Quella periferia sassarese non esiste più, c’è una struttura universitaria, se sto calcolando bene le distanze. Tornando in quell’esatto posto, non penso di ritrovare il signore sorridente, ma di sicuro è rimasta una zona sensibile. La domanda che poni ha implicazioni assurde. Significherebbe che Dio o chi tiene distinti i mondi, non abbia previsto l’avvento della fotografia e peggio ancora, l’avvento del digitale. A tante tue domande o risposto anche a Dem nella discussione “Sassari”. Non sono sicuro di ritrovare il signore sorridente, ma un luogo particolarmente “energetico”. Ho provato a fare questo tipo di confronto. Le zone dove ho avvistato qualcosa si rivelano sempre dense di presenze. E non sono legate alla mia emotività o al mio umore.
Sulla questione del movimento, ci arriverò fra qualche passo. E’ bene che faccia più chiarezza sul discorso, prima di prendermi un tso o passare per chi si è fatto lsd..a boccioni.
Prova ad immaginare il tempo come un pane per tosts. Ogni fetta è quel che definiamo “il presente” e dunque la “realtà” accettata e condivisa. Ma basta agire su semplici parametri fisici per deformare quel pane. Spazio e velocità. Di conseguenza anche il tempo viene modificato. La tecnologia forse sta riuscendo a cogliere le contaminazioni, le briciole di una fetta che ricadono su altre fette.