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Gemini, io ho sempre sentito che le cosiddette nde siano esperienze “vissute” da persone non in coma, ma che erano morte, ossia il cui cuore aveva cessato di battere (e che poi sono state rianimate). Dove risiederebbe la differenza? Nel fatto che accreditati neurologi di indiscussa fama hanno affermato che il cervello smette completamente di funzionare dopo pochissimi secondi dall’ultimo battito cardiaco e che, in quello stato, non è più in grado di produrre nessun sogno né nessuna allucinazione, in quanto, semplicemente, è come una “radio con la spina staccata”. Non può “ricevere” né “trasmettere” più nulla. Ciò nonostante, questi soggetti sono stati in grado di raccontare esperienze molto particolari nonché di ricostruire quanto avvenuto durante i minuti in cui erano morti: non solo quanto avvenuto nella stanza in cui si trovavano in quel momento, ma perfino in altri luoghi, ad es. a persone a loro care (dialoghi, azioni e perfino pensieri profondi di altre persone). Diversa è, secondo me, la situazione di un soggetto in coma (quindi ancora vivo anche se con danni cerebrali), in gravi condizioni o addirittura in piena salute, come tuo fratello. Per quanto riguarda buona parte di coloro che hanno controbattuto che quanto raccontato da taluni soggetti si poteva attribuire solo a “sogni” o a reazioni chimiche del cervello nello stato immediatamente dopo la morte: molto spesso non possedevano le competenze necessarie per fare simili affermazioni, in quanto non neurologi.
Per quanto riguarda tomtom, forse (e dico forse nel senso che non lo so perché io non sono un medico) si potrà parlare di allucinazioni, deliri e via dicendo dovuti alla ipocalcemia come sostiene Valle ma secondo me non si può parlare di “nde”.