di ricordare.
mi sono fatto un pò prendere la mano….forse…
Sotto un profilo umanamente logico non si può far altro che considerare questo ipotetico dio un essere duale…perfetto a modo suo in altri termini. Discutiamo sul bene e sul male spesso senza renderci conto che magari così deve essere, questo equilibrio forse necessario (di nuovo forse) non ha nulla di imperfetto, anzi la perfezione non ha bisogno di essere interpretata, questo sotto altri aspetti non più umanamente comprensibili ma cosmicamente standard. Sempre a livello logico non si può pensare ad un dio perfettissimo che si lasci sfuggire esperimenti non riusciti quale potrebbe essere l’ angelo decaduto o i male fine a se stesso… almeno i miei limiti mentali, restando coerenti a questa realtà, me lo impediscono. Buona l’ ipotesi di Roland (almeno per me) dove dice che forse ci sono più creatori che vogliono fare i loro interessi sfruttando questa umanità, ovvero usufruendo dei bug lasciati dal dio creatore di questa terra per insinuarsi nel sistema…proprio, a titolo di esempio, come un virus biologico o telematico.
Dal Diavolo siamo passati alle “funzioni” di Dio, forse il passo è più breve di quanto si creda… almeno considerando il Dio “creatore” di questo mondo così come lo definisce Gesù nei Vangeli di Nag Hammadi (che io non considero apocrifi) e come in parte viene definito dagli amici Roland e Gemini.
In un passo di questi, si legge che Filippo chiede al Maestro risorto di parlare ai convenuti sulla vera natura del tutto. “Sappiate” rispose Gesù “che quanti nacquero sulla terra hanno sempre cercato chi è Dio, ma non l’hanno trovato. Tuttavia, dal governo del mondo, i più saggi ne proposero una congettura, ma essi non colsero la verità! Riguardo al governo del mondo, tutti i filosofi si esprimono in tre modi e perciò non concordano. Alcuni affermano che il mondo si governi da solo, altri che ci sia una provvidenza, e altri che ci sia una predeterminazione…Nessuna delle tre congetture proviene dal vero. A voi e a quanti ne sono degni è dato sapere”.
In questi Vangeli sembra proprio che Gesù insegni “ciò che è dato a sapere” a pochi intimi, i discepoli, come in un compartimento stagno… innanzi tutto come vi debba esservi un errore della logica nelle supposizioni che indicano l’esistenza del mondo ad una forza innata, cieca ed autosufficiente. Sembra di intuire che per Gesù ciò che proviene da se stesso avrebbe un’esistenza vuota. Mentre in realtà il Cosmo, sia pur sotto un apparente caos di materia, sembra nel contempo essere, almeno per quanto ci riguarda, pianeta compreso, una risposta a qualcosa di atteso, di seminato, ma… nel contempo il mondo non è nato nè è governato da una “provvidenza” che diriga ed intervenga, per come ritengono certi filosofi. Gesù rincara la dose quando dice: “La provvidenza è inesatta”. Relega così il creatore di questo mondo come una piccola “Sophia”, un Demiurgo, che nulla avrebbe a che vedere con suo Padre (la grande Sophia), magari calcolatore e permissivo, ma NON creatore di questo mondo.
Un saluto