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Definite quindi “bene” e “male”…
Si, d’accordo. Ogni cosa, anche definire il bene ed il male rientra necessariamente nei ristretti parametri della logica-non-logica umana. Comunque sia l’etica umana propria, presa in dote chissà da chi… non è da sottovalutare, il discernimento fa parte di noi, siamo consapevoli delle valutazioni, cosa comportano e dove conducono, poi, si sa, le nostre ristrettezze e i nostri limiti permangono.
Dicevano gli eretici Catari che il MALE è uno stato fisico. I piaceri, come il malessere, ne sono la manifestazione mescolati in una proporzione inestricabile che avvolge tutto il mondo sottraendolo al regno di Dio per innalzare quello del diavolo e di suo cugino… satana… E’ con questo concetto che 800 anni fa gli eretici Catari salivano sui roghi affidando alle fiamme i loro corpi la cui materia, dicevano, come tutte le cose del Creato, era la manifestazione della lotta di due principi: “il bene ed il male”.
Se poi vogliamo andare nello specifico, alle origini, se per Diavolo si intende un Dio negativo, un essere che induce al male per “impadronirsi” dell’anima del peccatore e trascinarla all’inferno, luogo di pena e di tormento senza età e senza tempo, ebbene, questo “DIAVOLO” fu, nel Mondo Antico, del tutto sconosciuto. Non esiste religione o mitologia che accenni ad un tale “personaggio”, il cui avvento è strettamente correlato a quello del Cristianesimo. Non che gli antichi Greci o gli Iranici o gli Etruschi si ritenessero immuni da colpe, ma se una punizione doveva venir loro inflitta, era in questo mondo che sapevano di dover scontare la pena, umana o divina che fosse.
La figura del diavolo nacque nel giudaismo, quando questo, attorno all’epoca Cristiana, andava strutturando i dati ereditati dalla tradizione antecedente in una teologia che aveva intuito l’esistenza di un Dio unico. Prima dell’esilio gli Ebrei erano politeisti e/o monolatrici; questo significa che non avevano difficoltà ad ammettere lotte e contraddizioni nel mondo del divino.
Un saluto