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Rispondi a: La coscienza….

#69782
Anonimo
Inattivo

Alceste,

tutto ciò che hai scritto è in larga parte condivisibile ed è anche inconfutabile il fatto che tutto questo universo sia un sistema interconnesso, costituito dagli stessi elementi di base. Mentre digito su questa tastiera, le mie dita sono fatte degli stessi atomi che possiamo trovare in tutto il resto del pianeta e perfino nel cosmo. Sono solo “ordinati”, per così dire, in modo da darmi questa forma.
Ed è anche in un certo senso inconfutabile che dopo la disgregazione di un corpo, i suoi elementi tornano da dove sono venuti, organi e tessuti complessi si disassemblano, restituendo gli elementi di base, il calore si disperde e si irradia verso la materia circostante.

Ma credo che la domanda che ci divora, tornando al discorso della coscienza, sia un’altra, e cioè: il fatto che tutto sia interconnesso, fatto della stessa materia, che nulla nasce e nulla va distrutto, significa anche che la nostra coscienza rimane senziente anche durante e dopo queste fasi di disgregazione della materia cui è legata? Oppure semplicemente la sua energia si disperde, poi si raccoglie, per poi confluire in qualche altra forma, ma senza conservare tracce di continuità?

Potrebbe essere, come dice Gemini, che la mia scintilla di coscienza mi deriva dal cosmo, da una stella, dalle galassie, ma la domanda è: “conservo ricordo, coscienza, della provenienza della mia coscienza? Se non ne conservo ricordo, è anche molto probabile che non conserverò ricordo nemmeno una volta che la coscienza in questa mia attuale forma si sarà disgregata e sarà tornata a disposizione dell’universo. In tal caso saremmo esseri che ci aggreghiamo e disgreghiamo senza sapere chi siamo.
E in effetti, il fatto che l’uomo da migliaia di anni si faccia le medesime domande, anche se usando concetti e linguaggi più sofisticati, è una dimostrazione ulteriore del fatto che non lo sappiamo. Che evidentemente non c’è continuità tra una forma e l’altra a livello di coscienza. Probabilmente…

Per qualcuno questo non è importante. Per altri l’accento si pone proprio sulla continuità: “sarò in grado di ricordarmi di me e della mia vita passata? Sarò in grado di riconoscere altri che mi sono stati accanto?” e così via…