Chiudi

…Gli animali….

  • Questo topic ha 4 risposte, 2 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 8 anni, 8 mesi fa da Anonimo.
Stai visualizzando 5 post - dal 1 a 5 (di 5 totali)
  • Autore
    Post
  • #22098
    Anonimo
    Inattivo

    Sperimentazione animale: per capirne di più

    Le principali argomentazioni degli animalisti e le contro-risposte degli scienziati

    La sperimentazione animale non rispetta il valore universale della vita

    L’uomo ha diritto di uccidere degli animali per cercare di migliorare la salute umana? La vita dell’uomo e degli animali vale allo stesso modo? Per gli animalisti questa differenza non c’è: ma si può concretamente vivere coerentemente con questa posizione? Davvero è possibile evitare completamente cibi, farmaci, vestiti, ausili, ecc che non abbiano comportato più o meno direttamente il sacrificio di animali? Soprattutto, può uno Stato tenere conto solo di una posizione così estrema nel legiferare su un tema che ha immediate ricadute sulla salute umana?

    La sperimentazione animale è inutile e antiscientifica perché uomo e animali sono troppo diversi

    Il presupposto della legge è che “benché sia auspicabile sostituire nelle procedure l’uso di animali vivi con altri metodi che non ne prevedano l’uso, l’impiego di animali vivi continua ad essere necessario per tutelare la salute umana e animale e l’ambiente”. Secondo le posizioni animaliste più radicali questo non è vero, perché l’uomo e i vari animali da laboratorio sono esseri differenti e ciò che funziona o è tossico per gli uni non è detto lo sia anche per gli altri. La posizione di gran parte della comunità scientifica è che invece gli animali possano rappresentare un buon modello per studiare i meccanismi di una malattia: la scelta di un animale da laboratorio non è casuale, ma dipende dal livello di complessità di quella specie, da quanto la si conosce, da quanto sia “naturalmente” affetta dalla malattia che si sta studiando, da quanto un certo organo sia simile al suo corrispettivo umano. Per esempio, i topi condividono con l’uomo l’85% del patrimonio genetico, mentre le funzioni dei geni sono identiche (un roditore è assai probabilmente alle origini dell’albero evolutivo che ha portato all’Homo sapiens).
    Si stima che i modelli animali abbiano mediamente una predittività del 70%, con variazioni che vanno dal 30% della pelle al 90% del sangue. Resta un 30% di tossicità non prevista: agli scienziati spetta il compito di rendere i test in cellule più efficaci possibile, in modo da fermare la maggior parte dei progetti a questo livello e portare avanti solo quelli che hanno altissima probabilità di essere curativi per i pazienti.
    La sperimentazione animale è una forma di tortura

    Il termine tortura, per definizione, presuppone un piacere nel fare gratuitamente del male a un altro essere vivente. Al contrario, sia nella direttiva europea sia nella legge attualmente vigente c’è un’attenzione assoluta per ridurre al minimo le sofferenze degli animali sottoposti a sperimentazione. A questo proposito, inoltre, nei bandi rivolti ai ricercatori Telethon si raccomanda non solo di utilizzare gli animali soltanto quando non esistono alternative, ma anche di minimizzare quanto più possibile sofferenza e stress.

    Esistono metodi alternativi alla sperimentazione animale, ma non c’è la volontà di svilupparli e applicarli

    La nuova direttiva si autodefinisce “un passo importante verso il conseguimento dell’obiettivo finale della completa sostituzione delle procedure su animali vivi a fini scientifici ed educativi non appena ciò sia scientificamente possibile. A tal fine, essa cerca di agevolare e di promuovere lo sviluppo di approcci alternativi”. Secondo i detrattori di questa legge i metodi alternativi (simulazioni al computer, test in vitro) sono già disponibili, secondo altri non si sta facendo abbastanza per svilupparli perché le lobby industriali premono affinché questo non avvenga. Secondo gran parte della comunità scientifica, invece, questi metodi, per quanto abbiano aiutato a ridurre il ricorso agli animali (vedi le procedure di screening di molecole al computer che permettono di fare una prima scrematura tra quelle che potrebbero diventare potenziali farmaci, oppure i moderni metodi di imaging che consentono di monitorare l’andamento di una terapia o le fasi di una malattia senza bisogno di sacrificare animali e utilizzando pochi esemplari) non sono ancora in grado di sostituirle completamente: una cellula singola non è un organismo intero, così come una simulazione non può ancora essere così sofisticata da prevedere tutte le possibili variabili con cui un organismo può reagire a un trattamento.
    Nessuno scienziato serio utilizza la sperimentazione animale

    Tutti i principali e accreditati istituti di ricerca del mondo ricorrono alla sperimentazione animale. È possibile verificare questa affermazione consultando il database Pubmed delle pubblicazioni scientifiche internazionali. Al contrario, molti sedicenti scienziati che affermano che si possono ottenere risultati senza l’impiego di animali non risultano autori di alcuna pubblicazione scientifica, presupposto essenziale per definirsi scienziati.

