Home Page › Forum › I FENOMENI PARANORMALI › Fenomeni psichici › La liquefazione del sangue di San Gennaro › Rispondi a: La liquefazione del sangue di San Gennaro
Non credo che cutolo di possa mettere le mani come se si trattasse di una macchina ad infrarossi o cose del genere. Stiamo parlando di misurazioni (se presenti) che probabilmente farebbero poca differenza nella pratica.
Con questo confuso non sapere si può ugualmente dare spiegazioni? Certo, vedo che si può,così facendo però si valicano confini perimetrali che, per il solo fatto di non essere recintati danno il permesso a tanti di trarre conclusioni, le loro, spesso del tutto arbitrarie. Non sarebbe corretto, ma tantè.
Gli unici, veri, insuccessi terapeutici si evidenziano solo quando la “carica” dell’emittente (il pranoterapeuta) e del soggetto ricevente (il paziente) sono praticamente simili. Gli studi seri su emissioni oltre la norma di soggetti che praticano pranoterapia (non sto parlando dei soliti zuzzerelloni) esistono, direi da sempre, in ogni epoca. In determinate prove si è arrivati a mummificare corpi solidi, animali compresi.
I risultati positivi non si possono negare, con esperimenti effettuati anche all’insaputa dei pazienti, alla faccia dell’effetto placebo. Riporto qui uno stralcio (ve ne sono decine in italia e nel mondo intero) di test eseguiti in laboratori attrezzati, riprendendolo da: “Metodi di verifica delle capacità pranoterapeutiche”.
Test della azione a distanza su un colloide di ossicloruro di bismuto.
Questo test è stato proposto presso l’Università di Milano da A. Ansaloni e P. Vecchi, e
consiste nel modificare la velocità di sedimentazione di un colloide di ossicloruro di bismuto
(Ansaloni e Vecchi, 1991).
Il soggetto (o il pranoterapeuta} impone le mani, a distanza, per circa 20 minuti su dell’acqua
distillata. L’acqua così ottenuta viene denominata “acqua bioattivata’ ed essa viene quindi
utilizzata per effettuare il test con il bismuto, confrontando il risultato con quello ottenuto con
acqua distillata non trattata.
Gli sperimentatori hanno riportato i risultati dei loro esperimenti, condotti su un centinaio di
pranoterapeuti, confrontandoli coi risultati ottenuti da soggetti normali e con le prove in
bianco. I loro dati mostrano una significativa modificazione (in media) della velocità di
precipitazione del bismuto ossicloruro da parte dei soggetti pranoterapeuti, mentre i controlli
ed i soggetti normali forniscono risultati sovrapponibili, cioè molto simili.
La realizzazione pratica di questi esperimenti richiede una buona manualità e riproducibilità
delle condizioni sperimentali.
In particolare sarebbe stato meglio realizzare gli esperimenti in condizioni tali da
minimizzare gli effetti di interferenza dovuti a campi elettromagnetici e radiazioni ionizzanti
naturali che sono suscettibili di modificare sensibilmente la velocità di precipitazione dei
colloidi. Ciò nonostante, i risultati complessivi di questa sperimentazione sono molto
interessanti e meritevoli di ulteriore attenzione.
Essi indicano con chiarezza che i pranoterapeuti possono agire su un sistema chimico
particolare (come i colloidi) modificando un parametro chimico-fisico, senza contatto diretto.