Non sono la persona più adatta per discutere di proiezioni astrali, ma credo che di pericoli e forse anche di opportunità salvifiche ne esistano, qualunque cosa siano esattamente i viaggi astrali, e spiegherò perché.
Il dibattito si concentra sulla natura del viaggio astrale, che per alcuni è una esperienza in una dimensione che esiste a prescindere dal singolo che la sperimenta, cioè è una realtà in se stessa, mentre per altri è una “dimensione” allucinata dal singolo, simile ad un sogno molto vivido, ma non vive di esistenza propria.
Ciò su cui vorrei concentrare la mia attenzione, tuttavia, è il valore dell’esperienza in se stessa, a prescindere dalla sua natura, perché per la nostra mente esistono potenziali benefici e potenziali traumi sia che l’esperienza sia vissuta in un piano reale, sia che sia vissuta in un piano allucinatorio.
Vi racconto un’esperienza che mi fu riferita da un utente della struttura per tossicodipendenti per cui lavorai diversi anni fa: questo ragazzo aveva fatto uso di svariate droghe nella propria vita, e fra queste anche di un allucinogeno molto potente. Piccola premessa per evitare di generare malintesi e “scandalizzare” qualcuno: di danni dall’uso di droghe questo ragazzo ne aveva subiti parecchi, quindi non crediate di prendere ciò che sto per dire come un invito ad un uso ragionevole degli allucinogeni. Le droghe pesanti sono SEMPRE pericolose. Tornando al nostro amico, mi riferì di avere vissuto questa esperienza molto potente sotto l’effetto dell’allucinogeno che in quel caso lo liberò di un senso di colpa che si portava dietro da tanti anni. Ecco cosa avvenne:
mentre si trovava in un locale pubblico, la droga gli procurava l’illusione di essere come un “libro aperto” (queste le sue esatte parole) in cui tutti i presenti potevano leggere la sua vita e le sue colpe. Si sentiva malissimo e si vergognava perché i suoi misfatti erano così, sotto gli occhi di tutti. Il disagio si stava per trasformare in angoscia intollerabile, ma ad un certo punto ebbe l’illuminazione. Esattamente lì, ed in quel momento, disse a quelli che lo stavano guardando qualcosa come “Io sono questo, questa è la mia storia, la mia vita, e non posso cambiarla. Guardatemi pure, giudicatemi, ma da oggi non voglio più sentirmi in colpa e non voglio più avere paura del giudizio degli altri”. Lo ricordo, il tutto è avvenuto in una condizione di allucinazione indotta dalla droga.
Il punto importante, tuttavia, è che la “liberazione” dal senso di colpa è stata conservata anche DOPO che l’effetto dell’allucinogeno svanì. In quel caso, l’esperienza del viaggio si rivelò terapeutica.
In modo analogo si possono vivere dei traumi per i “viaggi” cattivi indotti da allucinogeni. Alcuni di questi traumi non sono dovuti tanto al danno prodotto dalla sostanza in sè, ma dall’esperienza che il “viaggio” fa vivere alla persona. Alcuni degli spettri che in queste esperienze si incontrano, certe rivelazioni, certi contenuti, sono traumatici perché provengono dalla parte più profonda del proprio inconscio. E se si trovano così in profondità, un motivo ci sarà, e non è sempre una cosa buona andarli a smuovere e vederseli sbattere in faccia da un momento all’altro.
Tornando al principio di questa lunga parentesi, il viaggio “astrale”, qualunque cosa esso sia, se (e sottolineo SE perché io non lo so) avesse le potenzialità di andare a pescare in zone della nostra psiche che non sono normalmente accessibili, potrebbe presentare opportunità e pericoli anche se non fosse reale. O meglio anche se la sua realtà fosse unicamente all’interno della nostra mente e non in qualche piano o dimensione diversa.
Motivo per cui credo che non si debba mai giocare a giochi potenzialmente pericolosi senza sapere ciò che si sta facendo e senza l’adeguata preparazione. Probabilmente ciò vale anche per i viaggi astrali.