Ciao D. Onirico,
grazie per il tuo contributo. Sì, ho sentito parlare dei cosiddetti test di realtà. Ne hanno fatto uso anche nel film “Inception” per aiutarsi a distinguere i sogni dalla realtà. Devo ammettere, tuttavia, che la teoria del test di realtà non mi convince del tutto, e spiego il perché. Tornando all’esempio del mio sogno, mia moglie non ha saputo rispondere alla mia domanda sulla destinazione ed io ho ricondotto l’elemento al fatto che stessi sognando. Ma visto che nei sogni si possono avere “invenzioni” di qualunque tipo, mia moglie nel sogno avrebbe potuto rispondermi “Londra”, “Parigi”, ecc… ed il mio sogno avrebbe preso un’altra direzione senza darmi indizi di essere in un sogno.
Parlando invece delle tecniche da te suggerite, come guardarsi la mano, tapparsi il naso, ecc… potrebbe valere lo stesso discorso. Potrei sognare di tapparmi il naso e non riuscire a respirare, come accadrebbe nella realtà, o di guardarmi la mano e non vedere alcuna anomalia e quindi concludere d’essere nella realtà mentre invece sono in un sogno.
Ma prima ancora di questi dettagli, tu che fai di questi esperimenti, vuoi dire che mentre sogni ti ricordi di fare i test? Quanto spesso ti ricordi di fare il test di realtà mentre sei in un sogno? Perché in effetti il problema di capire se si è svegli o si sogna non si pone durante la veglia. Tutti siamo certi d’essere svegli quando siamo svegli. Il “problema” è semmai durante il sogno, quando non ci viene nemmeno in mente di verificare se stiamo sognando o meno.
Quindi tu sostieni che si apprenda questa capacità di ricordarsi di riflettere sul proprio stato di sonnoveglia mentre si sta sognando?
E per concludere, una piccola riflessione: è davvero piacevole ritrovarsi a fare ogni “tot” durante il giorno un test di realtà per capire se si è svegli o si sta sognando? A immaginarla così, mi pare un po’ di perdere il senno, come non sapere più distinguere tra sogno e realtà.