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Questo non è detto…Basta vedere episodi come “il bambino che visse due volte” e simili di cui già si è trattato in questo forum e che a mio avviso possono essere assunte anche come prove empiriche.
Scusami karasciò… Se dopo non c’è niente, automaticamente non ci potresti restare male, perchè appunto non c’è “niente”… Quindi in vita, puoi anche pensare positivo e immaginare che ci sia un nuovo inizio, non ci perdi niente :thumright:
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Penso che più che “restare male”, cosa di fatto impossibile poiché a quel punto le sensazioni cesserebbero del tutto, ci sia una sorta di angoscia: l’immaginare che dopo non ci sia nulla non è una prospettiva così rassicurante come l’immaginare che dopo ci sia qualcosa. Epicuro, ad esempio, che era ateo, sosteneva che la “paura” della morte fosse immotivata, poiché non poteva comportare nessun tipo di sensazione. L’angoscia deriva dalla possibilità di non avere magari una “seconda chance” o viceversa dal dover giungere al termine di un qualcosa di felice.
Sui 21 grammi la teoria è controversa: C’è chi dice sia il peso dell’anima chi dice invece che il fenomeno sia dovuto all’interrompersi della circolazione sanguigna…