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Caccia alle streghe del terzo millennio.

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    Anonimo
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    La caccia alle streghe nel Terzo Millennio

    Dr. Massimo Teodorani, Ph.D.
    Astrofisico Chiunque abbia avuto occasione di accedere alla pagina http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=12495 del sito web Vialattea.net avrà sicuramente avuto modo di leggere uno strale esplicito sparato all’indirizzo del sottoscritto da parte del Dr. Silvano Fuso (membro di un certo spicco all’interno del CICAP). Avevo proposto al Dr. Fuso di postare sullo stesso sito una mia replica, ma lui mi ha risposto dicendo che non è il caso dal momento che poi lui dopo dovrebbe dare una sua ulteriore risposta e che (come me) non ne ha il tempo. Per cui tanto vale continuare a giocare a birilli con le persone in modalità a telecomando, visto che questa è la moda in questo paese, mentre io mi limito solo a rispondere alle provocazioni, e non ad innescarle. Rispondo allora in questo sito dove appare questo mio articolo – che ritengo neutro ideologicamente – e ringrazio chi mi ospita per estendere questa mia risposta al Dr. Fuso e a quelli che assieme a lui e/o tramite lui hanno deciso di cercare o volere lo scontro frontale. Ovviamente so benissimo che questa gente è mossa dal puro e semplice scopo di ingenerare provocazione, nonchè di seminare pubblicamente discredito gratuito: le ragioni di tutto questo non mi sono ignote. Non sono la prima persona ad aver subito queste angherie e non sarò certamente l’ultima. Tutti conoscono, penso, la ragione per la quale certe cose succedono.
    In ogni caso tutto questo non mi inquieta più di tanto, dal momento che certi personaggi sono seguiti solo ed esclusivamente da personaggi simili a loro, più che altro compatiti da larghissima parte degli intellettuali e da una parte dello stesso establishment scientifico ufficiale. La mia risposta alle “critiche al personaggio Teodorani” che segue è pacata ed è quella che segue.