    Gli scienziati vogliono risparmiare e ricorrono agli animali perché le alternative costano

    In realtà per i centri di ricerca gli animali da laboratorio sono costosi (rappresentano la principale voce di spesa dopo i salari), impegnativi da mantenere e da trattare, implicano un coinvolgimento emotivo, richiedono di attuare lunghe procedure burocratiche per usarli… se davvero si potesse farne a meno, ci sarebbe anche un risparmio economico notevole, argomento molto sentito vista la scarsità di fondi a disposizione dei ricercatori.
    Nessuno controlla che gli esperimenti sugli animali siano eseguiti seguendo la legge

    Perché nei laboratori italiani i ricercatori si attengano alle normative vigenti in materia, gli istituti di ricerca si avvalgono di un comitato etico. Compito di questo comitato è proprio quello di approvare gli esperimenti e verificare che tutto avvenga nel rispetto della legge.

    Con la nuova legge si potranno impiegare in laboratorio animali randagi in modo indiscriminato

    Si tratta di un elemento di facile leva sull’opinione pubblica, perché coinvolge animali da compagnia come cani e gatti: un messaggio che si presta facilmente alla strumentalizzazione. Ma cosa dice in realtà la legge? Riguardo ai randagi, afferma che “Gli animali randagi e selvatici delle specie domestiche non sono utilizzati nelle procedure”, salvo quando sia “essenziale disporre di studi riguardanti la salute e il benessere di tali animali o gravi minacce per l’ambiente o la salute umana o animale” oppure sia “scientificamente provato che è impossibile raggiungere lo scopo della procedura se non utilizzando un animale selvatico o randagio”.

    Non è etico impiegare primati, perché sono troppo simili a noi

    Vista la prossimità genetica dei primati con l’uomo e le loro competenze sociali altamente sviluppate, è indubbio che il loro impiego nelle procedure scientifiche sollevi specifici problemi etici e pratici. Secondo la legge, allo stato attuale delle conoscenze l’uso di primati non umani è ancora necessario, ma vista la delicatezza del tema il loro utilizzo richiede una procedura speciale di autorizzazione, “unicamente in settori biomedici fondamentali per gli esseri umani per i quali non sono ancora disponibili altri metodi alternativi di sostituzione. Il loro uso dovrebbe essere autorizzato solo ai fini della ricerca di base, della conservazione delle rispettive specie di primati non umani o quando i lavori, compreso lo xenotrapianto, sono svolti in relazione ad affezioni umane potenzialmente letali o in relazione a casi che abbiano un sensibile impatto sulla vita quotidiana della persona, ossia affezioni debilitanti”. In Italia, i primati utilizzati nel triennio 2007-2009 sono stati 675, lo 0,07% del totale degli animali impiegati a fini di ricerca.

    La sperimentazione arreca inutili sofferenze agli animali da esperimento

    La legge afferma che “la scelta dei metodi assicuri la selezione del metodo in grado di fornire i risultati più soddisfacenti causando il minor dolore, sofferenza o angoscia possibile. I metodi selezionati dovrebbero usare il minor numero possibile di animali per fornire risultati affidabili e ricorrere all’uso di specie con la minore capacità di provare dolore, angoscia, sofferenza o danno prolungato”. Inoltre la legge impone di “fissare un limite massimo di dolore, sofferenza e angoscia per gli animali al di là del quale gli animali non dovrebbero essere soggetti nelle procedure scientifiche”. Per quanto riguarda invece il riutilizzo degli animali da esperimento, la legge lo consente soltanto se “l’effettiva gravità delle procedure precedenti era lieve o moderata” e se “è dimostrato che è stato pienamente ripristinato il benessere e lo stato di salute generale dell’animale”.
    La sperimentazione animale non ha mai portato alla cura di un essere umano

    Rispetto a questa affermazione, la comunità scientifica riporta i maggiori risultati raggiunti grazie alla sperimentazione animale. A questo proposito la terapia genica individuata da Telethon per la cura dell’Ada-Scid e tutte le strategie attualmente in corso di sperimentazione sull’uomo o prossime a questo passaggio hanno previsto l’impiego di animali.

