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Rispondi a: Xenoglossia: quando si parlano lingue che non si conoscono..

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#72047
Anonimo
Inattivo
valle wrote:
Se non sbaglio si era accennato a questa possibilità, nella discussione, ma tirando in ballo l’inconscio collettivo di Jung.
Nel calderone dell’inconscio collettivo si possono fare rientrare parecchie cose. Non credo che Jung abbia mai parlato di lingue trasmesse dagli avi.

Non ricordo anch’io se Jung abbia mai accomunato la Xenoglossia all’inconscio collettivo, ma non è detto, a veces saltano fuori opere postume… Certo che Jung era un convinto assertore della fenomenologia paranormale, anche se dopo aver coin-fondato la Società Internazionale Psicoanalitica le sue idee non collimavano affatto con quelle del suo “maestro” Freud, troppo rigido nei concetti. La chiusura di Freud verso ogni manifestazione parapsicologica, inizialmente non scoraggiò Jung che si recò a Vienna per incontrarlo e chiedergli ulteriori pareri sulla precognizione e in generale sulla parapsicologia.

Gnent da fer… :( viaggio inutile. nella sua autobiografia si legge…: “A causa dei suoi pregiudizi materialistici Freud respinse in blocco tutti questi problemi come assurdi e lo fece nei termini di un così superficiale positivismo che mi trattenni a fatica dal rispondergli aspramente”.
Come lo capisco, come lo capisco…

Dato che ci sono accenno ancora qualcosa, sempre tratto dalla sua autobiografia: “Mentre (Freud) esponeva i suoi argomenti, provavo entro di me una strana sensazione, e ad un certo punto si verificò un tale schianto nella libreria, che era proprio accanto a noi, che entrambi ci alzammo in piedi spaventati, temendo che potesse caderci addosso. Dissi a Freud: -Ecco questo è un esempio del cosidetto fenomeno di esteriorizzazione catalittica-. -Suvvia mi disse Freud, questa è una vera sciocchezza-. -Ma no risposi, vi sbagliate Her Professor, e per provarvelo vi predico che tra poco ci sarà un altro scoppio!-.
E infatti, non avevo finito di dirlo che si udì nella libreria un’altro terribile schianto, simile al precedente. Ancor oggi non so che cosa mi avesse dato quella certezza; ma sapevo al di là di ogni dubbio che quello schianto si sarebbe ripetuto. Freud mi guardò stupefatto senza dir nulla…”.

Chissà perchè Jung mi è sempre stato più simpatico di Freud… sarà perchè ho fatto mio un suo passo? ovvero: “Quando si hanno esperienze del genere si acquista un certo rispetto per le possibilità e le arti dell’inconscio”. Da “Ricordi, Sogni, Riflessioni” – di Carl Gustav Jung
Un saluto