    I libri che il sottoscritto ha pubblicato (per una larga parte di essi vedasi pagina web: http://www.macrolibrarsi.it/autori/_massimo_teodorani.php), quelli a cui sono rivolte le gratuite critiche del Dr. Fuso (ma ancora non so quali dei miei libri egli abbia effettivamente letto), sono stati scritti solo ed esclusivamente sulla base di documentazione scientifica effettivamente esistente, pubblicata su libri monografici, interviste estensive, riviste scientifiche internazionali con e senza referee e siti web di carattere tecnico, tutti ampiamente e puntualmente citati nella bibliografia che si trova alla fine dei miei libri. Chi avrà occasione di *leggere realmente* i miei libri troverà tutta la documentazione in fondo agli stessi. Pertanto quelle esposte dal sottoscritto in questi libri non sono “sue idee personali” bensì considerazioni e analisi comparative (a volte anche critiche) relative a materiale effettivamente pubblicato da scienziati (e non da paragnosti) che studiano in maniera interdisciplinare *anche* l’anomalia nonchè aspetti ancora controversi delle scienze fisiche. Alcune considerazioni dell’autore (il sottoscritto) dei suddetti libri nascono anche da una parte (recente) delle sue ricerche e da aspetti comparativi con simili investigazioni effettuate da altri, ma mai da “idee personali”, visto che il sottoscritto è un astrofisico e non un opinionista nè un abituè di salotti televisivi. Esiste differenza marcata tra una “opinione” e una “considerazione”, ma chi oltre a leggere con gli occhiali affumicati denota anche scarse capacità di astrazione concettuale, evidentemente non ha gli arnesi per cogliere la differenza.
    E comunque, a prescindere dalle considerazioni più terra-terra, anche ai fisici a volte è consentito “speculare”, non come azione fine a sè stessa, ma come esplorazione e proposizione di possibili linee di ricerca per provare o confutare certune ipotesi. Le tesi affermate nei libri del sottoscritto non sono acritici dogmatismi come una lettura molto superficiale e tendenziosa ha probabilmente portato a credere o a far credere, (nonchè lettura derivante da informazioni per sentito dire, oppure tratta da strumentalizzazioni veicolate da certuni siti web new age evidentemente da certuni interpretati come rappresentativi del mio pensiero, per il sol fatto che i miei libri vi sono citati senza che il sottoscritto lo sapesse) ma si tratta semplicemente di ragionamenti relativi *anche* alla effettiva e dimostrata esistenza di alcuni fenomeni definiti molto infantilmente come “paranormali” (la difficoltà di riprodurre tali fenomeni a piacimento non è affatto sinonimo della loro inesistenza), non affermazioni arbitrarie relative al meccanismo che genererebbe questi fenomeni, dal momento che la fisica che ne sta alla base si trova ancora solo su un piano di pure ipotesi di lavoro, per quanto logicamente fondate, e non di certezze, come qualcuno vorrebbe mettermi in bocca. Dire che la meccanica quantistica potrebbe spiegare una parte di questi fenomeni, non significa affermare che la meccanica quantistica “ha spiegato” gli stessi. L’intervento del “personaggio Teodorani” al documentario su Rol di Nicolò Bongiorno è solo una serie assemblata di brevissimi spezzoni di una intervista durata molto più a lungo, in cui si spiegava in dettaglio quella che è la posizione (e non “presa di posizione” o “esordio”) esatta del sottoscritto: proprio sulla base di documentazione scientifica esistente (quasi tutta straniera), evidentemente non nota, o non gradita, all’estensore della critica e ai personaggi (ben noti) che probabilmente l’hanno istigato a muoversi in quella maniera.
    La comunità scientifica – e con essa il consenso che ne deve derivare – a livello sia nazionale che, soprattutto, mondiale è un ente molto più vasto di una sola parrocchia di quartiere, e un solo sito web e/o associazione (scettica o meno) non sono affatto rappresentative del pensiero ufficiale e condiviso della scienza in senso lato. Semplicemente, come ben si sa, molti accademici (e la loro claque che di solito accademica non è mai stata nè a livello formativo nè a livello operativo), ignorano totalmente o desiderano ignorare deliberatamente l’esistenza di certe ricerche, svolte non in una cucina o in un sottoscala (o dentro la bocca o sotto i piedi di qualcuno), ma in laboratori attrezzati e/o in base a modellistica matematica (il più delle volte non in questo paese). Se i lettori vanno a guardarsi questo precedente intervento del Dr. Fuso ( http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=7581 ), tanto per citare un esempio, noteranno che qualunque scienziato anche molto noto debba avere la ventura di occuparsi del paranormale o argomenti correlati, viene tacciato per essere “uno che esprime sue opinioni personali” (ovviamente fuori dal seminato del “sapere accettato e condiviso”).