    …Per coloro che hanno letto fino a qui:Grazie!
    [attachment=584]7299536.jpg[/attachment]

    #58615
    Anonimo
    Inattivo

    Contrario alla sperimentazione animale, almeno fin quando non vedrò una cavia di 80 kg coi capelli lunghi e che scrive sui forum. Quello che ho notato è molto più diffuso e abominevole della sperimentazione medica (medica..o cosmesi?), e che viene arginato con l’ipocrisia più nera.
    In Sardegna non sempre è facile trovare lavoro, e spesso ho avuto a che fare col mondo delle campagne. Ho versato tanto di quel sangue che neanche avete idea. Uccidevo lo stretto necessario, per mangiare o per guadagnarmi qualche soldo.
    Una pratica che fa ribrezzo a chi ha più dimestichezza coi banchi-frigo che con ovili e stalle. Gente con abitudini alimentari mostruose, indotte da un mercato che in Italia neanche esisteva, che ha trasformato quell’ “una o due volte a settimana” in infinite carneficine per soddisfare anche mostricciatoli obesi e assettati di sangue già a otto anni. Le cotolette e gli hamburger non hanno occhi disperati, non belano ne muggiscono ne strillano quando gli si pianta dentro una lama. Coi minestroni e polente i nostri vecchi han fatto due guerre, noi in cosa verseremo tante proteine, nel lavoro sui campi? In palestra? O nelle farmacie a prezzi stellari per il malaffare o con prodotti testati sugli animali?
    Penso sia solo un fatto di coscienza, o rischiamo di andare a manifestare belli pasciuti, col rossetto, le giubbe di pelle e le decoltè, o gli anfibi.
    “E mi vergogno di avere un cuore così bianco”, diceva Lady Macbeth..

    #58617
    Anonimo
    Inattivo

    Qualunque essere merita di vivere. Spetta a noi capire che ci sono sensibilità e intelligenze diverse, proprio perchè siamo superiori a loro. Sempre che la capacità di pensiero astratto basti per definirci “superiori” o diversi.
    Anche la morte si può dare con rispetto, senza sadismo e sofferenze inutili.
    Se riusciamo ad attenerci al necessario e magari a migliorare il nostro sistema sanitario, avremmo già ottimi risultati. La pietà non dev’essere riservata a ciò che non è buono da mangiare, o dal quale non possiamo trarre utilità.
    La sperimentazione medica..parliamo di cancro e regalini del genere o di irritazioni cutanee?
    Giusto avanti ieri ho visto un bel cartellone con dei cowboy di 10 anni, una mano alla pistola e l’altra ad un panino più alto di loro, a base di manzo. Qui vogliono uno e l’altro.. : impression
    Le brutte abitudini e gli eccessi non hanno niente a che fare con la normalità della sopravvivenza.
    Voglio rinascere puzzola, o istrice.

    #58618
    Anonimo
    Inattivo

    …E per assurdo,o logica conseguenza degenerata.tutto questo si estende fino a comprendere l’uomo,anch’esso animale…

    Il benessere di pochi ricavato dalla miseria dei molti;esseri che muoiono di sete da una parte e piscine azzurre da migliaia di litri d’acqua
    sprecata per un presunto rilassamento del pingue opportunista.
    Non può esistere la frase”io non sapevo”,è inaccettabile per esseri definiti intelligenti;esiste imperante solo l’ego ed il proprio tornaconto.

    Sulla scala evolutiva l’uomo “dovrebbe”essere al vertice per la presunta intelligenza,ma da sempre le efferatezze dell’umanità nei confronti di tutti gli esseri viventi di questo pianeta lo hanno sempre smentito,relegandolo spesso alla base e non al vertice evolutivo.

    L’effetto sarà sempre tragico per l’umanità fino a quando non comprenderà finalmente che essa deve interagire con tutto quello che lo circonda e non permettersi più di arrogarsi il diritto di spegnere una vita:non spetta all’uomo,non è sua prerogativa ,non è nato per questo scopo.

    Nutrirsi per sopravvivere se stesso ed i propri figli nel rispetto del sacrificio di un’altra creatura…

    #58620
    Anonimo
    Inattivo

    L’uomo è più prossimo al porco che ai passerotti. La piscina è solo un anello della catena di finte necessità con la quale si imprigiona.
    Bisognerebbe interpretare il suo vuoto per portarlo a rinunciare a…ostentare.
    Personalmente mi sento a disagio pure nella sdraio numerata di un resort, appena incontro gli occhi dei miei simili che ridono seduti sulla sabbia.
    Che cosa è veramente quel cordoncino bianco che mi separa da loro? Cosa sta a significare?
    Se hai il frigo pieno di bistecche desideri l’aragosta, che diventa molto spesso “plebea” e ti rifugi in ostriche, datteri e ogni originalità che ti distingua dagli altri. In un ciclo infernale dove è l’uomo ad asservirsi a ciò che ritiene indispensabile.
    In queste dinamiche raramente si fa attenzione agli occhi di un animale. O di altri esseri umani.

Stai visualizzando 5 post - dal 1 a 5 (di 5 totali)
  • Devi essere connesso per rispondere a questo topic.