Ciao cry,
oggi ci si incontra spesso, vedo.
Provo a spiegartela io la faccenda, usando l’eccessiva semplicità che mi è consona, e se ne sarà il caso, anche la pedanteria.
Quando una persona muore, ciò che in realtà muore, è il corpo, non certo lo spirito, ma tantomeno l’entità che ne aveva preso possesso sin dalla nascita.
Quindi, andando per ordine: L’entità abbandona il corpo, l’anima, che che fino a pochi istanti prima teneva in vita il corpo, da quel momento non ha più motivo di esistere e istantaneamente si dissolve. Qui avviene la morte fisica. Lo Spirito se ne torna nella sua dimensione fino alla prossima reincarnazione, l’entità (o personaggio) inizia tutto l’iter post mortem che ne consegue.
Per iter post mortem intendo: Varcare la soglia d’ingresso del primo piano astrale (quello dove risiedono le Ombre, purtroppo è un passaggio obbligato). Se l’entità ha gia raggiunto un determinato livello evolutivo, sorvolerà soltanto questa zona, per arrivare direttamente nel secondo piano astrale, dove potrà rivedere (a ritroso) la sua ultima vita, e se necessario anche altre, per comprendere il significato di quanto ha dovuto affrontare, da qui la presa di coscienza, di ciò che doveva fare (la famosa “prova”…) e di ciò che in realtà ha fatto e così via. Disquisizioni sul piano astrale se interessano possiamo farle a parte, altrimenti mi ci vorrebbe tutto il topic.
“e lo spirito continua a reincarnarsi fin che nn si e’ chiuso il nostro cerchio della vita”… In realtà, come spiegavo oggi, è l’entità (o personaggio” ad incarnarsi, e lo farà fino al completo esaurimento del suo bagaglio karmico.
“allora nn so spiegarmi il xche’ in punto di morte i nostri cari vengono ad aiutarci ma se in teoria si sono reincarnati nn dovrebbero piu’ esistere sotto quelle sembianze….” A parte il fatto che non sappiamo ancora se si sono reincarnati; non esiste un tempo prestabilito (a parte che non esiste proprio il “tempo”…), ma volendo usare paramentri umani, potrei dire che possono trascorrere secoli o solo pochi secondi, non ci sono leggi che stabiliscano i tempi.
Può essere però, come dici anche tu, si siano reincarnati, ma il personaggio precedente continua ad esistere, e qualora decidessero di venirci a prendere nel momento estremo, lo spirito riprende le sembianze del personaggio che abbiamo conosciuto in vita, anche se si è già reincarnato.
Guarda cry, mi aggancio con uno degli insegnamenti di Tommaso, che va a soccorrere un vecchio morente, dopo che lui si era reincarnato ed era morto di nuovo; quel vecchio era suo figlio che aveva lasciato giovanissimo. Ma è meglio che leggi tu, sicuramente capirai meglio. Poi, se vuoi possiamo approfondire
Inserisco due capitoli, perché il primo fa da premessa. Io ogni volta che li leggo vi vengono i brividi fino alle lacrime, per quanto sono belli! Non mi dilungo oltre.
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Il mio viaggio in Irlanda
Vengo dall’Irlanda dove mi trasporto spesso, richiamato da particolarissime vibrazioni che fino a poco fa non capivo, ma la causa delle quali adesso mi è chiara. Oh, Teresa! L’Italia è bellissima, varia, ricca di cultura, ma i boschi, gli sconfinati prati d’Irlanda, sono drappi di puro smeraldo, e le sue acque, il suo cielo, hanno un respiro che sembra il richiamo dell’Infinito!
In nessun sito io mi sento tanto compenetrato.
Fin dalla prima volta che mi recai in quel paese provai una vera vertigine di sensazioni, e mi parve di riconoscere ogni strada, ogni città e ogni piccolo luogo, come se vi fossi vissuto mille anni!