    Se ci si pensa un pò sopra non è difficile capire che chiunque abbia la fortuna/sventura di dire e documentare come esattamente stanno le cose (in qualunque situazione e campo), verrà immediatamente tacciato per “opinionista personale”. Al che, non è affatto difficile intuire da cosa realmente nasce il cosiddetto “consenso” nelle istituzioni scientifiche, che poi sono un corollario dell’intera società umana. Da che mondo è mondo chi non si allinea al pensiero dominante (ovvero: al potere che lo rifocilla) è considerato uno che “esprime opinioni” (in sostanza uno che vaneggia, mentre per ragioni simili nella vecchia URSS questo genere di persona veniva confinata fino alla morte nei ben noti Gulag), a prescindere dagli studi e dalle ricerche svolte. E va ancora bene. Un tempo non era nemmeno possibile esprimere opinioni, pena la morte, come spesso succede anche quando ci si debba confrontare con le più tipiche società mafiose. Oggi *sembra* vigere un regime di semi-democrazia, e quindi anche il Dr. Fuso ha pieno diritto di esprimere le sue opinioni, così come il sottoscritto (che si trova a vedere il proprio nome usato senza essere stato coinvolto in un dibattito) quello di replicare, come sta facendo adesso.
    Quanto sta succedendo è davvero interessante. E lo ribadisco con una piccola metafora. Ricordo che al liceo una volta alcuni compagni di scuola e di loro merende (integralisti di una certa ben nota organizzazione politica) mi dissero che io esprimevo “opinioni personali” in merito a fatti precisi relativi ad un certo settore (che non centra con l’argomento qui dibattuto), mentre altri di un’altra organizzazione politica (paradossalmente alleata con la prima) mi dissero che avrebbero “detto una novèna per me”: in realtà, per via della loro innocente ignoranza, pregiudizio, convenienza e scarsa voglia di studiare, l’argomento era a loro per forza di cose completamente sconosciuto. Eppure un certo tema era a loro talmente indigesto che preferivano ignorare che esistesse una ricca panoplia di fonti su quel dato argomento. Questo è un esempio di come certi dogmatismi scettici (o “zetetici”, o “zelotici”, che dir si voglia), unitamente a chi li induce, portino a creare – nel loro stesso ambito – un approccio completamente irrazionale in merito alle posizioni da tenere. Queste persone credono di essere “scettiche”, ma in realtà non sanno di avere un “Bias” al loro interno che, come rumore sovrapposto al segnale (che non emerge mai), inficia le loro effettive capacità di giudizio in merito ai fatti obiettivi del mondo e alla relativa documentazione che li comprova. Alcuni di questi scettici sono in buona fede, altri non lo sono affatto. In sintesi concludo questa parte con una breve frase, che sicuramente alcuni più che volentieri recitano: “Siccome, assieme alla massa di cui faccio parte, sono ignorante su quello che invece tu sai, allora, dal momento che conta solo il pensiero della maggioranza, decido che quello che tu dici è una tua opinione personale”. In U.R.S.S. (ma anche nel periodo delle inquisizioni medioevali della Chiesa) le cose andavano esattamente così. Oggi la moda dell’inquisizione si è trasferita da una parte all’altra, e cioè alla “chiesa” che oggi conta di più nella società, quella che piagnucolain continuazione ogniqualvolta qualcuno dall’esterno desideri capire quello che fanno lì dentro.

    Il fatto che certuni affermino che i fenomeni paranormali non esistono denota evidentemente una innocente ma visibile ignoranza sulla problematica, probabilmente anche in merito alle procedure metodologiche per tentare di studiarli. Purtroppo è l’osservatore stesso a interferire sui dati (il meccanismo dell’interferenza in fisica è ben noto, e forse un giorno potremmo estenderne l’universalità ad altri campi per oggi poco conosciuti), pertanto al fine di studiare certi fenomeni in particolare (ma non quelli normali) occorre studiare assieme sia l’osservatore che l’osservato e non solo il secondo. La Luna, le stelle e le galassie continuano ad esistere anche quando non le guardiamo, mentre altri fenomeni invece sembrano dipendere strettamente da chi li osserva. I fenomeni paranormali non seguono un meccanismo a orologeria perfettamente riproducibile secondo i canoni sperimentali classici che ben si applicano al mondo della fisica classica e dell’astrofisica: conosco bene queste ultime ricerche per averle fatte a lungo, e ovviamente ne riconosco l’efficacia. Certuni ritengono che invece anche i fenomeni paranormali dovrebbero essere gestibili negli stessi termini: non lo sono, anche se a volte sono misurabili con la nostra strumentazione e studiabili con la cosiddetta “meta-analisi” di carattere statistico.
    Del resto un certo tipo di “vetero-scientismo” non deve meravigliare: individui non abituati a pensare a sè stessi come una “coscienza” (vedi URSS e Chiesa del medioevo, di cui sopra) non possono che pensarla alla loro vecchia maniera (come sostanzialmente sosteneva Karl Marx gli uomini sono stomaci, o meglio, “punti materiali” e come tali vanno gestiti nell’ambito di una gran massa informe, mentre il concetto di “spiritualità” è una allucinazione dell’imperialismo capitalista), che però li rende completamente e candidamente ciechi di fronte ad una *realtà più estesa* relativa all’universo in cui viviamo. Dobbiamo attivare nuovi (o forse antichissimi) arnesi che ci servano ad estendere la nostra percezione del mondo, e a costruirne una descrizione completa e precisa. Per fare questo dobbiamo necessariamente estendere (e NON eliminare) i metodi della scienza, qualora si debbano studiare fenomeni particolari, e per fare questo dobbiamo imparare a conoscere bene noi stessi e l’uso del nostro cervello. Perchè, a prescindere da chi abbia creduto di rubarne la paternità in passato (i>così come anche la musica di Richard Wagner), è sostanzialmente questo l’obiettivo che si poneva Friedrich Nietzsche, ed è anche il mio.

