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Rispondi a: La liquefazione del sangue di San Gennaro.

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#71739
Anonimo
Inattivo

Quando fai finta di non capire mi metti di buon’umore (perchè fai finta vero?)—- (ne ero certo)…
Non mi risulta che Randi abbia mai ricevuto attestati benemeriti in medicina, di benefici e di guarigioni accertate tramite la prano. Non fai poi alcuna menzione (spero per pura dimenticanza, non certo per convenienza…) delle richieste fatte per ben due volte in lettere spedite dello stesso tenore dal Cutolo al Cicap per poter essere “studiato” seriamente in una struttura adeguata.

Rilancio quindi la seconda lettera-risposta-richiesta- al Cicap del Prof. Nicola Cutolo in data 03.06.1999:
“Riscontro la vostra lettera del 20-05-99 che, allo stato, trovo pretestuosa oltre che contraddittoria. Infatti riascoltata la trasmissione di Speciale TG1 del 14-03-99, il signor Ferluga dichiarava che “dalle mani del pranoterapeuta non fuoriesce alcuna energia”. Tale affermazione è in contraddizione con quanto scritto nella Vs. ultima del 20-05-99 al punto 2 :”per quanto riguarda i biofotoni, una cosa è ammettere una loro eventuale esistenza causata da una qualche reazione metabolica che emetta fotoni”. Inoltre, nonostante l’invito da me formalizzato nella lettera dell’8-4-99, diretto a far presenziare il Dr. Ferluga (in qualità di Presidente del CICAP) ad esperimenti di misurazione di luce residua attraverso apposito rilevatore e influenza del prana su colture di batteri fosforici in un istituto scientifico attrezzato, di fama internazionale (esperimenti per altro da me già effettuati e che SONO PRONTO A RIPETERE per il bene e la serietà della ricerca), di fatto, AVETE RIFIUTATO L’INVITO STESSO, TRINCERANDOVI DIETRO ARGOMENTAZIONI CHE NULLA HANNO DI CONCRETO”.

Riprende il Cutolo: “se foste stati sicuri delle vostre affermazioni avreste accettato l’invito per vedere la misurazione dell’energia fotonica e l’influenza del prana sulle colture di batteri fosforici (sempre tramite il rilevatore di luce residua, prima e dopo il trattamento quando la luminescenza aumenta) e avreste chiesto ai professori di fama mondiale, di diverse nazionalità, che sono nel medesimo istituto e anche a fisici di Vs. conoscenza, spiegazioni su questi due esperimenti veramente importanti, specialmente l’ultimo. Pertanto, il VOSTRO RIFIUTO al mio invito nonostante la MIA DICHIARATA DISPONIBILITA’ a sostenere le spese necessarie, a mio parere rende meno credibile l’opera di critica che il CICAP effettua, soprattutto perchè, ripeto, la sperimentazione da me richiesta poteva essere motivo di uno scambio di opinioni e conoscenze scientifiche fra Voi studiosi e ricercatori. Ancor più l’accollo delle spese ed il reperimento della struttura idonea disposta a eseguire sperimentazione è a carico del richiedente (cosa che io ho fatto) come, del resto è specificato al punto 4 della Vs. lettera; ciò rende plateale la pretestuosità delle Vostre argomentazioni”.

Prosegue il Prof Cutolo: “Per quanto concerne i trattamenti di pranoterapia, ho lavorato in qualità di pranoterapeuta in strutture pubbliche, come da DOCUMENTAZIONI INVIATEVI, sotto stretto e rigoroso controllo medico, radiologico e di analisi di laboratorio, non solo su casi inviati, ma su molti altri. Certamente è più facile suscitare dubbi, perplessità, scetticismo, ma bisogna, all’occorrenza, anche dare prova di grande senso di responsabilità e di umiltà verificando ciò che è DIMOSTRABILE o SPERIMENTABILE per la serietà della ricerca”.
Per quanto riguarda i soldoni messi in palio, il Cutolo così risponde al CICAP: “circa al premio J. Randi nella mia precedente lettera del 19.05.99, avevo dichiarato la mia piena disponibilità successivamente a tali esperimenti solo se la struttura americana fosse stata in possesso di rilevatore di luce residua; ma voi anche su questo punto siete rimasti evasivi. Da tutto quanto si evince il Vs. timore di essere smentiti”.

I ciarlatani imperano, ma per certi soggetti una pur minima valutazione seria (senza sganasciarsi prima), sarebbe d’obbligo.
Un saluto