Ciao Vanevane. La casistica su quanto accenni, è imponente, a volte inquietante per certi aspetti, e spesso di difficile interpretazione. Se una spiegazione sul forno e sul decespugliatore è possibile farla (vera o presunta che sia), sulla donna che scende le scale, è più che altro aleatoria. Me ne sovvengono alcune domande, se me lo consenti. Di primo acchito ti chiederei come era vestita, pettinata, se accennava qualcosa, se muoveva le labbra, se dietro di lei erano visibili ringhiera e scalini, se è scomparsa all'istante o più lentamente, se in contemporanea all'apparizione si sono uditi rumori strani e/o soffusi, se hai notato nelle sue vicinanze (come da corollario) l'ambiente cangiarsi come di nebbia soffusa, se la temperatura si è abbassata, se in precedenza o successivamente, la stessa apparizione fu vista da altri...mi fermo. Chiedevo queste cose per determinare ciò che hai visto, come un fatto oggettivo o soggettivo.
La casa a cui accenni si presterebbe... La parola fantasma richiama sempre alla mente aspetti e situazioni tenebrose, cupi antri di fatiscenti manieri, fluttuanti apparizioni di evanescenti, terrificanti immagini che riempiono dei loro lamenti gli echi di solitari, oscuri ballatoi e di tetre segrete.... ma questo è l'aspetto letterario e agiografico di tutta una narrativa suggestiva. Non è quasi mai così.
Certo, le tradizioni e le leggende di ogni popolo abbondano di riferimenti ai fantasmi e alle apparizioni mysteryose in genere. Nei secoli XVIII e XIX, sotto l'ottica illuministica prima, e positivista poi, il concetto di "fantasma" fu respinto e negato, proprio mentre, nello stesso secolo XIX con l'interesse suscitato dalla ricerca della fenomenologia paranormale, il concetto di "apparizione" tornava alla ribalta destando l'attenzione dei primi studiosi delle tematiche parapsicologiche.
Un saluto