    Nessuno può davvero mettere in dubbio il metodo scientifico tradizionale quando si debbano esaminare gli oggetti normali della realtà, ma alcune evidenze (chiare e nette) hanno dimostrato che esso risulta incompleto quando invece si tratta di studiare fenomeni aleatori come quelli chiamati con il termine naive di “paranormali”: un termine che non piace a chi li sta realmente studiando. Il fatto che questi fenomeni non si riproducano a piacimento non dimostra affatto la non-esistenza dei fenomeni stessi, ma dovrebbe semmai invitare i ricercatori a spremere un pò più le meningi e le sinapsi in merito alla natura completa della realtà che ci circonda, e magari ad impegnarsi un pochino di più nello studio. Si tratta di fenomeni che avvengono il più delle volte in maniera transiente, ma tali eventi possono essere lo stesso studiati e misurati, perlomeno da menti attente e non dormienti: non deve esistere spazio per la superficialità in questi studi, e men che meno per il pregiudizio. Semmai occorre moltissimo rigore, ridondanza nella sperimentazione, e cautela nei modelli interpretativi. In caso contrario si ripiomba nell’ignoranza, e – cosa ancor peggiore – si istiga il grande pubblico a perpetrare e a diffondere l’ignoranza, nonchè ad educare le masse alla stessa. Ma la scienza – per la stessa accezione del concetto che essa rappresenta – non dovrebbe conoscere limiti alle sue capacità di penetrazione, che a volte richiedono flessibilità e capacità di rinnovarsi. La nostra scienza è molto giovane, e ha ancora molto potenziale di crescita davanti a sè. Io parlo non solo in termini di contenuti ma anche in termini di estensioni (e non sostituzioni) dei metodi.
    Può essere che tutta questa repulsione al nuovo sia dovuta ad un retaggio religioso di natura istituzionale che vorrebbe il mondo fisico e il mondo “metafisico” (altro termine davvero aulico e ridicolo) come due entità completamente separate. Alcuni scienziati dopo aver attentamente studiato certe evidenze giungono alla conclusione che questa separazione non solo è errata ma anche alla radice di molte malattie mentali, in primo luogo perchè questi stessi scienziati non credono nella presunta “sacralità” delle religioni istituzionali (seppur rispettando la Fede dei credenti negli aspetti più genuini e meno istituzionali delle varie religioni), e in secondo luogo e soprattutto perchè ritengono che la Scienza (e solo quella) debba descrivere TUTTA la realtà, intesa non come due enti separati ma come un solo ente fatto di materia e spirito, dove questi interagiscono continuamente tra loro.

