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Rispondi a: esperienza personale.

#69666
Anonimo
Inattivo

Non è mai facile, se non impossibile, accettare di buon grado la morte di un caro. Quando si prende coscienza del fatto che ormai non cè più nulla da fare, specie dopo un calvario comportato da una brutta malattia, inizia a subentrare l’ egoismo…un’ egoismo sano però, perché non vogliamo che la vita ci privi di quella benevolenza, di quel sostegno…della nostra mamma o papà…l’ egoismo che porta ad allungare la vita di una persona ma non la qualità della stessa. Intanto si perdono di vista tanta cose, ma non è colpa di nessuno, è così che si comporta l’ uomo. Il dolore, lo sconforto, dopo la dipartita del nostro caro, serve a questo, a farti riprendere di vista tutte quelle cose non fatte e non dette, e serve, altroché se serve questo dolore…perché il dolore mantiene un collegamento diretto alla persona che non cè più…però il vero dolore, quello a cui non ci si darà mai pace, risiede nella dimenticanza… quando ci si dimentica di quella persona, quando in certi casi ci accorgiamo che era ormai da tempo che non affiorava più alla mente quel triste ricordo…è li che si hanno i colpi di grazia.