Lo so bene che molti rigettano la possibilità della reincarnazione, che del resto ho rigettato ostinatamente io stesso ma, accettata o non, niente potrà mutare tale realtà! La diffidenza o addirittura l’indignazione di tante persone che respingono questa verità come una terribile apostasia, è causata dai concetti tramandati dalla nostra religione (da una certa epoca in poi… bada bene!) concetti che niente hanno in comune con i veri insegnamenti Esseni, ai quali si è formato lo stesso Gesù Cristo. Inoltre, alcune entità manifestatesi in vari cerchi, perché ancora influenzate dai loro umani preconcetti, hanno trattato il tema in modo errato o assai poco esaustivo.
Io, per umiltà non posso dichiararmi all’altezza di un Maestro, ma vi esorto a interrogare “coloro che molto di più conoscono”, senza timore di esternare le vostre perplessità e carenze intellettive.
Tommaso
Al capezzale di mio figlio
Stavo parlandoti della mia ultima trasposizione in Irlanda, questa volta richiamato da necessità missionaria. C’era un grande silenzio, in quella vecchia dimora nascosta nel fitto di un bosco, e anche i volatili, le fronde, il vento stesso, la natura tutta, sembravano non avere più voce, però l’eco di quel pianto, tutto interiore, tutto dell’anima, continuò a giungermi e a guidarmi fino al capezzale del morente: un ottuagenario che era invecchiato tristemente solo, come solo, stava per andarsene.
Mi bastò guardarlo, per leggere ogni cosa della sua vita: il suo carattere durissimo, l’abbandono dei tre figli, che avevano lasciato la casa uno dopo l’altro, il suo bisogno di riabbracciarli un’ultima volta; un bisogno che gli procurava grande tormento per via del suo orgoglio, della sua riprovevole caparbietà.
Vedi, Teresa mia, sto per raccontarti un particolare molto importante, e forse, il permesso di farlo mi è stato concesso nel tentativo di apportare un po’ di luce a tanti scettici, ai negatori della reincarnazione.
Se fossi stato ancora nella materia, di fronte a quel vecchio sconosciuto mi sarei sentito, sì, mosso a compassione… ma niente di più. In qualità di spirito, come adesso sono, mi sarei limitato a soccorrerlo, sì, e con amore, ma anche ossequioso alla legge Naturale, che riserva ad ogni creatura vivente un principio e una fine.
Ebbene… accadde, invece, qualcosa d’inimmaginabile. Davanti al povero morente, tutti i miei sensi spirituali provarono… beh, non so proprio che termine usare, per renderti chiaro il concetto, ma fui come folgorato e SEPPI che era stato MIO FIGLIO, un figlio che, “qualcuno” mi ricordò, avevo lasciato bambino, poiché ero morto giovanissimo.
Su di un tavolinetto, accanto al letto, c’era una piccola foto antica, color seppia e incorniciata in argento brunito: mi riconobbi… giovane, baldanzoso, in una sconosciuta uniforme. Di quale guerra? In quale anno? Oppure era semplicemente la divisa di un ufficialetto di carriera? Non lo saprò forse mai, ma non mi interessa. La foto sì, mi interessò enormemente e, forse “aiutato” dalle mie stesse guide, o forse soltanto con la forza di un’immane volontà, riuscii a “ricreare” la mia immagine, perfetta in ogni minimo particolare, e dovette essere un’impresa ben riuscita, se il vecchio si sollevò dai guanciali con un tremulo grido di gioia e di emozione…
“Padre mio! Oh, Padre caro! Sei venuto a prendermi…” Chiama subito i tuoi figli! Non hai molto tempo!, gli trasmisi perentoriamente, senza parole. I tre arrivarono poco dopo, parlarono, si riconciliarono, si scambiarono il perdono, e lui, il vecchio MIO FIGLIO, trapassò serenamente, quasi sorridendo.
Fui io, a chiudergli gli occhi… fui io, a prenderlo per mano… e sarò ancora io, a guidarlo, a sostenere i suoi primi passi in questa dimensione, proprio come l’amico di naia fece con me.
Oh, mia Teresa! Quale gioia, per me, donare una briciola di pace! Pace, Teresa, pace figli miei, pace figli tutti, tutti; vivetela, assaporatela, moltiplicatela, distribuitela anche ora, a chiunque ne abbia bisogno, perché soltanto nella Pace, c’è la vera Beatitudine!
Tommaso