    Che lo “spirito” debba essere inteso come “ente trascendente” (il ramo cattolico) per alcuni e “inesistente” (il ramo ateo, alleato “storicamente, a livello di compromesso”, con il primo) per altri, questo non convince affatto (per ragioni che ho spiegato estesamente nei miei libri) alcuni tra gli scienziati, i quali proprio per questa ragione si rapportano in una aspirazione di “Neo-Illuminismo” nei confronti della Scienza nella sua più elevata accezione del termine. Un neo-illuminismo in netta rotta di collisione sia contro l’oscurantismo di religioni e/o sette totalizzanti sia contro l’oscurantismo di una scienza che, seppur vincente e condivisa in alcuni aspetti, è considerata però decrepita in altri. Si riconosce semmai alla scienza tradizionale l’efficacia del relativo metodo di indagine (quello matematico-sperimentale), che – seppur attraversato da storiche cantonate – funziona piuttosto bene nel descrivere il mondo della materia. Ma non si riconosce più la scienza tradizionale (in particolare quella italica) quando essa pontifica su argomenti che non conosce oppure ha studiato molto superficialmente, o per nulla: in quest essa sicuramente appare più come una *religione* che non come una vera pulsione esplorativa. Mi è ben noto che alcuni tra i reali rappresentanti del mondo scientifico ufficiale e istituzionale (anche italiano) condividono il mio pensiero, mentre associazioni che si autoproclamano “scettiche” non da tutti vengono considerate come rappresentative della scienza istituzionale, e da altri addirittura non vengono considerate nemmeno come associazioni scettiche.
    Le associazioni scettiche in sè dovrebbero avere davvero un ruolo-chiave proprio per arginare il problema dell’oscurantismo introdotto da certune sette e pseudoreligioni di larga diffusione, ma questo non succede dal momento che queste pseudoreligioni, in particolare, trionfano e lucrano sovrane e impunite, ovunque nel mondo, e l’Italia non è da meno. E’ per castrare radicalmente queste sette e/o pseudoreligioni che dovrebbe servire una vera associazione di controllo sulle affermazioni relative al paranormale, e non esiste alcun diritto democratico (che si proclami come etico) a legittimare l’operato di certune pseudoreligioni o sette, dall’effetto e dall’impatto devastante sulla società in generale. Certune associazioni scettiche si limitano a “studiare” o semplicemente a osservare certi personaggi, quando invece – proprio per i danni sociali che questi creano – dovrebbero farli rinchiudere a vita in una classica e poco confortevole gattabuia. Ma si sa, dietro le più grosse di queste sette (3 le più importanti a livello mondiali), ci sono gruppi di potere e imperi economici difficili da fronteggiare. Per cui meglio infilare la coda tra le gambe, e prendersela con gli scienziati dissidenti (e io lo sono non per una, ma per due ragioni, come si puntualizzerà nel seguito), come di fatto succede in Italia. In Germania, terra poco prona a prendere ordini da presunte superpotenze dominanti anche sul suolo europeo, perlomeno è stato negato legalmente spazio di manovra ad una ben nota di queste sette (che ama auto-definirsi “religione”), in Italia non mi risulta che questo sia successo.

    Fintanto che la Scienza non prenderà in mano seriamente il problema dello studio dei “fenomeni paranormali” e degli aspetti più scomodi della scienza, continueranno a proliferare le pseudoreligioni in oggetto e con esse l’oscurantismo, sia come *malsane* utilizzatrici di “poteri” che l’uomo ha da sempre ma non controlla in base a leggi scientifiche ancora sconosciute, sia come millanteria in merito a poteri dichiarati ma inesistenti, e sia come abbindolamento di una società poco critica. Occorre creare al più presto una Nuova organizzazione (e non: associazione) che affronti criticamente i problemi qui esposti sia a livello di repressione a tolleranza zero delle pseudoreligioni che a livello di studio serio dei fenomeni paranormali e delle anomalie fisiche in generale. In parole povere: ignorare certi fenomeni a livello scientifico, significa delegarne la gestione ai paragnosti di turno e alle organizzazioni potenti ma demenziali che ad essi fanno capo.

    L’impressione del sottoscritto è che la principale associazione scettica italiana non abbia studiato sufficientemente a fondo la questione della ricerca sui fenomeni paranormali e su svariate altre stranezze, minata come essa è da pregiudizi di ogni sorta e da palesi carenze etiche quando si tratta di emettere certune critiche distruttive senza la base di una solida documentazione a riprova delle stesse. Inoltre questi “scientisti” confondono palesemente la “pseudoscienza” con la “scienza di frontiera”, pertanto denotano una preoccupante lacuna di natura epistemologica, quando si tratta di prendere in considerazione fatti ben precisi. Resta difficile comprendere la disinvoltura di queste persone che si autoproclamano “scettiche” quando attaccano alle spalle senza tanti complimenti altre persone (sempre ignare) a loro non gradite, e senza volere mai con esse un confronto diretto: a cosa è dovuta questa loro disinvoltura, alla “botte di ferro” in cui per forse note ragioni si troverebbero, oppure all’incoscienza? Oppure a una malfatta e inopportuna lettura della storia nel senso del divenire dell’evoluzione politica di questo “paese”, con in fattispecie il momento esattamente attuale? Forse – come certuni extracomunitari e loro consimili italiani – credono davvero che in questo paese sia ancora tutto consentito e che la “tolleranza zero” non faccia parte della democrazia? Il mio consiglio è che prima di camminare, controllino anche il terreno su cui si muovono, perchè potrebbe succedere che un dato palazzo – tanto per fare una metafora – sia segato alle sue fondamenta, mentre i suoi occupanti continuano a camminarvi dentro come topolini che si muovono dentro una scatola mentre un analista li porta in un’altra stanza.

