Io direi invece che quello che faceva tua nonna… E’ la base della scienza.
Soprattutto prima dei grandi scienziati del passato che hanno rivoluzionato il modo di vedere il mondo (chiedendosi il perchè delle cose e non solo il percome :hahahaha: ), la scienza era esclusivamente su base empirica.
Guardavo proprio ieri un documentario sulla nascita della lavorazione dei metalli… Di come è stato inventato l’acciaio (cioè il ferro, fatto scaldare sul carbone, acquisiva il carbonio che poi era alla base della lega)… Nessuno sapeva che ci fosse il carbonio, eppure avevano inventato l’acciaio.
Quelli erano secondo me gli scienziati dell’epoca.
Ovviamente poi col tempo tutto si è raffinato, è stato sviluppato il metodo scientifico ecc… Ma quella era la scienza secondo me.
Quindi ora sai che tua nonna ed i tuoi avi, caro Valle, erano scienziati :hahahaha:
La scienza è una materia fatta da uomini, non è una cosa di vita propria quindi si sbaglia a parlare di scienza, bisognerebbe invece parlare di scienziati.
Gli scienziati usano un modo razionale di ragionare, ma non esiste solo il razionale, esiste anche il raziocinio.
Tutto quello che gli scienziati hanno creato (e creano e creeranno) è stato prima analizzato con il raziocinio.
Un esempio è l’alchimia (ora diventata chimica).
Inoltre c’è il metodo operativo.
Gli scienziati sono deterministici.
Tuttavia è l’analisi che porta ad un “logos”.
Quindi cosa è importante… “vincere o partecipare?”
Io direi entrambe le cose, perché chi non partecipa non ha nessuna possibilità di vincere.
Stesso dicasi per analisi e determinismo.
Per gli scienziati il determinismo è il fine, ma l’analisi è il mezzo.
Nel caso dell’esoterico, il logos è troppo complicato per essere trasformato in un qualcosa di fisico.
Anche se questo fosse possibile noi non ne potremmo capire l’utilizzo.
Saremmo come gli indigeni che si mettevano la sveglia al collo.
Alcuni giorni fa KitCarson, utente del forum, ha scritto che io saprei sempre trovare una risposta, e che d’altronde il mio motto in firma ai miei post è “C’è sempre una spiegazione, basta sapere dove cercarla”
Vorrei fare notare che il mio dire “Basta sapere”, non equivale a dire che io lo sappia. E’ come dire che per aprire questa porta chiusa, basta avere la chiave, ma non significa che io ce l’abbia. Significa solo che so che da qualche parte esiste la chiave per aprirla.
Il fatto che spesso io cerchi questa chiave tra le spiegazioni in qualche modo già note è una mia scelta, un modo di procedere che ritengo più probabilmente efficace, non fosse altro che per una questione statistica o probabilistica.
Allo stesso tempo, però, non escludo mai che esistano spiegazioni di natura diversa.
Il fatto che spesso io cerchi questa chiave tra le spiegazioni in qualche modo già note è una mia scelta, un modo di procedere che ritengo più probabilmente efficace, non fosse altro che per una questione statistica o probabilistica.
Allo stesso tempo, però, non escludo mai che esistano spiegazioni di natura diversa.
Buondì e buone feste a te Valle. Zigzagando tra i miei tanti punti di domanda, non trovo ostacoli nel considerare, a torto o a ragione, i tuoi vari accomodamenti sul desco della paranormalità, sempre scontati, abbarbicati spesso, (troppo spesso) a lastre di vetro levigato e sdrucciolevole, ovvero, senza tanti giri di parole, per esser franchi, il mio percorso verte profondamente, da un trentennio oramai, alla volontà di conoscere, di approfondire, di sapere, di partecipare ad enigmatici “tiptologici”… messaggi che provengono, oltre che da me stesso, dai miei simili, dando sempre, ovvero mai, nulla di scontato. Ma senza precludere nulla, a differenza di te che se i cavilli invalidanti non li trovi, glissi, te ne vai mostrando le terga…Si fa per dire neh! :hahahaha:
Fino allo sfinimento vado ripetendo che ne hai piena facoltà. Certo è che non me la sento di approvarti. Per essere ancor più chiaro, e sincero, sopratutto, i tuoi resoconti mi sembra che oscillino tra-“non è vero ma ci credo” e il: “forse è vero, ma preferisco non credergli”…
Un saluto
In queste discussioni non si riesce mai a mettere un punto fermo, che sia uno. Io ho espresso più di una volta, in più discussioni, che alle tue presunte documentazioni di fatti, studi, ricerche, che continui a definire certi, inoppugnabili e così via, io non posso rispondere per motivi che di volta in volta ho nominato, ma che più o meno sono sempre gli stessi: io sono convinto che se un fenomeno è stato possibile cinquant’anni fa, in Italia come in Russia, deve essere possibile anche qui ed oggi. Quindi per me è inutile affaticarsi a cercare di convalidare o confutare ciò che riporta la cronaca o un sedicente ricercatore del paranormale su fatti che si presume avvennero in un luogo e tempo lontano da noi. Per me se un fenomeno si può produrre, allora si può produrre anche qui ed ora. Ma non “per me”, Kit, non è che lo dica io. E’ l’unico metodo che possa mettere d’accordo tutti e mettere a tacere la questione una volta per tutte.
