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Rispondi a: Un saluto a tutto.

#54726
Anonimo
Inattivo

@alceste

Sì, è vero quanto dici, quello che però io continuo a chiedermi, e non lo riesco proprio a capire, è perché non si può insegnare spiritualità parlando TUTTI lo stesso linguaggio? Perché non si deve dare nome uguale a cosa uguale, ma soprattutto, perché non se ne deve parlare un po’ più semplicisticamente, in modo tale da rendere il percorso fruibile a tutti?

Una volta c’era il Cerchio Firenze ’77, e sottolineo una volta perché dalla morte del medium, Roberto Setti, il cerchio secondo me (avendo avuto modo di frequentarne alcuni membri) non ha più motivo di esistere. Da questo splendido cerchio e da quell’esempio di umiltà che era Roberto Setti, pervenivano degli insegnamenti semplicemente meravigliosi… ma vuoi sapere quanta gente ha comprato i loro libri (abbondantemente filtrati dalle varie censure [te lodico perché ho tutte le loro registrazioni, e sono di molto diverse da quanto riportato sui libri]…) e li ha riposti nel cassetto senza più riaprirli? Tutte quelle persone che non avevano conseguito almeno tre lauree.

La mia riflessione è questa: A cosa è servito scomodare Maestri così elevati, se poi gli insegnamenti che portarono erano incomprensibili ai più? Forse… forse è meglio che sto zitto…

Però continuo a chiedermi quale sia l’utilità di parlare sempre e comunque, lingue diverse… ma la spiritualità, non dovrebbe essere interpretata da un linguaggio universale? Oppure è vero che ogni scuola ha un suo paradiso personale?

Alceste, ti prego di non fraintendermi, non ce l’ho e non ce la potrei mai avere con te, dico soltanto che potrebbe essere tutto così semplice…