    E’ fin troppo chiaro a questo punto che all’orizzonte c’è davvero il rischio di uno “scisma” all’interno delle istituzioni scientifiche, perlomeno quelle in Italia (non penso che in paesi come quelli Germanici o altri paesi come la Slovenia e la nuova Russia, per fare tre esempi molto emblematici, sia necessario alcun scisma dal momento che certe ricerche su argomenti di frontiera vengono considerate un fiore all’occhiello e un motivo di orgoglio; a titolo di esempio, in alcuni di questi paesi è ben noto cos’è un *biofotone* per averlo rilevato nei loro laboratori utilizzando fotomoltiplicatori e non come farneticazione “gravitonatalizia”: a questo proposito vedasi come esempio di pertinenza: http://www.cicap.org/friuli/targa.html ), che possa portare ad un divorzio netto e irreversibile tra “sciento-fideisti incalliti” da una parte e “scettici dalla mente aperta” dall’altra, ma senza lasciare spazio alcuno a nessuno dei cosiddetti “fideisti credenti” (che scienziati non sono) o a simile sciamaneria. Un divorzio consensuale, dove entrambe le parti dovranno comunque rispettarsi, ed eventualmente collaborare in certune occasioni, in specie per combattere la piaga sociale costituita da maghi, sette e pseudoreligioni. Sicuramente gli “scettici dalla mente aperta” non si limiteranno a tentare di espandere gli orizzonti della Scienza, ma vorranno Istituzioni Scientifiche dove i criteri di reclutamento e di gestione dei fondi all’interno delle stesse siano trasparenti e neutri, e non come quelli che si sono ripercorsi vergognosamente da 50 anni a questa parte, e proprio per questo il motto potrebbe essere anche qui null’altro che: tolleranza zero. Soprattutto per questa ragione il sottoscritto (e non solo) ritiene che le strutture dedite alla ricerca in questa ben nota “espressione geografica” vadano radicalmente cambiate in primo luogo in senso realmente meritocratico e in secondo luogo in senso effettivamente innovativo sul piano della reale esplorazione scientifica,nell’interesse delle nuove generazioni, ovviamente, così recentemente disamorate dall’iscriversi a corsi universitari nelle materie scientifiche in questo paese.
    Intanto, pensiamoci bene. L’esistenza di certi argomenti di frontiera purtroppo lascia spazio anche a certe inquietanti devianze – di fronte alle quali la principale associazione scettica italiana costituisce un ostacolo minore di quello costituito da una mosca morta – tutte interessate a fare opera di strumentalizzazione e disinformazione, in specie alcune devianze che hanno la loro radice nella peggior feccia New Age e in quelli che la alimentano. Occorre pertanto creare al più presto una associazione statale (e non privata, seppur decentrata come si conviene ad uno stato che sarà a tutti gli effetti Federale) ad indirizzo marcatamente scientifico e legale il cui scopo sia di: a) combattere e sopprimere recisamente qualunque devianza e aberrazione ai danni dei cittadini; b) studiare con attenzione, senza malizia (dentro le istituzioni, e non fuori di esse), e con i mezzi di indagine adeguati, i cosiddetti “fenomeni paranormali” e approfondire certe questioni scottanti della fisica, per troppo tempo accantonate, ignorate, aborrite e decisamente mal studiate e interpretate dalla malafede, dai paraocchi e da una pigrizia intellettuale tutta italiana, ancora troppo interessata a perseguire “quello che conviene fare” piuttosto che “quello che è *giusto* fare”.

    Per il resto il miglior consiglio che mi sento di dare a chi vuole continuare a pensare costruttivamente è quello di compatire amorevolmente chi dimostra la propria cecità mentale ed etica, e di andare avanti, perchè i “muri” che si crede di vedere sul proprio cammino sono solo un’illusione messa lì a bella posta per tenere questa società ferma alla preistoria, e governata dall’ingiustizia e dalla menzogna.

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