Quindi, quando secondo te io giro la schiena e me ne vado, figurativamente parlando, non è che abbandoni la discussione perché non mi conviene o perché non sappia che cosa replicare, ma perché effettivamente sono così tante le possibili spiegazioni che è impossibile analizzare un evento che per definizione ci è impossibile analizzare. Produciamo la stessa cosa in condizioni controllate, e ti garantisco che io sarò l’ultimo ad abbandonare il laboratorio finché non sarò riuscito a capirci qualcosa. E se la telecinesi, la telepatia, o qualunque altro fenomeno mostreranno d’esistere, sarò felice di dire che esistono. La mia missione non è dimostrare che il paranormale è tutta una balla.
Però finché metteremo sul piatto racconti, testimonianze, eventi che ormai sono andati e conclusi (che ci siano oppure no i verbali dei vigili del fuoco) io non inizio nemmeno a convogliare energie verso una ricerca che è impossibile per definizione. Che cosa posso ricercare? Dove e come? Che cosa troverò che non siano sempre resoconti di cronaca?
Quindi se per te questo mio comportamento è girare la schiena e andare, sì, farò così anche la prossima volta.
Che cosa posso ricercare? Dove e come? Che cosa troverò che non siano sempre resoconti di cronaca?
Quindi se per te questo mio comportamento è girare la schiena e andare, sì, farò così anche la prossima volta.
Ciao Valle. E’ un fatto, non lo puoi negare, che il tuo modo di procedere risulta invalidante non solo per gli utenti che di volta in volta chiedono pareri, ma anche per quella scienza alla quale affermi di credere. Ti porterò un piccolo esempio sulla tanto bistrattata (da te) telepatia. Questo sesto senso è una facoltà comune a tutte le persone, a tutti noi, più o meno. Si è più volte avuto occasione di verificare come la trasmissione a distanza del pensiero sia una realtà.
Per esempio le prove incontrovertibili nonostante i vari insabbiamenti, delle sperimentali prove telepatiche dell’astronauta Edgar D. Mitchell, durante la missione dell’Apollo 14, dal 31 gennaio al 9 febbraio 1971 con le Carte Zener, a una distanza dui oltre 300.000 km, ebbero risultati significanti e dimostrarono che il tempo e lo spazio non costituiscono una barriera per la mente umana. Si! Lo so… non potrai mai accettare questi esperimenti perchè non eri presente sulla navetta che trasportava Mitchell, non eri al suo fianco per confermare :hahahaha: , ma… d’altronde non si può avere tutto…
Più drammatici, per un certo senso, furono gli esperimenti di trasmissione del pensiero effettuati fra il celebre esploratore polare Sir Huberth Wilkins e Harold Sherman. per sei mesi consecutivi, tre notti alla settimana, uno accampato nella Tundra artica, l’altro nel suo confortevole appartamento di Manhattan, sebbene distanti 3400 miglia, stettero in reciproco contatto mentale riuscendo a comunicare persino emozioni, immagini, dati scientifici. A te tutto questo fa un baffo? ecco… lo supponevo…
Allora, se dobbiamo entrare nella questione Mitchell, l’astronauta, posso fidarmi della tua affermazione per cui gli esperimenti furono incontrovertibili ma purtroppo insabbiati… oppure posso iniziare a leggere articoli online e trovare cose interessanti come questa:
http://skepdic.com/edgarmitchell.html
L’articolo è in inglese e bello lungo. Viene fuori un quadro molto diverso dall’incontrovertibile realtà PSI degli esperimenti di Mitchell.
Purtroppo posso constatare che nonostante ho cercato già precedentemente di riportare il discorso sul vero senso per il quale io stesso ho aperto la discussione, non ha funzionato.
Come sempre accade in quasi tutti i topic, anche qui si è finito a disquisire sui massimi sistemi tra scienza e paranormale, tra chi è più orbo dei due ecc ecc…
Questo topic aveva il solo scopo di esprimere pareri sul legame tra scienza e filosofia, su quanto questa relazione è stretta e se la scienza ha nel suo dna la filosofia stessa. La riflessione di Adrian era a mio parere molto interessante, mi sarebbe piaciuto vedere qualcuno che parlasse di filosofi greci, del loro connubio tra conoscenze filosofiche e la scienza che poi hanno messo in pratica. Quale pensiero filosofico ha dato la spinta a quale esperimento scientifico e viceversa quale esperimento scientifico ha risolto un dubbio filosofico.
Forse non è nell’interesse dei presenti affrontare la cosa limitatamente sotto questo punto di vista senza ricadere nella solita tiritera. Per questo motivo, credo che sia stato detto fin troppo e forse non c’è altro da dire su questo argomento.